ANCHE AD ERICE, LIBERTA’ DI STAMPA SOTTO ATTACCO
ERICE (TRAPANI) – Vito Manca,
direttore del settimanale «Quarto Potere» edito da Ignazio Grimaldi, l’on. Francesco La Porta, meglio conosciuto collo pseudonimo «Pikkio duro» col quale scriveva su tale settimanale, Natale Salvo all’epoca pubblicista e titolare del sito internet Altratrapani.it sono sotto l’indagine della Magistratura. L’iniziativa giudiziaria è scaturita da un esposto del sindaco di Erice Giacomo Tranchida. L’accusa prospettata dal politico valdericino nei loro confronti è di «diffamazione a mezzo stampa».
Le accuse che l’ex deputato regionale del PCI Francesco La Porta rivolgeva al sindaco di Erice nei propri articoli erano prettamente politiche e facevano riferimento al mancato appoggio elettorale del Tranchida all’on. Rita Borsellino, alle regionali dell’aprile 2008, nonchè ad un uso «usa e getta», da parte, di Tranchida dei «cittadini seri ed impegnati nel bene comune». Buoni, cioè, per il raggiungimento dei propri fini elettoralistici e da «scaricare» una volta ottenuto il risultato.
Giacomo Tranchida, ritenuto che tali accuse fossero false e diffamatorie e che avessero solo il fine di incrinare il rapporto di stima che il popolo ha nei suoi confronti, decise, nel luglio 2008 di inoltrare la denuncia alle Autorità. La Giustizia ha fatto il suo corso e gli indagati sono stati chiamati, negli scorsi giorni, dopo oltre due anni da fatti contestati, presso il Comando dei carabinieri di Trapani – sotto l’assistenza legale di legge – per fornire la propria versione dei fatti.
Sarà la Magistratura, successivamente, ricevute tali dichiarazioni, a valutare se le valutazioni del Tranchida siano da ritenere valide e quindi decidere per il giudizio degli indagati o se sarà il caso di archiviare la denuncia, non riscontrando, negli articoli alcuna «diffamazione».
Le posizioni degli indagati sono chiare. La Porta – sostenitore da sempre dello stesso Tranchida – sarebbe il «diffamatore» principale; Manca, nella qualità di direttore, avrebbe la responsabilità del mancato controllo sugli articoli del La Porta; Salvo sarebbe «diffamatore» – secondo Tranchida – semplicemente per aver acquistato il giornale di Manca in edicola, averlo letto ed aver espresso sul proprio blog un’opinione in proposito.
Onestamente non ci sentiamo di condividere la condotta del politico Giacomo Tranchida che se avesse tenuto a tutelare la propria immagine da eventuali accuse diffamatorie avrebbe potuto semplicemente accedere allo strumento della richiesta di «replica e rettifica» dove avrebbe potuto pubblicamente spiegare la propria condotta e le proprie ragioni.
L’azione giudiziaria, invece, oltre che meramente «punitiva» – se andrà a buon fine – lo riconduce a far parte di un sistema che fa «politica» con le «pressioni» sulla libertà di libertà di opinione e di espressione che è oggi insito nella provvedimento in esame al Parlamento: la cosidetta «legge sulle intercettazioni» o «legge-bavaglio». Una legge che la Sinistra contesta nelle Piazze ma che idealmente «sposa» quando ad essere contestata è Lei.
Come il premier Berlusconi, Tranchida accusa «Quarto Potere» ed «Altratrapani» di esercitare un attacco mediatico contro lui, in possesso di un mandato scaturito dal voto democratico. Come il premier Berlusconi, Tranchida sembra ambire ad una sorta di censura/auto-censura dei giornalisti sotto la minaccia di azioni giudiziarie presenti o future.
Ci sentiamo di sposare la domanda che «Pikkio duro»-La Porta riporta su «Quarto Potere»: «Usque Tandem»? Fino a quando? Fino a quando la gente continuerà a credere che il modo di fare politica di Tranchida sia … «di Sinistra»?