Nuovo Scandalo: Ma Daniela Toscano non si dimetterà
Una nuova inchiesta scuote il Comune di Erice. Ha origine dalle elezioni del 2017, quelle vinte dalla cordata Giacomo Tranchida – Daniela Toscano.
Ieri, così anticipa il quotidiano online marsalese TP24: « una confessione “sull’estorsione consumata in danno del Francesco Tarantino [candidato nella Lista “Toscano Sindaco” a sorpresa a dimessosi l’indomani delle elezioni, NdR], e dimostra, non solo gli interessi e le connivenze di alcuni candidati con la criminalità locale, ma anche la capacità della stessa criminalità di condizionare il voto e le successive scelte amministrative degli organi elettivi” ».
Nell’inchiesta è coinvolto un pregiudicato del rione San Giuliano, tale Diego Pipitone, che avrebbe anche sostenuto la poi eletta sindaca Toscano portando in dote due candidati, oltre ad avere intrattenuto rapporti diretti con la stessa:
« E’ il 12 giugno 2017 – scrive ancora TP24, riportando stralci dei verbali d’inchiesta -. Il giorno dopo le elezioni, sono arrivati i dati. Toscano è sindaco. C’è una telefonata tra lei e Giuseppe Diego Pipitone.
Fanno il punto sui voti, lui si attribuisce la paternità di quelli di Tarantino e Miceli. Parla come se fosse lui il candidato. Toscano non fa una piega. Cosa che – scrivono gli inquirenti – “fa presumere che la stessa Toscano fosse chiaramente cosciente che dietro quel risultato ottenuto dal Tarantino vi era l’ingombrante presenza di Pipitone” ».
Ad Erice, subito si torna a parlare di necessità di dimissioni della sindaca Daniela Toscano.
Stavolta richieste dall’avvocato Maurizio Miceli (Fratelli d’Italia) sotto l’accusa di aver « stretto accordi con personaggi pregiudicati per reati di una gravità inaudita del calibro di Pipitone ».
Non è una novità. Già pochi mesi fa le opposizioni, con un articolato documento, avevano chiesto le dimissioni della sindaca espressione del Partito Democratico. Dimissioni ovviamente respinte nonostante le pesanti accuse seguite, tra l’altro, all’arresto del vice sindaco Angelo Catalano, poi condannato definitivamente per corruzione.
Parafrasando Primo Levi, “Se questa è … stampa!”: silenzio sullo scandalo
Sono rimasti in silenzio per ore. Dopo la pubblicazione, stamani, della seconda puntata dell’inchiesta, la stampa locale trapanese, è rimasta interdetta.
Nessun social ha pubblicato un solo rigo di commento.
Eppure si tratta di Erice, non di un villaggio del Madagascar !
Telesud ha avuto un black out, insomma silenzio stampa. Oppure gli han pignorato di nuovo scrivanie e telecamere come qualche settimana fa?
TrapaniSì, nulla riporta dell’inchiesta ma, al contrario, prova a dare voce ai politici ericini.
Cari amici di TrapaniSì, se queste sono interviste meglio non farle
« Secondo alcune indiscrezioni di stampa, la polizia starebbe indagando sulle ultime elezioni amministrative e su alcuni rapporti tra pregiudicati ed esponenti politici », così Maurizio Macaluso collaboratore di TrapaniSì, annuncia succintamente la notizia nella sua audio-rubrica “Interviste Corsare”.
Prima viene intervistata Valentina Villabuona, neo presidente provinciale del Partito Democratico nonché coniuge di un socio del giornale online Il Locale News anch’esso, per coerenza, restato muto sulla vicenda ericina.
La Villabuona, all’epoca, nel 2017, era candidata ad Erice. Il cronista le domanda se la stessa avesse avuto sentore di « interferenze di pregiudicati nella competizione elettorale », ricevendo risposta negativa.
Lei, dal quartiere popolare di San Giuliano praticamente non passava, quindi non sapeva nulla.
L’ascoltatore si aspetta che il cronista Macaluso domandi alla sindaco Toscano conferme sui rapporti con Diego Pipitone, oppure riprenda la vicenda dell’arresto del vice Toscano, l’architetto Angelo Catalano.
Invece le domande sembrano avanzate da un neofita del mestiere, quasi ad uno scolaretto delle elementari. Il cronista quasi mette in bocca le risposte ai propri interlocutori.
Macaluso domanda :
- se la sindaca si senta la « coscienza a posto », ricevendo una risposta quasi un monosillabo : « Assolutamente, Sì ».
- poi, se esista una « strategia finalizzata a destabilizzare l’amministrazione di Erice » (da parte di chi, caro Maurizio Macaluso, della Magistratura o del tuo collega Giacomo Di Girolamo?) : anche qui la sindaca, roboticamente, risponde « Assolutamente, Sì ».
- Infine, domanda se « intende dimettersi » e la Toscano risponde « Assolutamente, No ».
Una intervista che poteva concorrere con onore al Premio Pulitzer 2020, se, sfortunatamente per il “nostro” Macaluso, non l’avessero già assegnato?
