Inceneritori in Sicilia: spunta una tangente da 38 milioni

PALERMO, 1 FEB – Per la realizzazione del “progetto termovalorizzatori” in Sicilia sarebbero stati sborsati circa 38 milioni di euro, per il pagamento di una tangente nell’ambito delle trattive sull’affare che vedeva la costruzione di quattro inceneritori nella regione del Sud Italia.

A lanciare l’allarme era stata la società di revisione Ernst & Young dopo un audit commissionatole da Gea, la tedesca che avrebbe dovuto fornire chiavi in mano, con l’italiana Pianimpianti, tre dei quattro maxi-inceneritori che avrebbero dovuto produrre elettricità bruciando rifiuti.

La costruzione de polo però non avvenne mai a causa di continui impedimenti.

Nel luglio 2007 la Corte di giustizia del Lussemburgo, inaspettatamente, annullò la gara (perché non conforme alle norme europee) mentre erano in corso già da tempo, da parte delle aziende aggiudicatarie, le attività di preingegneria.

Ad occuparsi della riformulazione delle quattro gare fu l’Arra, l’Agenzia regionale per i rifiuti e le acque, nella persona del presidente dell’Agenzia, l’avvocato Felice Crosta, la nuova asta andò deserta, per via di una clausola che imponeva al vincitore l’implicito risarcimento dell’aggiudicatario precedente. Lombardo abbandonò il progetto e seguì un contenzioso legale che oppone ancora oggi la Regione siciliana alle imprese che lamentano il danno della soppressione della commesse.

FONTE: NANOPRESS

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