Scandalo Canile: Ecco chi ha scelto di realizzarlo in contrada Cuddia
Il nuovo canile di Trapani di Contrada Cuddia è “pronto” da anni. Ma nessuno è stato capace di darlo in gestione e quindi utilizzarlo. Neanche l’attuale esperto sindaco Tranchida è capace di trovare una soluzione. Resta quindi una “Cattedrale nel deserto”, uno spreco enorme di denaro pubblico.
Perché lo ho ampiamente detto in “Lo scandalo del canile da 4 milioni di euro rimasto chiuso”. In sintesi, il posto individuato dal Comune era inadatto, troppo lontano dalla città, la struttura è priva di servizi essenziali (acqua, scarichi fognari, gas, …). Invano, la Lega per la Difesa del Cane e Filippo Camuto sulle colonne del giornale “La Risacca” si erano spesi per contrastare la scelta di quel luogo.
Ma come si è arrivati sino a questo punto disperso nelle campagne?
L’allora sindaco, nel 2009, delegò al Consiglio Comunale la scelta del luogo dove realizzare il canile.
Nuovo Canile: Fazio propose al Consiglio cinque aree tra cui scegliere
Furono cinque le aree proposte dall’Amministrazione. Una, quella poi scelta dal Consiglio, in contrada Cuddia (a 18 km da Trapani e 9 dalla frazione di Rilievo) e che non presentava spese per l’acquisto poiché si trattava di un’area confiscata al mafioso Vincenzo Virga. Una seconda in contrada Misiliscemi (a 14 km da Trapani e 3 dalla frazione di Rilievo) offerta gratuitamente dal sig. Matteo Bucaria a condizione di intestare la struttura alla memoria del proprio padre Giuseppe.
Gli altri terreni presentavano un costo. Esagerata la richiesta di 383.000 euro (14 al metro quadro) per un’area distante 8 chilometri da Trapani (e 2 dalla frazione di Soria). Per il secondo, in contrada Canalotti (12 km da Trapani e 1,5 da Fulgatore), si chiedevano 72.000 euro. Per l’ultimo, in contrada Chinea – Ummari (18 km da Trapani e 700 metri da Ummari), la richiesta era di 58.000 euro (1,60 al metro quadro).
De Santis, Nola e Causi categorici nello scegliere Contrada Cuddia
Il 23 novembre 2009 si svolgeva il Consiglio. Un dibattito infuocato che durò dalle 19 alle 0:25 dell’indomani.
Enzo Abbruscato provò a fare il “Ponzio Pilato”: «la competenza a scegliere il sito ove ubicare il canile ritorni all’Amministrazione che ne è titolare», dichiarò.
Il consigliere Giovanni De Santis si scagliò contro la Lega per la Difesa del Cane rea, a suo parere, di «polemiche» per aver contestato l’ipotesi di contrada Cuddia che lui, invece, apprezzava. Stefano Nola gli espresse sostegno: «il Piano Regolatore Generale individua nella Contrada Cuddia la sede del nuovo canile».
Anche Nicola Causi (Italia dei Valori) esternò il proprio «disaccordo sulle osservazioni presentate dalla Lega per la Difesa del Cane reputandole pretestuose» e dichiarò di sposare «in pieno la scelta di contrada Cuddia che non richiede ulteriori spese di acquisto per il Comune e peraltro accorcerebbe i tempi necessari per la realizzazione in quanto già individuata alla bisogna dal nuovo Piano Regolatore Generale così da non richiedere una variante di destinazione d’uso».
Causi e Nola presentarono un emendamento che sopprimeva dalla delibera le proposte alternative, di fatto svuotando la elibera di senso. La loro proposta ebbe 16 voti favorevoli e 5 contrari.
Ninni Passalacqua: un canile in quel posto è come un lager
Delia Gervasi (Lista Fazio) protestò vivacemente dichiarando di «essere stata privata della possibilità di discutere della opportunità di scegliere un sito piuttosto che un altro per la realizzazione del canile municipale. Contestò con energia la scelta di contrada Cuddia perché a suo parere si trattava di un sito troppo lontano dalla città, non facilmente praticabile dalle famiglie e dagli anziani dunque in netto contrasto con le azioni volte a incentivare la cura e l’adozione degli animali».
Ninni Passalacqua aggiunse: «un canile realizzato in quel sito non potrà che divenire un lager». Parole vane; il canile si realizzò in Contrada Cuddia.
Ecco la tabella del voto finale sulla proposta: