In viaggio con mia figlia per Bruxelles
Organizzare un viaggio con una figlia dodicenne non è facile. Devi cercare di programmare attività stimolanti ma non eccessivamente “pesanti”. Io ho provato, stavolta, a cercare di mettere mia figlia nei panni di un qualsiasi suo coetaneo residente a Bruxelles. Ne è risultata una visita piuttosto ricca, perché sembra proprio che Bruxelles, intesa non solo nel territorio dell’omonimo Comune (solo 178.000 abitanti) ma anche dei diciannove conurbati (1.200.000 abitanti in totale; dati demografici qui), sia proprio una città a “misura di ragazzi”.
L’ottima organizzazione del trasporto pubblico, formato da una rete di linee metro, tram e bus che si intrecciano perfettamente collegano frequentemente e in pochi minuti i Comuni-Quartieri l’uno all’altro. Insomma puoi crearti un’agenda delle attività intercomunale senza difficoltà. In ciò aiutato dalla pagina “Agenda” che trovi in Home sui siti web dei Comuni. La rete dei trasporti peraltro è ben corredata da una completa cartellonistica informativa che include nome univoco della fermata, numero delle linee che fermano, orari di passaggio dei mezzi, schermi con tempi di attesa, ecc.
Il primo obiettivo l’ho individuato in Molenbeek, Comune di circa 97.000 abitanti (di cui 27% stranieri, tra i quali 14.000 extracomunitari) dell’hinterland di Bruxelles. Nell’area attività culturale del sito del Comune abbiamo individuato lo spettacolo di una contastorie che si svolgeva in una delle tre biblioteche di Molenbeek. L’artista utilizzava l’interessante strumento del Kamishibai per illustrare i racconti. La decina di bambini presenti, assieme ai genitori, ha mostrato partecipazione e apprezzamento.
Nel centro di Molenbeek l’area attrezzata a giochi del cosiddetto Parc Bonnevie è stata recentemente rinnovata ed è molto accogliente. La sera, poi, alla Casa della Cultura e della Coesione sociale, uno spazio artistico pubblico, insieme ad un centinaio di residenti abbiamo assistito al saggio di fine d’anno dei corsi di danza indiana e danza orientale: sul palco diverse decine di bambini, ragazze e adulti d’ogni età.
Tornando a parlare di biblioteche, non ci siamo fatti scappare una delle due di Anderlecht (118.000 abitanti, 24% stranieri, di cui 15.000 extracomunitari), la Careme, che ospita una ricchissima collezione di album Manga e il relativo servizio prestiti utilizzato da diverse ragazze. Altre ragazze, invece, erano intente a studiare assieme sedute all’aperto in un tavolino del bar che serve la biblioteca o semplicemente distese a rilassarsi sul prato del giardino della biblioteca.
Nel Comune in forte espansione di Schaerbeek (133.000 abitanti, 29% stranieri, di cui 19.000 extracomunitari), poi, ci siamo recati per visitare il Parc Josaphat e, soprattutto, goderci l’impianto da diciotto buche del mini-golf. Una struttura che, nonostante l’età, è sempre frequentata e luogo di gioco intergenerazionale: figli, genitori e nonni si divertono assieme.
Tornando ai ragazzi, anche più grandi, ho avuto modo di visitare una ludoteca di Ixelles – altro Comune della conurbazione di Bruxelles (86.000 abitanti, il 42% sono stranieri, di cui 10.000 extracomunitari) -, frequentatissima benché fosse solo metà pomeriggio (almeno una trentina di venticinquenni erano impegnati in vari giochi da tavolo e, nel contempo, a bere una birra o mangiare qualche stuzzichino di formaggi o salumi).
Ad Ixelles esiste anche una ludoteca comunale.
Ma è stato Bois de la Cambre, il parco di Ixelles, la grande scoperta di questo nuovo viaggio nella capitale europea. Dopo aver percorso un sentiero in un fitto bosco si arriva su un’ampia radura pianeggiante con prato all’inglese che s’affaccia su un ampio lago artificiale al centro del quale, su un isolotto, vi è lo chalet Robinson dove si può bere o mangiare. Sul laghetto c’era chi noleggiava una barchetta, sul prato chi giocava col frisbee o a badminton e chi riposava.
Infine, siamo “saltati” al parco centrale di Bruxelles, il parco reale, dove è presente un piccolo teatro stabile che metteva in scena uno spettacolo di marionette davanti a un trentina di bambini e relativi genitori. Nel parco abbiamo pure pranzato in un ristorante all’aperto lì realizzato.
E’ nella parte prettamente turistica che Bruxelles invece delude: al museo Magritte non è stato possibile osservare le migliori opere del celebre pittore surrealista perché sono in giro per il mondo. La Grand Place sì è bella ma oltre qualche foto che fai? Più tempo puoi impiegare ad ascoltare i musicisti di strada (tutti regolarmente autorizzati dopo un esame nel quale devono dimostrare le proprie capacità artistiche!) che, nel pomeriggio, si alternano davanti l’ingresso della Galleria reale Saint Hubert. Ma sostenere che delle statuette da quaranta centimetri di bambino o una bambina che pis … (Mannekin pis e Hanneke pis) siano delle attrazioni artistico-culturali è impossibile!
Ma noi eravamo venuti a Bruxelles per altro; per vedere come trascorrono il tempo libero i residenti; e siamo tornati contenti e soddisfatti. Specie dopo che, davanti un bar in centro, abbiamo trovato questa insegna: “Filter coffee, not people”; filtrare il caffè, non le persone.