Grido d’allarme dell’Anci: Renzi massacra il Sud
Trapani, 3 novembre 2014 – Comuni come quello di Trapani potranno essere massacrati dalla manovra finanziaria allo studio da parte del Governo nazionale e che, nel complesso, prevedono un taglio ai trasferimenti di 1,5 miliardi di euro che si aggiungano ai tagli già applicati negli ultimi anni.
Ai tagli, scrive ieri l’ANCI, l’associazione nazionale dei Comuni Italiani, sul proprio sito web, si aggiungerebbe una «riforma della contabilità che obbliga i Comuni a congelare in bilancio una quota di risorse proporzionale alle mancate riscossioni degli ultimi cinque anni».
In parole povere, i Comuni non potranno giocare più col Bilancio e inserire nella voce «Residui Attivi» i crediti per tributi non incassati (spesso dei «cadaveri», ovvero crediti non più esigibili) e così egualmente impegnare e spendere le somme non incassate.
«Se questa manovra andrà avanti, i Comuni si fermeranno e i sindaci non potranno garantire nulla ma proprio nulla ai propri cittadini», questo il commento di Luca Cannata, vice presidente vicario di Anci Sicilia, l’associazione dei Comuni siciliani, in merito alle ipotesi in circolazione sui tagli ai bilanci dei Comuni previsti dal Governo Renzi.
A Cannata fa eco Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia, che ribadisce: «E’ giusto puntare su un livello di riscossione dei tributi più alto ma non si può non tener conto del forte divario che esiste tra nord e sud, un divario che sicuramente non si può colmare nello spazio di un mattino».
Ma la riforma – spiega il quotidiano “Il Sole 24 Ore” dello scorso lunedì 20 ottobre – entrerà in vigore gradualmente: «l’anno prossimo, le nuove regole bloccheranno nei fondi di garanzia circa 2,4 miliardi, ma la cifra è destinata a impennarsi nei due anni successivi quando la riforma entrerà a regime cancellando alcuni “sconti” contabili previsti al debutto».
«Il nuovo meccanismo chiesto dalla riforma ha il pregio di andare al cuore del problema dei bilanci comunali, sempre più spesso basati su entrate teoriche che non si trasformano in incassi ma finanziano spese reali» – scrivono ancora sul quotidiano economico -.
Ma la colpa della mancata riscossione di chi è? Di quei sindaci che preferiscono chiudere gli occhi per non far calare il proprio consenso, come ammette, a Radio24, il sindaco di Vibo Valentia [Se ne parla, QUI, dal minuto 1:00:00 in poi].
Chi è causa del proprio male, pianga se stesso, verrebbe da dire.
E a tal proposito il Comune di Trapani si trova, dati di bilancio 2012 alla mano, al punultimo posto in Italia, dopo Vibo Valentia, per percentuale di riscossione sull’accertato, al 44,5%, per come riportato QUI: “Tributi: Record d’evasione a Vibo Valentia e Trapani”.