PRIMO MATRIMONIO GAY IN ITALIA

Alessandro Esposito

Alessandro Esposito

MARSALA (TRAPANI) – La notizia è vecchia d’un paio di mesi. L’aveva scritta Miriam Li Peri, lo scorso 10 aprile per Live Sicilia, ma solo ora la riporta Repubblica e quindi sale alla diffusione nazionale. Marsala è stata sede del primo matrimonio gay in Italia. A celebrare la funzione religiosa, a favore di due donne lesbiche, il pastore Alessandro Esposito della Chiesa Valdese di Trapani e Marsala. Lui, il pastore, non lo chiama matrimonio ma benezione. Resta comunque che finalmente la nostra città va sui giornali nazionali per un fatto positivo e di grande sperrore culturale.

«Dio vuole l’amore non lo giudica». Con questo principio etico e religioso la chiesa valdese di Trapani ha celebrato le prime nozze gay in Sicilia, avvenuto lo scorso sette aprile ma su cui è stato mantenuto il riserbo fino a quanto la notizia non è divenuta di dominio pubblico nella comunità protestante trapanese. Protagoniste sono due donne tedesche, C.H e B.K.

Le nozze, secondo quanto scrive Repubblica-Palermo, sono state celebrate dal pastore della chiesa valdese di Trapani e Marsala, Alessandro Esposito, insieme ad altre due officianti delle chiese luterana e mennonita, . Il matrimonio era stato già celebrato civilmente in Germania che garantisce i diritti alle coppie omosessuali come la registrazione in Comune e l’eredità del partner.

Alessandro Esposito, il giorvane pastore valdese, ha dichiarato alla giornalista, che «L’amore è amore e, come tale, non conosce barriere: a tracciare confini non è lui, siamo noi …l’omosessualità è uno dei molteplici volti dell’amore: come tale, possiede pari diritti e pari dignità rispetto a tutti gli altri. Dire che sia malattia è frutto dell’ignoranza. Affermare che si tratti di peccato è conseguenza di un fondamentalismo ottuso. In ambo i casi si tratta di una mancanza di sensibilità che mi avvilisce e mi indigna”.

«Quella che abbiamo celebrato presso la chiesa valdese di Trapani e Marsala – ha spiegato poi il pastore valdese – è propriamente una benedizione, nel senso che non ha alcun effetto civile. Questo perché lo Stato italiano, al momento, non riconosce alcun diritto alle coppie di fatto, omosessuali come eterosessuali» .
..  anche se occorrerbb ricordarsi che « il nostro è un ordinamento laico sulla base della carta costituzionale e che il matrimonio civile deve essere un diritto di tutti. La Chiesa si rivolge ai credenti. Lo Stato deve parlare a tutti. L’Italia si guardi attorno e si renda conto che essere parte dell’Europa significa qualcosa di più che starci dentro. Invece vedo un’Europa dei diritti sempre più grande, a fronte di un’Italia sempre più piccola».

Paolo Patanè, dell’arigay nazionale, ha commentato la notizia sostenendo che «certi gesti confermano che esiste un’alternativa per credere in Dio e non dividere gli uomini. Io credo che sia inaccettabile che le religioni dividano, di qualunque separazione si stia parlando».

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