Concittadini, le opinioni diverse ci stanno, le offese no
Nel « sinedrio » di Facebook, una folla di « scribi », aizzata dai « sommi sacerdoti » che vigliaccamente si nascondono dentro il tempio di MemeSuddu domenica pomeriggio mi hanno … crocifisso.
Sono quasi certo che anche predetto verbo crocifiggere turberà molti fedelissimi e tanti benpensanti, ma voglio rassicurarli : tutto è accaduto in modus virtualis.
Prima d’ora i libri di storia non avevano riportato cotanto accanimento ed acredine contro qualcuno.
Dove erano gli scribi ed i sacerdoti quando fu arrestato l’amato Fazio?
La città di Trapani, lo preciso per evitare che si possa pensare alla Galilea, nel recente passato ha vissuto la triste incarcerazione di un amato ed osannato sindaco con pesanti accuse di corruzione, e pure il confinamento di un pluri eletto senatore, additato di contiguità alla mafia.
Accuse gravi, eppure gli annali della storia nulla riportano in ordine alle reazioni, civili od anche irritate, del popolo che li aveva eletti e rieletti ! Nessuno ha fatto sentire la sua voce, nessuno ha sgangherato la sua penna stilografica o frantumato la tastiera del PC contro quest’onta per la Città.
È perfino accaduto che l’attuale sindaco della Città, notoriamente senza padrini e senza padroni, quindi antimafia (!), ha ritenuto cosa buona e giusta, non costituire la Città parte civile nel processo contro colui che ha macchiato la città, seppur tutti i telegiornali nazionali ne abbiano dato notizia Urbi et Orbi.
V’è di più !
Il primo, appena riavuta la liberazione dagli arresti, venne premiato con 10.566 voti del popolo trapanese, mentre, il secondo ebbe 7.797 voti.
Il popolo difese e votò i suoi figli, ed i pseudo odierni « Barabba » ancora passeggiano tranquillamente per la città, perfino omaggiati, riveriti ed anche temuti dagli amici, cliens e vassalli.
Dove erano gli scribi ed i sacerdoti quando furono offesi dal sindaco?
Non penso che « Pilato » di sua volontà ci avrebbe condannati in luogo dei numerosi « Barabba », tuttavia ancora una volta, « la folla » (l’aggregazione più pericolosa che possa esistere, secondo Gustave Le Bon [1]) ha aggredito e sopraffatto la Giustizia.
Domenica sono stato insultato da coloro che, solo pochi giorni addietro, erano stati definiti, dall’attuale sindaco, SCIMUNITI e PRIVI DI SENSO CIVICO (come ci ricorda il giornale TP24). L’esperto politico disceso dal monte, forse conosce meglio di me gli abitanti di una città dove vivo con la mia famiglia da generazioni.
Nessuno, per cotanti poco lusinghieri apprezzamenti, si offese o se ne lamentò, sicché implicitamente tutti ammisero di meritare predette onorificenze. Oppure i loro cuori imposero alle loro menti il convincimento autoincensante che l’additazione di scimunito ed incivile era stata indirizzata al vicino di casa o al collega di lavoro.
La storia non c’insegna nulla : ci saranno sempre un Pietro ed un Giuda
Mi ha ferito maggiormente leggere come qualche « Pietro » mi abbia pubblicamente rinnegato, seppur solo una volta, piuttosto che tre, eppure aveva manifestato con noi la domenica mattina, condividendo … il pane e il vino dell’ultima cena, rectius della colazione mattutina.
Bis in idem per qualche « Giuda » che, un tempo, aveva condiviso il mio desco e che ora mi accusa d’essere un « fascio-leghista », o di proferire « un minestrone di cavolate » o, ancora, pubblicamente sostiene che « queste persone vanno ignorate ».
Comunque, per non farmi mancare nulla, per un altro io avrei « toccato il fondo ».
Definiti gruppo d’imbecilli per aver espresso il proprio pensiero …
Di tutto e di più per aver promosso una civile manifestazione politica (autorizzata dalla questura e quindi lecita), assieme ad altri, per esprimere dissenso a talune norme nazionali e locali che seppur non condivido, continuo a rispettare.
Un evento che ho dedicato ad un uomo brutalmente soffocato fisicamente da un altro uomo, come noi manifestanti, ma solo psicologicamente, siamo stati soffocati nei nostri diritti civili dal confinamento a casa, condannati senza colpa, nei due mesi precedenti.
È stato contestato :
- il “come” abbiamo manifestato (i nostri “slogan”),
- il “perché” (siamo contro l’obbligo dell’uso delle mascherine all’aperto, ma il tema della protesta era in verità ben più ampio),
- il “quanti” eravamo (come se la democrazia fosse la legge del più forte).
Eravamo « un gruppetto di imbecilli », ha sentenziato una sacerdotessa tra i tanti « sommi sacerdote », su Facebook.
L’unica inascoltata difesa d’ufficio
Inutilmente l’avvocato Giuseppe Marascia – che non ha partecipato o sostenuto la manifestazione – sempre su Facebook li ha cosi redarguiti : « Ma un minimo di rispetto per la democrazia e quindi per la voce in dissenso quando come questa è espressa in modo civile, no? » e poi ancora aggiungendo : « in democrazia la voce della minoranza va tutelata sempre anche quando dice cazzate, in altri regimi invece viene contestata e vilipesa ».
Marascia, ha centrato il tema:
eravamo e siamo, una minoranza.
Difficile prendersela col più forte, con chi ti sfrutta, ti deruba, ti limita con provvedimenti tanto insensati quanto arbitrari, sempre più facile riversare la rabbia repressa sul più debole, il “negro” di turno, il “diverso”, perché chi è omologato al pensiero unico dominante non ammette che un altro possa pensarla diversamente.
Fa specie che qualcuno che ha ritenuto corretto offendermi nel pomeriggio, è stato visto la mattina passare davanti noi e subito farsi il segno della croce all’ingresso nel Santuario della Madonna, rivolgendo le sue preghiere a Dio.
Quale Dio ?
Non certo quello che ci dice “ama il prossimo tuo come te stesso”, e neanche quello che ci disse “io non lo giudico”.
Pur travolto da una notevole quantità di frasi offensive, non ho ancora perso la speranza che coloro che sono stati definitivi dal sindaco quali SCIMUNITI, in un futuro prossimo potranno mutare in melius e rinnovarsi, rinascendo NUOVI NUOVI con rinnovato SENSO CIVICO.
La speranza è l’ultima a morire!
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Nota :
[1] Gustave Le Bon, psicologo, sociologo e scrittore, ha scritto, nel 1895, “ Gustave Le Bon - Psicologia delle Folle ”. Nel primario saggio, tra l’altro, scrive : « La folla diventa molto facilmente carnefice, ma non meno facilmente martire […] Quando fa parte di una folla, l’uomo acquista coscienza della possanza che il numero gli conferisce, e alla prima suggestione di assassinio o di saccheggio, cederà immediatamente. L’ostacolo inatteso sarà infranto con frenesia ».
Caro Natale, avrebbe detto il Divino Alighieri ” non ti curar di loro, ma guarda e passa ”
Hai tutta la mia stima e soliedarietà.
Lo so, è poca cosa.
Giacomo