Caso Bondì: Il sindaco Tranchida, due pesi e due misure
FRANCESCO BONDI’ ESPONE LE MULTE IN PIAZZA. Il barbuto commerciante palermitano Bondì aveva, quest’estate, esposto le sue multe stese ad una corda. Per protestare contro una raffica, ben 60, multe dalui ritenute illegittime. «Ognuno gli abiti se li espone a casa sua, ivi comprese le multe – afferma il rag. Giacomo Tranchida in Consiglio lo scorso 14 ottobre -. Non è consentito a nessuno di utilizzare il centro storico per fare esposizione non commerciale non essendo autorizzato. Non significa contenere possibilità di democrazia, significa far capire che la democrazia ha delle regole. Bisognerà riflettere sulle iniziative cosiddette spontanee di pubbliche manifestazioni che hanno portato sicuramente danno all’immagine della Città».
Una chiara dichiarazione che porta ad un ipotetica denuncia in sede civile per il «risarcimento del danno d’immagine». «Chi ha sbagliato paga», conferma nell’intervento il sindaco.
Tranchida chiarisce ancora: «La cultura dell’anarchia è una cultura che non mi appartiene. L’anarchia è una babele che sostanzialmente non può trovare albergo ad Erice. Questo sia chiaro, ci sono delle regole e le regole vanno rispettate. Una democrazia si fonda sulle regole».
LE REGOLE … A DOPPIO SENSO. Regole che valgono per negare un incontro a Francesco Bondì e gli altri del «Comitato Anti-SOES multe illegittime» che lo chiedono invano da almeno un mese, regole che non valgono per chi ha bloccato i lavori del cantiere e divelto i tondini di ferro che delimitavano l’area oggetto dei lavori che vengono ricevuti subito. Nel «pomeriggio, il sindaco Giacomo Tranchida ha incontrato gli stessi ex detenuti nel centro sociale del rione, per approfondire la questione», racconta sempre La Sicilia.
Insomma per il sindaco di Erice, quando si parla di legalità … ci sono due pesi e due misure.