MALTA, DALLA PARTE DEL TURISTA

Malta

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LA VALLETTA (Malta) – Quando si arriva in un paese nuovo non sai mai cosa ti aspetti, puoi esserti documentato sugli usi e sui costumi, sulle usanze o sulle abitudini che si andranno a trovare, ma non è mai lo stesso che viverle in prima persona. La prima sorpresa a Malta è stata l’arrivo all’aeroporto, l’unico del paese. Per andare a destinazione, che sia Valletta, San Giulian o Monsta, basta che ti guardi un attimo attorno e si trova una specie di chioschetto dove “prendere il taxi”.

Con la modica spesa di 20 euro vai li, comunichi la tua destinazione e ti viene rilasciato un biglietto con il numero del tuo taxi… non fai neanche in tempo a cercarlo che già il tassista ti viene incontro per portarti a destinazione… precizione maltese? Può darsi.

La seconda sorpresa sono i mezzi pubblici. Antidiluviani diremmo noi, caratteristici potrebbe obiettare qualcuno. Sta di fatto che per raggiungere qualunque posto dell’isola non ci sono problemi: frequenza elevatissima e costi bassi, con 1 euro al massimo sei ovunque. Uno alla prima impressione non lo direbbe mai: questi autobus che sembrano usciti fuori direttamente dagli anni ’50 scorazzano per l’arcipelago maltese con una efficienza sbalorditiva e, tra una sfilza di santini e di foto di cari estinti appesi un po ovunque sul posto di guida, ti portano a destinazione comodamente. Altro che attese interminabili e autobus a mezzo servizio la domenica a cui siamo abituati qui, in quel di Trapani.

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Cartello Bus a Malta

Che dire poi dei musei? Ce ne sono parecchi e a prezzi ragionevoli. Una abitudine che hanno un po ovunque tutti, almeno uscendo dalla Sicilia…. beh diciamo da Trapani. Anche li si fa museo con un po tutto. C’è il museo delle torture (sconsigliato a chi ha lo stomaco debole) con i manichini che ti fanno rivivere alcune barbare usanze del passato (e ti fanno venir voglia di sperimentarle sul vicino poco simpatico). Il museo contadino, che altro non è che un mulino (ma guarda un po….) restaurato e ammobiliato con mobili di qualche decennio fa (fine ottocento – inizi novecento). I vari musei delle chiese, pochi euro per vedere quadri, argenti e paramenti… non è il Louvre, ma si offre qualcosa da vedere.

E qui? Musei ce ne saranno due o tre, la maggior parte del tempo chiusi (non fanno certo l’orario continuato come a Malta), i tesori delle chiese? Gelosamente conservati. Per non parlare degli addobbi che usiamo durante la settimana santa per i Misteri: possibile che non si riesce ad organizzare un Museo che li esponga in maniera permanente? Nessuno ci pensa o a nessuno importa? Ma Trapani non era una città a vocazione turistica? Qualcuno non diceva così per giustificare l’apertura domenicale dei negozi? Ma l’offerta turistica è fatta solo di shopping o di altro?

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