Il Taxi Sharing contributo alla riduzione del traffico cittadino
Trapani, 23 ottobre 2014 – Se la strada è intasata la colpa, ovviamente, è dei mezzi che, col proprio volume, la occupano. Spesso tale volume d’occupazione ha una densità inefficiente e bassa: un solo passeggero per mezzo. Spesso, poi, le auto, dopo aver affollato la strada per un tragitto dal punto A al punto B, restano parcheggiate ed inutilizzate per diverse ore. Ma, nello tempo, occupano spazio che tolgono alla fruizione di altri.
La realizzazione di nuove strade, l’allargamento delle carreggiate, la realizzazione di nuovi parcheggi non si dimostrano una valida soluzione. Il traffico sembra, anzi, aumentare: nuovi spazi sembrano richiamare nuovi mezzi ad occuparli!
L’applicazione di una tariffazione a tempo della sosta non ha prodotto i risultati sperati in termini di riduzione del traffico. Si è ottenuto, e non sempre, soltanto un maggiore ordine nella sosta, coll’interdizione alla sosta in doppia fila. Si è ottenuto che taluni automobilisti hanno spostato un po’ più in la il proprio parcheggio, per evitare di pagare il “pizzo” alla concessionaria delle “strisce blu”.
Allora non c’è soluzione al problema del traffico?
Certo che sì. E potrebbe chiamarsi “Taxi Share” o “Taxi Sharing”.
[Tweet “Il Taxi Share non è più un Taxi privato ma non è neanche un lento bus pubblico”]
COS’E’ IL TAXI SHARE
Il “Taxi share”, secondo la definizione dell’enciclopedia WikiPedia, è un «un mezzo di trasporto che cade a metà fra taxi e autobus. Il taxi, infatti, segue un percorso fisso o semi-fisso, ma senza orario. In qualunque posto del percorso si può salire o scendere, nel limite della capienza del mezzo. I veicoli usati come taxi collettivo variano da auto a quattro posti al minibus».
Di “Taxi share”, oltre che nei paesi in via di sviluppo, si ha notizia a New York (dal 2010, «lungo tre percorsi prestabiliti di Manhattan, I taxi condivisi saranno appositamente contrassegnati, La tariffa prevista per ogni corsa si aggira tra i tre e i quattro dollari») e, da qualche mese, anche a Palermo.
Il servizio di “taxi collettivo” (o mini bus) può essere pure attivato anche dalla stessa ATM, sull’esempio della Lituania (“Maršrutinis taksi”, qui infatti i “mini-bus” non sono solo privati, ma anche, in parte, delle compagnie di autobus che utilizzano anche minibus nei percorsi urbani o interurbani con basso volume di traffico passeggeri. Normalmente tali “taxi collettivi” portano lo stesso numero della linea bus che integrano [vedi foto articolo]).
DA AGOSTO PALERMO HA IL TAXI SHARING
A Palermo, in particolare, lo scorso 26 agosto 2014, con propria delibera n. 251, il Consiglio comunale ha adottato una modifica al vigente “Regolamento Taxi” prevedendo la disciplina del taxi condiviso (“Taxi Sharing”).
Spiegava l’Amministrazione comunale di Palermo, guidata dal sindaco Leoluca Orlando, quando ha avviato (nel 2012) la sperimentazione del servizio ora definitivamente adottato, come «Il progetto rientra in quella serie di iniziative adottate dall’Amministrazione Comunale al fine di limitare gli effetti negativi dell’utilizzo del mezzo di trasporto privato, tra i quali la sottrazione di spazi pubblici, la congestione, l’inquinamento atmosferico ed acustico che caratterizzano le aree urbane».
«L’iniziativa – in particolare – prevede di attivare un servizio di condivisione taxi che si muoverà sullo stesso itinerario della linea dell’autobus 101. Tutti quegli utenti che sono diretti verso la stessa zona e fino ad esaurimento dei posti disponibili sull’autovettura, potranno condividere lo stesso taxi, per un costo di 2,00 euro per singolo passeggero». E’ previsto uno «speciale logo che verrà apposto sul parabrezza dei taxi che aderiranno all’iniziativa».
A TRAPANI E’ POSSIBILE IL TAXI SHARE?
Il Comune di Palermo non ha inventato nulla. Ha solo dato applicazione alla legge 24 marzo 2012, n. 27, che, all’art. 36, già prevedeva, per i Comuni di «sviluppare nuovi servizi integrativi come il taxi ad uso collettivo».
La normativa statale del 2012 è già implementata nel “Regolamento Taxi” di Trapani (“Disciplina degli autoservizi pubblici non di linea”, per la precisione).
Proprio all’art. 6, qui, sta scritto come: «Previa autorizzazione del Comune, i veicoli immatricolati in servizio di TAXI o di NOLEGGIO con CONDUCENTE possono essere impiegati per l’espletamento di servizi sussidiari o integrativi dei servizi di linea ai sensi della normativa vigente».
Si tratta, quindi, semplicemente, di mettere attorno ad un tavolo l’Amministrazione comunale ed i venti tassisti del capoluogo, e magari anche gli otto di Erice (cosa prevista anch’essa dalla L. 27/2012) ed implementare il servizio su un paio di tratte cittadine (Madonna-Piazza Vittorio e Ospedale-Piazza Vittorio, ad esempio).
E magari, in quell’occasione, si potrebbe parlare anche, sugli stessi percorsi, di corsie riservate per “bus” e “taxi”.
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