C’E’ CHI VEDE I CLOWN SOLO DA UNA PARTE
TRAPANI – Cosa non si farebbe in vista delle elezioni per «arruffianarsi» gli elettori! Una volta c’era chi era disposto a portarti a casa il certificato di residenza; poi, con la nascita del berlusconismo, nel sistema dell’apparire si escogitano nuovi sistemi: mostrarsi, rendersi piacevole con chi ti dovrebbe votare.
Qualcuno che sull’apparire ha fondato la sua fortuna, non si è ancora accorto che quella stagione è finita in vista delle elezioni che lo potrebbero – ma la cosa è incerta – vedere candidato a salire su un aereo per la Capitale, continua ad utilizzare quei metodi diventati ancor piu’ ridicoli.
Così, per esempio, ci è toccato assistere allo spettacolo di un signore – il nome non lo diciamo, ma è di facile intuizione – che è a capo di un’amministrazione di una grande città, cercare addirittura di imitare il grande Roberto Benigni, un comico e anche un acclarato buffone, che in una gag storica saltò addosso a quel grande dirigente del PCI che fu Enrico Berlinguer.
Il «nostro» pubblico amministratore, molto piu’ modestamente, in un palazzetto dello sport pieno di gente, ha preparato con cura, da consumato clown, il suo show: toltosi il giubbotto e rimasto in camicia, ha atteso l’arrivo al centro del palazzetto dell’ospite d’onore (un ex coach granata rimasto nel cuore degli sportivi trapanesi) che, ci risulta, aveva già incontrato privatamente, e mentre il pubblico salutava il coach con una standing ovation, il «nostro», gli è corso incontro saltandogli addosso con tutta la sua stazza dando vita ad uno spettacolo fra l’ilare ed il pietoso.
In fondo la sobrietà del Presidente Monti a Trapani non è ancora arrivata ed è noto che in questa triste città le novità arrivano sempre con molto ritardo (…).
[tratto da: «La politica fra clown, mafia ed antimafia», di Alzo Virzì, pubblicato sul numero 79 novembre/dicembre 2011 del bimestrale «Extra»]
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Quel che non mi piace della nostra città è lo strabismo. Il vedere la gobba del «nemico» e non quella dell’ «amico». L’essere «partigiani» a prescindere, anche a costo di tapparsi il naso e bendarsi gli occhi.
E ciò, a mio parere, comporta la perdita di credibilità di chi parla o scrive.
La politica dell’apparire? E’ comune a tutti i politici professionisti, da destra e sinistra. E’ strettamente connessa all’esistenza di un elettorato che non vota (e non conosce) i contenuti programmatici ma vota quel che appare dell’uomo.
Una «politica» esecrabile. Perchè falcidia quei pochi che i contenuti da proprorre li protrebbero avere ma che non hanno spazio sui media di regime e che quindi «non esistono» per l’elettorato. Una «politica» nata dalla complicità dei giornali (e delle tv) di regime. Che mandano in onda solo i volti degli «amici» e, soprattutto, di chi «paga» (magari con una «convenzione»).
A Trapani, e «dintorni», i media di regime, ad esempio, esaltano un sindaco che sta sempre in strada, a spegnere incendi o estirpare broccoli, e non in «ufficio» a studiare piani di sviluppo della città magari, girando su «internet» e leggendo riviste, per individuare esempi virtuosi da replicare sul proprio territorio di competenza.
Quindi non comprendiamo perchè Aldo Virzì individui un «pietoso … arruffianarsi gli elettori» nell’assistere ad un incontro sportivo o nell’abbracciare un allenatore e non nell’assistere – e poi magari saltare sul palco per un «saluto» – ad una recita scolastica dei bambini della media «Pagoto», ad una funzione religiosa a San Giuliano e quant’altro.
Avremmo gradito, da Aldo Virzì – che per molti versi stimiamo – un pari sforzo retorico anche per altri personaggi, amici della sinistra, che il berlusconismo, che la politica dell’apparire, l’hanno abbracciata pure loro. Forse, così, la sua «satira» sarebbe piu’ credibile ed utile.
Natale Salvo
Come al solito hai ragione.
Ma a forza di avere quasi sempre ragione, va a finire che te li fai tutti nemici.
Ma tutti tutti!