DOPO LA SCONFITTA, LA SINISTRA DALL’ANALISTA
TRAPANI – “Tafazzismi e protagonismi vari”, li definisce Marco Rizzo sul proprio blog “Mumble Mumble”. Certo è che, a Trapani, la “Sinistra” divisa finisce fuori dalle Istituzioni. Nessun seggio in Consiglio, e nessuno dei tre candidati-sindaco proposti (Caradonna, Rocca e Marrone D’Alberti) che approda al ballottaggio, tutto riservato alle “destre”. Da soli han preso il 4,63 (SEL), il 4,65 (IDV-Rif.) e lo 0,72% (Verdi). E nessun seggio. Tutta assieme, invece, con un buon 10%, forse, avrebbe raccolto 3 seggi al consiglio comunale di Trapani, quanti il PD.
Abbiamo pensato di interpellare i “protagonisti” di questa sconfitta. Ci hanno risposto Nino Sugamele (Verdi), Francesco Bellina (Rifondazione), Peppe Caradonna (Italia dei Valori), Sabrina Rocca (PD). Massimo Candela (SEL), invece, non ha ritenuto opportuno rispondere.
Abbiamo chiesto loro di spiegarci, ora, a bocce ferme, i motivi delle divisioni e farci comprendere se esistono spazi di “ricucitura” e di costruzione futura di un “progetto politico unitario e condiviso” fra i – presunti – “progressisti”. Le risposte sono sconsolanti.
LA COLPA E’ DI SEL. «Ricordo di aver chiesto – in tempi non sospetti – a qualche rappresentante di SEL (a Peppe Ortisi in particolare) di prendere in esame l’idea di una lista unica in modo da garantirci il superamento del 5% – ci spiega l’avv. Peppe Caradonna, dirigente di Italia dei Valori -. La risposta è stata negativa visto che SEL aveva l’esigenza (del tutto legittima) di formare una lista autonoma».
«Per quanto riguarda le candidature a sindaco – aggiunge ancora Caradonna –, credo che la divisione derivi dal mancato svolgimento delle primarie che però noi di IDV, tengo a sottolineare, abbiamo sempre invocato, con o senza la partecipazione del PD».
LA COLPA E’ DEL PD. Per l’avv. Nino Sugamele, storico leader dei Verdi trapanesi, «I motivi che hanno portato a comporre tre liste deboli stanno in due fattori: a) l’irresponsabilità del PD che non ha saputo, o forse non ha voluto, creare un progetto politico comune agli altri partiti della sinistra, preferendo il dialogo con il Terzo Polo, fino a una settimana dalla presentazione delle candidature e delle liste a sostegno del candidato sindaco; b) la debolezza, unita alla diffidenza, che caratterizza la sinistra “residuale” in mancanza di una figura leader».
LA COLPA E’ DI IDV, VERDI E RIFONDAZIONE. Le primarie non interessavano, a quanto sembra, a Sabrina Rocca, che dimentica dei lunghi tentennamenti del proprio partito, il PD, abbozza come risposta: «Da parte nostra resta il rammarico che gli altri non abbiano voluto capire che la mia candidatura offriva la possibilità di comporre una sinistra più forte insieme al Partito Democratico».
MAI PIU’ COL PD. Il PD non è più un Partito che esprime proposte politiche di “Sinistra”, per Francesco Bellina, leader dei Giovani Comunisti: «Per Rifondazione-Federazione della Sinistra – ci spiega infatti – è necessario costruire un’alternativa politica di Sinistra rispetto al centro e alla destra. Per questo abbiamo deciso di non entrare in coalizione col Partito Democratico. Noi siamo orgogliosi di aver sostenuto il progetto di Caradonna per Trapani e Marchingiglio per Erice, ci dispiace, però, che gli amici dei Verdi e di Sel non abbiano voluto aderire al nostro progetto».
D’altro canto, però, spiega ancora Bellina, «la Sinistra l’Arcobaleno ci ha insegnato che in politica due più due non fa necessariamente quattro, non è un contenitore quello che ci serve. Ci serve piuttosto la capacità di riempire i contenitori di contenuti. La Sinistra deve interrogarsi sulla sua funzione sociale e trovare immediatamente delle risposte concrete».
