ROSTAGNO, NON RICORDARE L’UOMO MA PROSEGUIRE L’OPERA

Mauro Rostagno

Mauro Rostagno

TRAPANI – Oggi, 26 settembre 2010, è la ricorrenza dell’ennesimo – il 22° – anniversario della morte di Mauro Rostagno. Una ricorrenza che, al solito, viene «festeggiata» in vario modo a Trapani. Onestamente pensiamo che le varie iniziative annunciare ed intraprese non siano altro che uno spreco di tempo e denaro. Un ripetersi vuoto ed abitudinario di passerelle e parole di «facciata».

 
La Provincia di Trapani ha pensato bene, per «saldare il debito morale della nostra comunità nei confronti di Mauro Rostagno» (così recita la delibera n. 336 del 15 settembre 2010) di porre una «stele» nel territorio del Comune di Valderice, impegnando per l’occasione 10.200 euro.

Il Comune di Trapani e il Comune di Erice non si sa bene come siano intervenuti. Di certo è che l’associazione “Ciao Mauro” e un’insieme di sigle organizzano, a partire dalle 18, a Piazza Mercato del Pesce (diremmo ex-Mercato) un ricco programma di manifestazioni sceniche.

Dicevamo, «spreco di tempo e denaro». Leggiamo su Wikipedia che Rostagno, morto assassinato a 46 anni,
«attraverso la TV denuncia le collusioni tra mafia e politica locale. Il 26 settembre 1988 paga la sua passione sociale e il suo coraggio con la vita».

Bene personalmente pensiamo che non abbia senso ricordare Rostagno con steli o spettacoli vari; non va, insomma, enfatizzato fino a divinizzarlo l’uomo, bensì quello che voleva fare, insomma va fatto il possibile affinché la sua opera, la sua
«passione sociale», venga proseguita.

I mass media di oggi, a Trapani inspecie, dall’unica emittente televisiva (Telesud) ai giornali,  «proseguono» idealmente il lavoro di «denuncia» di Rostagno?

Con giornalisti prigionieri, non della notizia, ma del solo obiettivo di vivacchiare e poter «calare la pasta», prigionieri della remunerata (sia pure miserabilmente) carriera da «addetta/o stampa» dell’onorevole Tizio piuttosto che dell’onorevole Sempronio, prigionieri della «paura» di una querela, prigionieri di una tessera politica che gli cieca almeno un occhio è possibile credere che tale lavoro, tale passione, di Rostagno siano continuate?

Con editori prigionieri, non del gradimento da parte dell’utenza, ma dei contributi che gli arrivano dagli Enti Locali (Comuni ecc
), in cambio del «silenzio» sui passi falsi degli amministratori è possibile credere che tale lavoro, tale passione, di Rostagno siano continuate?

La nostra risposta è No.

Noi pensiamo che, pertanto, ricordare Rostagno debba essere un «impegno solenne» da parte del giornalista in primis evitando «paure» e «conflitti di interessi» (giornalista ma anche addetto stampa di …); da parte del politico, quindi, non alimentando un’informazione figlia della «corruzione» eliminando i contributi che «imbavagliano» l’editore, siglando un «patto etico» col mondo dell’informazione con quale assicurano la libertà di stampa e critica in cambio solo del sacrosanto diritto di rettifica e replica (evitando l’accesso a forme «mafiose» di minaccia all’informatore sotto forma di denuncia per diffamazione).

Se tutte le parti s’impegnassero a quanto noi proposto … idealmente … Mauro Rostagno sarebbe ancora vivo. Solo così, riteniamo, sarebbe «saldato il debito morale della nostra comunità nei confronti di Mauro Rostagno»!

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