Però una battuta per chi vuol capire: se il giornalista Di Girolamo pubblica le notizie giudiziarie in argomento, è evidente che le ha estratte da un fascicolo giudiziario ormai pubblico, quindi … perché questi angioletti cascano dal pero, oltretutto sorpresi ! ? !
L’arte di avere sempre ragione : denigrare chi ti accusa, TP24 quindi
La Toscano quindi afferra il microfono per “togliersi qualche sassolino dalle scarpe”, come si suol dire. Lei, come colui che l’ha scelta come sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, sono maestri dell’arte di avere sempre ragione declinata da Arthur Schopenhauer [1].
La sindaca di Erice, la città delle nebbie in tutti i sensi, accusa il giornale TP24.it di :
- aver messo in atto una « macchinazione », insomma un comblotto;
- aver provato un « tentativo maldestro » di accusarla;
- di fare « pre-campagna elettorale » (a favore di chi non lo precisa però: Giacomo Di Girolamo il direttore di TP24 si candida a sindaco di Erice?),
- di realizzare servizi « montati ad arte ».
Diversi i toni dell’intervista a Nino Oddo, oggi fuori dalla politica attiva
Diverso il tono delle domande fatte a Nino Oddo, il leader del partito socialista che sosteneva l’avversario della Toscano, ovvero il medico Luigi Nacci.
Il cronista di TrapaniSì prova a metterlo in difficoltà chiedendo dei suoi rapporti con il pregiudicato Diego Pipitone.
L’ex deputato Oddo sembra ammettere che questi si era presentato nel suo Comitato con le accettazioni alla candidatura dei suoi “protetti” Francesco Tarantino e Francesca Miceli.
Tuttavia, dopo aver invano chiesto « supporti organizzativi » (soldini in cambio dei voti?) per sostenere la campagna elettorale, Pipitone ed i suoi candidati inspiegabilmente saltavano sul carro dello schieramento opposto, quello del duo Toscano-Tranchida, risultando determinanti per la vittoria di questa al primo turno.
L’insinuazione di Oddo: ci fu voto di scambio a favore della Toscano!
Nel corso dell’intervista, Nino Oddo lascia una chiara insinuazione nei confronti dell’operato dell’allora candidata Toscano : quella di aver fruito di voto di scambio politico-elettorale [2] [3].
E’ chiaro – sostiene nei fatti Oddo – che il candidato sindaco Luigi Nacci abbia respinto gli illeciti « supporti organizzativi » richiesti dal rappresentante dei candidati (Pipitone) per confermare le accettazioni alla candidatura. Altrove, domanda, dalle parti della Toscano dove Miceli e Tarantino sono alla fine approdati, è stata seguita la stessa regola?
L’eventuale reato, quando non c’è la mafia in mezzo, comporta pene ridicolmente esigue nonostante risulti pesantemente decisivo nell’unico momento democratico a disposizione dei cittadini, le elezioni.
Oddo, infatti, conferma che, rispetto all’attività del Pipitone, il voto del 2017 alle amministrative di Erice è risultato « inquinato » e « falsato ».
Parole al vento, la questione morale non interessa l’elettore ericino e men che meno al Partito Democratico. Troppi interessi economici ballano su Erice per mollare le poltrone.
—
Note:
[1] Mutatio controversiae: se c’è il rischio che l’avversario possa avere ragione, spostare l’argomento della disputa su altre questioni.
[2] D.P.R. 16 maggio 1960, n. 570, art. 86. (T. U. 5 aprile 1951, n. 203, art. 77): « Chiunque, per ottenere, a proprio od altrui vantaggio, la firma per una dichiarazione di presentazione di candidatura, il voto elettorale o l’astensione, dà, offre o promette qualunque utilità ad uno o piu’ elettori, o, per accordo con essi, ad altre persone, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 3000 a lire 20.000, anche quando l’utilità promessa sia stata dissimulata sotto il titolo di indennita’ pecuniaria data all’elettore per spese di viaggio o di soggiorno o di pagamento di cibi e bevande o rimunerazione sotto pretesto di spese o servizi elettorali. La stessa pena si applica all’elettore che, per dare o negare la firma o il voto, ha accettato offerte o promesse o ha ricevuto denaro o altra utilità ».
Tuttavia:
[3] D.P.R. 16 maggio 1960, n. 570, art. 100. (T. U. 5 aprile 1951, n. 203, art. 93). « Qualunque elettore puo’ promuovere l’azione penale, costituendosi parte civile, per i reati contemplati negli articoli precedenti. L’azione penale, per tutti i reati contemplati nel presente Testo Unico, si prescrive in due anni dalla data del verbale ultimo delle elezioni. Il corso della prescrizione e’ interrotto da qualsiasi atto processuale, ma l’effetto interruttivo dell’alto non puo’ prolungare la durata dell’azione penale per un tempo che superi, nel complesso, la meta’ del termine stabilito per la prescrizione. ».
Ridicolo! Proporrei a TrapaniSi un cambio nel nome del programma da Inteviste Corsare a interviste ruffiane.