Il voler fare politica in una certa maniera, tuttavia, si “scontra” con una città sorda, dove l’80% dei cittadini ha votato liste “conservatrici” o “reazionarie”, obiettiamo. Quali i motivi dietro la scelta dei cittadini di schierarsi, a Trapani, a “destra”?
LA COLPA E’ DEI CITTADINI. Peppe Caradonna, scarica le “colpe” principali dell’esito del voto sui cittadini, sulla «gente che è disposta a vendersi il voto assieme alla propria dignità per un piatto di lenticchie» e su quella, poco matura, che «premia, a suon di voti, personaggi alquanto “discutibili “che, peraltro, danneggiano l’immagine di tutti noi».
LA COLPA E’ DEI PARTITI. Diverso l’avviso di Nino Sugamele, «Non è certo colpa dei cittadini se non siamo riusciti a convincerli e quindi ad essere credibili. Peraltro è difficile essere credibili senza un’idea progettuale chiara, trasparente e pubblica, fino ad ora è la sinistra che non è stata capace di presentare un PROGETTO POLITICO (unitario) CREDIBILE». Quel che serve, per Sugamele, è un “leader carismatico”: «Tutta la sinistra sconta fortemente la mancanza di un leader – sostiene – e la mancanza di un percorso condiviso».
Come giungere a questo “percorso condiviso”? La ricetta di Sabrina Rocca è semplice: «Occorre senso della militanza. Non si fa politica solo in campagna elettorale o se stai seduto in consiglio comunale».
Forse han ragione tutti, e forse serve un dibattito, ed una sintesi, che vada oltre un semplice commento giornalistico che sia svolto fuori dalle “campagne elettorali”. Serve qualcuno che si faccia da promore di questo “incontro”, di questo “dialogo”. Di solito il compito tocca al più grande (il PD?), ma dato l’esito, sinora, e se ci provasse il più giovane (Bellina?).
Ho ricalcolato le percentuali basandomi sugli aventi diritto al voto, che sono 60.826 sui 68.346 residenti, attingendo ai dati resi pubblici in rete da La Repubblica.
La prima coalizione a Trapani è certamente quella dell’astensione, con 21.508 preferenze (35,36%).; segue il centrodestra e le destre con 17.373 (28,56%). Il centrosinistra e sinistre, considerate nel complesso (PD+SeL+IdV+Fed.Sin.+Verdi) raccolgono 6.733 voti, appena l’11,07%.
Tutto ciò senza peraltro valutare le schede nulle e considerando che una metà dei voti presi dal PD provengono da forze di matrice democristiano-sociale, che di sinistra non sono mai state (si veda il confronto con i risultati dei DS alle comunali del 2007).
La città ha scelto e lo ha fatto senza esitazioni. A Trapani la sinistra non esiste, forse non è mai esistita. Questa città è una roccaforte storica dei reazionari, quasi mai espugnata, nemmeno nella golden age della sinistra di questo Paese. Pensare che basti un leader carismatico capace di unire questi gnomi litigiosi per vincere le elezioni è vana illusione. Un eventuale leader dovrebbe essere in grado di riportare alle urne e convincere a votare a sinistra oltre 10.000 elettori: noi ai miracoli non crediamo.
Sono nato a Trapani quasi 35 anni fa e la politica lo solo vissuta da elettore passivo ( se non sbaglio si dice così) ma sono uno che si guarda in giro e sono arrivato alla conclusione che trapani è una citta che mistifica e glorifica ( uso un termine un pò forte) la cultura della MORTE, morte culturale, morte espressiva, morte ideologica, morte reazionaria. Tra Trapani ed Erice due comuni in un’unica città di quasi 100000 abitanti dove esistono 7 logge massoniche non nascoste deve pur significare qualcosa? Il CENTRO STUDI SCONTRINO deve pur significar qualcosa? Secondo me sono li le ragioni da ricercare perchè il potere delle cosa pubblica gira e rigira cambiano le facce, cambiano i nomi è sempre in mano agli stessi.
Mi dispiace ma non ci vuole un vero leader a far risollevare le masse ma solo una barca di soldi……