I numeri di AltraTrapani: C’è crisi di valori!
TRAPANI, 4 NOV – Boom di lettori per il nostro blog, lo scorso mese di ottobre 2013.
Nonostante ci limitiamo, ci ostiniamo, a pubblicare opinioni personali su fatti strettamente locali (Trapani, Erice, Paceco), e quindi abbiamo un “target” piuttosto di “nicchia”, abbiamo suscitato la curiosità di 15.800 utenti che, spesso cliccando sui link diffusi sui social network, sono giunti su AltraTrapani.Net.
Si tratta del secondo miglior risultato dell’anno, dopo che a gennaio 2013 era stato toccato l’apice di 16.388 lettori.
Nel mese di ottobre abbiamo pubblicato 38 “post”, che hanno raccolto, ciascuno, mediamente, escludendo dal conteggio i sei “post” più letti, 345 letture.
Interessante, ci pare, dal punto di vista “sociologico” piuttosto che politico, elencare i sei “post” che – dati aggiornati ad oggi – hanno suscitato più clamore e raggiunto il “top” delle letture.
E’ di tutta evidenza che “post” di giudiziaria e sport continuano ad attirare maggior interesse fra i lettori, fra i trapanesi. Non è una novità.
Altri temi, pur sollevati dal blog, a nostro avviso importanti, quali, solo a titolo d’esempio:
Hanno avuto un numero di letture e posizione di classifica inferiori.
Certamente, sui numeri, possono aver inciso tanti fattori: il giorno e l’ora di pubblicazione del “post”, la maggiore o minore “condivisione” sui social network, il titolo, la foto.
Ma riteniamo egualmente chiaro che la politica, inteso nel senso più alto del termine, quale il dibattito sui temi concreti della vita sociale, la denuncia di disfunzioni e la proposta di soluzioni, sia lontana dai cittadini.
Vuoi per disamore, vuoi la discultura, vuoi per sfiducia, vuoi – soprattutto, purtroppo – per disinteresse.
Sarebbe interessante comprendere i motivi del disinteresse. Se legato a carenza d’informazione, alla presenza di altri “interessi” (la nuova gradazione di smalto per unghie appena uscita o l’ultimo smartphone, la vittoria della propria squadra di calcio, la vita sentimentale o sessuale, il successo lavorativo ed economico, le “mangiate” cogli amici, il meteo) o la semplice assenza di luoghi e momenti adatti e riconosciuti di discussione, di interlocutori interessanti ed attendibili.
Questa ricerca, a nostro parere, dovrebbe essere il centro di un dibattito fra chi interessa ancora, nonostante tutto, che, invece, la nostra società si sollevi dal grigiore, dall’ignoranza, dall’individualismo che, certamente, a lungo andare, non portano lontano.