Trapani, Autorità Portuale: Del Rio si confronta con i portuali
Giovedì mattina il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Del Rio sarà a Trapani. Ad accompagnare il ministro in città sarà la senatrice trapanese, e collega di partito, Pamela Orrù.
Motivo della visita è la partecipazione alla cerimonia per il varo di un nuovo moderno aliscafo realizzato dalla società Ustica Lines di Trapani.
La visita, tuttavia, sarà occasione, per il ministro e per la senatrice, di “confrontarsi”, presso la sala dell’Hotel Crystal a partire dalle ore 11:30, con gli operatori portuali in merito alla riforma delle Autorità Portuali varata dal Governo lo scorso 21 gennaio e che attende un parere delle Commissioni Parlamentari per diventare definitiva.
Fra gli operatori, e fra i politici locali, tuttavia, non c’è unità d’intenti col ministro e col Governo.
L’Autorità Portuale, come noto, è quell’Ente cui la Legge assegna vastissimi poteri per una gestione manageriale del Porto. Cito, solo a titolo d’esempio, il potere di:
- assegnare a terzi le aree demaniali,
- programmare il piano operativo che contenga le strategie di sviluppo del Porto,
- redigere il Piano Regolatore del Porto,
- promuovere l’escavazione dei fondali.
La Riforma governativa prevede, al solito, delle “semplificazioni” delle procedure, nella composizione degli Organi dirigenti (che spesso si tramutano in “scarsa trasparenza”, quasi nulla “partecipazione nelle scelte” da parte dei cittadini, accentramento di potere nelle mani di pochi).
La Riforma, altresì, prevede il passaggio dall’attuale sistema che prevedeva che le Autorità Portuali si curassero dell’attività del porto dove avevano sede al nuovo, sicuramente più efficiente, che prevede che le Autorità Portuali ridotte drasticamente nel numero a sole 15 si occupino di aree omogenee più vaste.
Per andare al caso che più da vicino ci preme, la nostra città, il nostro porto, Trapani, questa è stata inserita nell’area della “Sicilia Occidentale” che unirà i destini dei Porti di Palermo, Trapani, Termini Imerese e Porto Empedocle.
A nostro parere non si tratterà di essere “asserviti” a Palermo, come ha gridato qualcuno. L’ingresso di Trapani nella nuova Autorità di Sistema Portuale potrà dare ad essa solo “chance” e aprire nuovi vantaggiosi scenari.
Qual’è infatti oggi la situazione del porto la vedono tutti coloro che hanno occhi:
- Cantiere Navale bloccato da anni per l’assegnazione dell’area di lavoro,
- collegamenti commerciali con Livorno, Cagliari e Tunisi (per non citare più Civitavecchia) abbandonati da anni,
- Stazione Marittima sotto utilizzata e mal gestita,
- Stazione Aliscafi da terzo mondo (o da quarto),
- banchine i cui lavori sono fermi,
- fondali spesso inadeguati.
- Posti di lavoro persi? centinaia.
Peggio di così, chi verrà, potrà fare?
Allora la riforma è tutta “rosa e fiori”? No, assolutamente.
La Riforma governativa, infatti, come detto, concentra il potere di gestioni nelle mani di pochi, di troppi pochi, e, in particolare, nel Comitato di Gestione non è previsto alcun rappresentante della Città.
Comprenderete che una tal cosa rischia di compromettere gli interessi locali – non solo strettamente portuali – rispetto a quelli ben più ampi della comunità: la mobilità urbana ed extraurbana, lo sviluppo turistico, la tutela dell’ambiente naturale che circonda la nostra città.
Diventa, quindi, importante, direi decisivo, per la democrazia, la partecipazione del sindaco di Trapani – quale rappresentante della Città – all’interno dell’Organo di Controllo.
I vari D’Alì (Forza Italia), i vari Santangelo (M5S), i vari Pamela Orrù (PD), i vari Fazio, Tranchida ecc … il mondo della cosiddetta società civile, saranno in grado di farsi ascoltare e di d’ottenerlo?