103.o POSTO? QUEL CHE MERITIAMO
TRAPANI – Hai voglia di dire che Trapani non sia ultima, in Italia, per «qualità della vita». Apri il Giornale di Sicilia di oggi e leggi «accoltellato in via Michele Amari». Ed infatti la qualità della vita è data anche dal fattore «criminalità» e Trapani, guarda caso, è al 102.o posto per la particolare graduatoria lesioni dolose e percosse – stilata dall’Università La Sapienza di Roma su dati Istat 2009 – con 202 casi ogni 100mila. Solo Rimini fa peggio! Ipse dixit!
E che dobbiamo dire della sanità trapanese? Proprio il primo gennaio un nostro amico – Ignazio Basiricò – è morto per infarto fulminante mentre attendeva il proprio turno nell’astanteria del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani. E, guarda caso, i posti letto in rianimazione e terapia intensiva – dati Istat 2006 – in Provincia sono 0,02 per 100mila abitanti, ovvero siamo – anche qui – al 102.o posto nazionale. Quanti sono i trapanesi che fanno i «viaggi della speranza» (anche per una semplice visita) nel centro e nord Italia?
Ed allora, piuttosto che commentare nei bar e nelle pagine di facebook – sport tipico dei trapanesi – senza aver aperto una copia di «Italia Oggi Sette» (di lunedì 2 gennaio 2012) e dire che Trapani non merita tale «maglia nera», andiamoli a vedere i parametri che, secondo gli studiosi, mettono Trapani, e la sua Provincia, nella posizione che merita sulla base della classe politica che l’amministra e dei cittadini che la scelgono e votano.
Una classifica basata, quella di «Italia Oggi», su parametri scientifici quanto arbitrari, ovvio. I parametri potrebbero essere a decine, e ne sono stati scelti solo alcuni. Ma abbastanza significativi. Certo non s’è scelto il parametro «clima» (temperatura media o sbalzi di temperatura), non s’è scelto quello qualità del mare e delle spiagge. Non s’è scelto quelle «giornate di pioggia». Ma questi parametri sono entrati in altre classifiche, da quella delle «bandiere blu» o di «Ecosistema Urbano» di Legambiente a quella, recente, del «Sole 24 ore» e non ci sembra che neanche lì – messi assieme questi dati favorevoli agli altri parametri – ci siamo discostati di molto dall’ultimo posto.
Tuttavia, se a Trapani (città, in questo caso), mancano assolutamente le piste ciclabili o le zone pedonali (la «loggia» non lo è, è una ZTL infatti taluni mezzi vi circolano), o se il verde pubblico è limitato ai giardini «Pepoli» e «Margherita» – mancando un vero e proprio parco urbano “europeo” – non si può non dire che questi fattori – che scaturiscono da scelte politiche del sindaco Fazio che non ne ha voluto realizzare – non incidano sulla qualità della vita.
Se gli incidenti stradali per abitante assurgono a 342,53 ogni 100mila abitanti ponendo il nostro territorio al 64.o posto in Italia o se il 15% delle acque reflue non vengono depurate (75.o posto in Italia) e finiscono, probabilmente, tali e quali a mare, o, ancora, se vengono prodotti 609,70 kg di rifiuti per abitante all’anno (di cui solo il 10,49% viene recuperato con la raccolta rifferenziata, mentre il resto finisce in discarica), o, Trapani è al 69.o posto in Italia per utilizzo del mezzo di trasporto pubblico (vedi autobus), sono questi fattori che incidono sulla qualità della vita.
Se a Trapani i cittadini non bevono l’acqua dell’acquedotto ma si riforniscono, principalmente, d’acqua in bottiglia nei supermercati – vedi dato Nitrati (14,86 mg/litro, entro i limiti di legge, ma 71.o posto in Italia di un parametro che indica la qualità dell’acqua) – o se il consumo d’acqua per abitante ci pone all’80.o posto in Italia (e non certo perchè siamo «sparagnatori» ma perchè l’acqua non arriva o arriva – poca – un giorno sì e l’altro no) con soli 185,50 litri d’acqua disponibili al giorno per abitante, sono fattori che incidono sulla qualità della vita.
Ma uscendo dalla, pur importantissima, classifica ambientale (101.o posto complessivo) la cui posizione è, praticamente, tutta da addebitare all’amministrazione comunale di Trapani e dalla sua incapacità di leggere statistiche e bisogni primari, che dire – vedi classifica «Affari e Lavoro» che ci pone al 99.o posto in Italia – del tasso di disoccupazione (13%, che sale al 37,10 per quella giovanile, 15-24 anni)? Siamo all’88.o posto in Italia. Palermo, Agrigento e Caltanissetta stanno, sì, sotto di noi, ma io preferisco osservare il dato di Bolzano (2,70% complessivo e 6,40% giovanile) o quello Cuneo, o Savona (4,60% complessivo e 10,10% giovanile). Qua – vedi area ASI, amministrata dalla politica – si fa tutto il necessario per non far fuggire i nostri giovani al Nord?
Se il 10,77% delle Imprese attive «cessa» l’attività, è qualità della vita? Probabilmente mancano sapienti manager e politiche – vedi «centri commerciali naturali» -.
Se le violenze sessuali, in Provincia, dati Istat 2009, assurgono a 11,47 casi ogni 100mila abitanti e pongono Trapani al 92.o posto in classifica (al primo posto Viterbo con soli 2,53 casi) o come detto prima i casi di lesioni dolose e percosse mettono la Provincia al 102.o posto nazionale (4 volte piu’ casi che a Treviso), stiamo parlando di qualità della vita? Probabilmente c’è dietro un problema di disagio sociale, di adeguati politiche sociali e culturali. E chi, se non la politica è responsabile se investire o meno in tali settori?
Se la sicurezza non viene garantita e si vive nella paura, come dimostra l’84.o posto per rapine in banche ed uffici postali – 5,04 casi ogni 100mila abitanti contro gli zero di Aosta, Belluno, Rovigo, Sondrio, Trento ecc-, o come dimostra l’83.o posto per estorsioni (13,30 casi ogni 100mila contro i 2,51 di Rieti), o come dimostra il 79.o posto per furti in appartamento (317,59 casi ogni 100mila contro i soli 39,75 di Crotone o i 102,96 di Bolzano), siamo difronte ad una scarsa qualità della vita?
Beh, si potrebbe continuare … ma non vogliamo essere troppo prolissi. Crediamo di aver dato il senso di quello che volevamo dire.
Risalire si può? Varese, ad esempio, c’è riuscita. Ed in appena un anno è risalità di 19 posizioni. Certo bisogna operare in una certa maniera. Non dedicarsi e sprecare risorse al «panem e circenses». Occorre un’altra classe politica. E forse non la si intravede. Ma, di certo, anche se ci fosse, non la si vota. Qua la politica è votare «l’amico», il parente, … non si sa mai che poi serva un favore. Si vota chi fa populismo. Si vota chi grida contro la mafia (vedi Ciro Caravà a Campobello). Chi fa chiacchiere ma non fa proposte operative. Si vota chi ha spazio sui giornali e sulla TV di regime. Chi non entra in TV non esiste.
E su queste basi arrivederci, all’anno venturo, con un altro 103.o posto.
Mi sa che ti sbagli.
Credo che Fontanelle Sud e le frazioni, esclusa Fulgatore, stiano meglio.
D’altra parte di che ti vai lamentando?
I tuoi concittadini hanno sostenuto, o meglio plebiscitato questa amministrazione e quindi è giusto che abbia questa posizione di preminenza nella classifica della vivibilità urbana.