Pista ciclabile: Un processo da Stadio
Erice (Trapani), 21 ottobre 2014 – Il Comune di Erice pronto a querelare per diffamazione e chiedere i danni d’immagine al suo sindaco Giacomo Tranchida?
Questa storia della pista ciclabile di Erice si fa sempre più intricata.
Da un lato abbiamo un sindaco che, per mano della sua Giunta (Delibera n. 223 del 13 ottobre 2014), da incarico ad un importante legale privato, il criminologo avv. Giuseppe Rando di Roma, «alla proposizione di formale atto di querela nei confronti del responsabile del quotidiano online Repubblica – Edizione di Palermo, dell’autore dell’articolo (pubblicato su tale quotidiano, Francesco Bellina, NdR), e di coloro che hanno pubblicizzato tale notizia sulle testate giornalistiche online e sui social network».
Dall’altro lato il sindaco di Erice, per mano della sua Vice Sindaco (Delibera sindacale n. 41 del 6 ottobre 2014), «revoca l’incarico di RUP (Responsabile unico del procedimento, NdR), Direttore dei Lavori e Coordinatore per la sicurezza per i lavori di un sistema di piste ciclabili all’architetto Andrea Denaro», sostenendo, nella premessa dell’atto, che il sindaco condivide la «forte contestazione» che l’opinione pubblica ha elevato «a causa dell’esecuzione dei lavori» della pista ciclabile.
Se il sindaco condivide la «forte contestazione» non rischia, anche lui, una querela da parte dell’Amministrazione ericina? Non contribuisce a danneggiare, anche lui, l’immagine della Città ?
Come fa un’Amministrazione a, contemporaneamente, condividere la «forte contestazione» ma a querelare «coloro che hanno pubblicizzato tale notizia sulle testate giornalistiche online e sui social network» non lo sappiamo.
Tutto ci porta a credere ad uno sdoppiamento di personalità dell’Amministrazione ericina.
Invero “Repubblica” sarebbe incorsa in un marchiano errore quando – in un primo momento – avrebbe indicato in «250.000 euro» il costo della striscia ciclabile rosso sangue che attraversava, a zig-zag, quasi fosse ubriaca, la frazione di Casa Santa di Erice. Salvo poi rettificare in un poco chiaro «300 mila euro», forse per l’intero progetto, numero non si sa bene da dove estratto [un’idea di perchè si siano confusi QUI].
Ma questo errore, subito corretto, è sufficiente per diffamare? Ma la gente, sui social network, ha espresso «forte contestazione» per la cifra presumibilmente spesa o la “stramba” esecuzione dei lavori?
Sarà la Magistratura a stabilire la verità putativa.
L’ultimo dubbio, però, che ci assale è quello di conoscere il luogo dove si celebrerà il probabile processo.
Se ad essere citati in giudizio saranno, anche, per come chiede la delibera di Giunta municipale, tutti «coloro che hanno pubblicizzato tale notizia … sui social network», quindi immaginiamo, mettendo un “mi piace” o cliccando su “condividi”, è probabile che il procedimento si svolga presso lo stadio provinciale di Trapani.