L’ALTRO CENTRO STORICO
Alcune zone del centro non sono neanche state sfiorate da quel recupero che invece ha investito via Garibaldi e Corso Vittorio. Ormai solo pochi coraggiosi "rischiano" e aprono le loro attività in vie come S. Francesco di Paola o va Mercè, ma sono solo eccezioni. Per no parlare dello spopolamento generalizzato.
Lo si era detto più volte che il centro storico, stringi stringi, non era solo la via Garibaldi o corso Vittorio, ma che c’erano tante altre vie e zone, non necessariamente secondarie, che tradivano una trascuratezza e un abbandono.
Sulle pagine de La Sicilia l’attenzione in questi giorni è stata puntata proprio su questa zona vecchia “dimenticata” come la via S. Francesco di Paola e via dei Crociferi, dove i cartelli vendesi e le saracinesche abbassate sono diventati la regola e non l’eccezione.
E anche durante l’America’s Cup chi ha tirato su un po di soldi è solo chi aveva i locali nei posti giusti, non certo in “quest’altro2 centro storico, contraddistinto dal massimo degrado.
Ma cosa si può fare? A quanto pare poco o nulla: nell’articolo di Antonella Vella, davanti al progressivo svuotamento delle vie storiche della città, l’amministrazione comunale ha spiegato di aver le mani legate.
«Non è possibile fare una pianificazione seria sul centro storico – fanno sapere dal Comune – Per ripopolare il centro storico necessiterebbero delle abitazioni decenti, ma non si può demolire per ricostruire senza un piano di recupero del centro storico. E il Comune non ce l’ha perché non dispone ancora di un piano regolatore stradale».
Se è per questo neanche di un Piano Regolatore e basta!!
Questo vuol dire che le vie del centro storico possono essere interessate solo da piccoli interventi di manutenzione, ma non è consentita un programma di interventi ad ampio respiro volto a far rifiorire la zona.
Nessun progetto è attuabile e i tanti edifici fatiscenti che sorgono nel centro dovranno per il momento rimanervi. «Non molto tempo fa – dicono da Palazzo D’Alì – l’amministrazione aveva preso contatti con talune cooperative per la costruzione di case nel centro storico e per incentivare così la presenza della gente, ma anche in quel caso non era stato possibile operare per via della mancanza di un piano di recupero che impediva la demolizione».
In pratica si doveva abbattere e ricostruire, ma non si è potuto fare: questo sembra voler dire solo che l’unica strategia attuabile per il centro storico è quella di aspettare che crolli da solo, su stesso, per costruire sulle macerie. Risorgere dalle sue ceneri come la fenice? Non esageriamo con i paragoni romantici: sarebbe solo l’opportunità per qualcuno di arricchirsi.
Si potrebbe anche puntare sulla speculazione edilizia: si recuperano le strade, si chiude al traffico, mentre un riccone potente si compra tutto quello che è acquistabile, poi ristruttura e rivende a cinque volte tanto.
In pratica per un’ampia rivalutazione del centro storico si dovrà attendere un piano di recupero particolareggiato, e prima di esso un piano regolatore.
Ma considerato che Trapani aspetta il suo PRG da decenni e che chi sarebbe chiamato ad approvarlo è “distratto” da altre priorità, sarà più facile veder crollare i palazzi uno dopo l’altro piuttosto che vedere attuato (o anche solo discusso) un piano per il suo recupero.