Misiliscemi, Tallarita: Ora noi ce ne andiamo via da Trapani!
Trapani, 22 febbraio 2015 – In ogni caso nella sala c’è aria di vittoria, l’adrenalina si “taglia a fette”.
Parliamo dell’Assemblea civica che s’è svolta, oggi pomeriggio, nella sala parrocchiale di Marausa.
A promuoverla, l’Associazione “Misiliscemi”, al fine di informare sull’andamento del percorso referendario per la scissione da Trapani.
Nuccio Pizzardi, parla da “padrone di casa”, è ottimista: «il Comune di Petrosino è abbastanza recente; se ce l’hanno fatta loro, perché non ce la possiamo fare noi?». Pizzardi è convinto che «i piccoli Comuni funzionano meglio, c’è più controllo da parte dei cittadini. I nostri rappresentanti sono più vicini, li possiamo incontrare al supermercato, in farmacia, andando ad accompagnare i nostri figli a scuola. Noi, oggi, invece, siamo lontani dalla Città e viene meno il controllo popolare che è fondamentale per il buon andamento del Comune».
«Col Comune autonomo spenderemo i soldi delle tasse per noi stessi», ha aggiunto Pizzardi – spiegando che la bilancia uscite (TARI, TASI, IMU ecc) e assolutamente sbilanciata rispetto ai miseri investimenti sul territorio («il campo di Bonacerame» che però non ci fanno gestire – ha precisato Salvatore Arena – e «i lotti 1 e 2 di viale Mothia, mentre i soldi del terzo lotto li hanno impegnati sulla Piazza Martiri d’Ungheria»).
Peppe Laudicina, nel proprio intervento, evidenzia come «dal 24 dicembre (da quando è stata presentata la richiesta scissionista di Referendum, NdR) la stampa ci ha dato interesse, scoprono che siamo abbandonati». Anche se, con stizza, aggiunge: «gente che fa il consigliere da 20 anni, avrebbero dovuto essere già informata delle nostre condizioni».
Liliana Rondello evidenzia come tutti i passi tecnici e legali del Progetto-Referendum siano stati seguiti alla perfezione. E scandisce i tempi: entro il 27 febbraio i cittadini trapanesi potranno presentare eventuali “osservazioni”, poi entro 60 giorni (fine aprile) il Consiglio comunale dovrà rilasciare il proprio parere consultivo, infine entro 120 giorni (fine settembre), la Regione dovrà indire il referendum.
Laudicina, ancora, sottolinea che “Misiliscemi”, così si chiamerà in nuovo Comune, non ha (quasi) alcuna continuità territoriale con Trapani, stretto com’è fra Paceco e Marsala. Un fattore che, certamente, peserà nella decisione della Regione di accogliere la richiesta di Referendum.
Salvatore Tallarita, presidente dell’associazione e del movimento referendario, ha tenuto a precisare che loro sono «sganciati da collocazione politica partitica».
«”Misiliscemi” ha un progetto economico, per aumentare la qualità della vita delle Contrade», ha assicurato, ancora. Tallarita ha poi ricordato come negli ultimi 10 anni l’associazione si è impegnata, con spirito di volontariato, «osservando i problemi e trasformando i problemi in proposte», tuttavia restando sempre inascoltata da parte delle Istituzioni. Solo adesso, in merito alla differenziata, il nuovo sindaco Damiano avrebbe, appena un poco, prestato orecchio alle proposte dell’Associazione.
Tallarita, però, ha sostenuto che lo spartiacque del loro impegno è stato il 2009, quando ad un convegno da loro organizzato per promuovere il territorio, «abbiamo invitato tutti i deputati della provincia; qualcuno non è venuto; qualcun altro è venuto e ha detto che per me potete andare a quel paese». «Ebbene – ha concluso il presidente Tallarita – ora noi ce ne andiamo».
Natale Salvo, rappresentante dell’associazione “A Misura d’Uomo”, intervenendo nel successivo dibattito, ha provato a proporre, come alternatva alla scissione, l’istituto del “Consiglio di Quartiere”, come strumento di autonomia ed attenzione verso le Frazioni. Ma Peppe Franconeri l’ha stoppato: «Il “Consiglio di Quartiere” per esistere ha bisogno di un “portafoglio”». E sembra che la fiducia dei “contradaioli” rispetto al riconoscimento, da parte dell’attuale Consiglio, di questo “portafoglio”, sia invero scarsa.
Elio Barbera si esalta, a chiusura lavori, assicurando come, in ogni caso, «stiamo scrivendo la storia. Nessuno in 40 anni ha fatto quello che stiamo facendo noi»!