PORTO: I COMMENTI DELLA STAMPA.
Di seguito ecco come la stampa ed i giornalisti indipendenti di Trapani hanno commentato la vicenda dello scioglimento dell’Autorità Portuale di Trapani. Ne esce un “quadro” totalmente diverso e più costruttivo da quello “dipinto” dai nostri scarsi rappresentanti politici, a cominciare dal sindaco Fazio.
Franco Mennella, nell’oramai propria celebre rubrica di satira, “Ex-Cathedra” su Monitor, n.35 del 26 ottobre 2007, racconta: «Mi sovviene una vecchia barzelletta …
Un uomo va dal medico: “Dottore, se tocco la testa con un dito sento dolore, se con lo stesso dito tocco il petto sento dolore, se tocco le gambe sento dolore … insomma ogni parte del corpo io tocchi sento sempre un fortissimo dolore. Pensa sia grave?”. Il medico risponde subito e senza mostrare il minimo accenno di esitazione: “Guardi, i casi sono due. O ha un dito rotto oppure il Governo Prodi ed il ministro Bianchi hanno ordito un oscuro complotto contro di lei …”».
Il giornalista spiega, a modo suo, il «pasticciaccio brutto dell’Autorità Portuale».
«Siccome non voglio inimicarmi la città, mi unisco al coro di chi protesta giustamente contro l’inconcepibile decisione di sopprimerla. Ma poi perché hanno deciso di chiuderla? Vabbé, non c’erano i numeri per costituirla e l’hanno messa su lo stesso, ma questo è successo tempo fa, non stiamo a rimestare storie vecchie; negli anni successivi avrà contato pure il traffico marittimo con il pallottoliere ed ora non si capisce quante merci sono passate del porto, ma non si può contestare una cosa del genere. E’ un modo di legarsi alle antiche tradizioni e non essere schiavi della tecnologia, come fate a non comprenderlo?
Eppure, guardate che cose strane, il Ministro si applica a volerla chiudere soltanto perché non c’erano i numeri per costituirla e nemmeno per mantenerla. L’indignazione, oggi, mi sembra assolutamente legittima».
«Anche il Vescovo è d’accordo con noi che difendiamo l’Autorità Portuale dall’armata bolscevica che sta attaccando Trapani. E voglio ricordare che Sua Eminenza aveva anche gridato al miracolo per la Coppa America e per la rielezione di Fazio».
Anche Salvatore Vassallo la mette sull’ironico. «Restituiteci il Paradiso Terrestre». Così inizia l’editoriale del direttore «Stiamo valutando seriamente l’opportunità di scrivere al Santo Padre e cominciare la lettera così: “Non sai vuole entrare nel merito delle valutazioni circa i dati, ma si vuole evidenziare come il provvedimento da Lei firmato…”».
«Non vogliamo discutere, insomma, del peccato originale, ci interessa andare al sodo e sviscerare le conseguenze di quell’atto disgraziato che ci costringe a lavorare per campare e non godere di tutti i benefit chela condizione primaria ci concedeva. Si, Adamo si è lasciato tentare da Eva ed ha mangiato la mela privandoci del Paradiso Terrestre. Ma noi non vogliamo discutere adesso di quel gesto. (…) Perché ci ha tolto i privilegi? Perché non avevamo rispettato i patti, dice Lei, va bene, ma noi non vogliamo discutere alla valutazione dei “dati”, perché ritorna sempre a parlare dei dati, del peccato originale? (…) ».
Peppe Rizzo – sullo stesso periodico – è più pragmatico. «Registrato il provvedimento ministeriale che sopprime l’Autorità Portuale trapanese strapparsi le vesti invocando improbabili manifestazioni di piazza non serve a niente. E’ meglio cercare di capire come e perché si è arrivati alla odierna debacle. Per cominciare un nuovo percorso».
Rispetto alle chiacchiere ed ai piagnistei del sindaco Fazio «Meglio affidarsi ai numeri, oggettivi per definizione, individuando come questione principale da affrontare quella del tonnellaggio di merci movimentate annualmente che è risultato drammaticamente insufficiente per il mantenimento in vita dell’Autorità Portuale. Capire perché ciò è accaduto è il primo passo del nuovo percorso».
Per Rizzo rileva che « (…) il compito principale di ogni attività è quello di garantire un regime di concorrenza fra gli operatori in modo che i costi di movimentazione (delle Merci, NdR) si abbassino e, di conseguenza, cresca il tonnellaggio complessivo movimentato. Si è mossa in questa direzione l’Autorità Portuale operante a Trapani dall’anno 2003 fino all’altro ieri? Sicuramente no (…) ».
In conclusione «La mancanza di concorrenza, con la relativa inevitabile lievitazione dei costi di movimentazione costituiscono responsabilità precipua dell’Autorità Portuale che, in sostanza, la cancellazione pare essersela cercata».
Un nuovo curioso aspetto viene evidenziato sempre da Franco Mennella, e sempre su Monitor. Egli vede il sindaco di Trapani, avv. Girolamo Fazio, come un novello «Doctor Jekyll e mister Hide» in quanto «Contrada Cassiere ed Autorità Portuale. Hanno più punti di contatto di quanto questo possa sembrare ad un primo frettoloso sguardo».
«In entrambi i casi si parla di decine di milioni di euro da investire sul territorio, di possibilità di sviluppo. Ed in entrambi i casi abbiamo una parte che accusa l’altra di attaccarsi ad ogni cavillo di legge di legge disponibile per contrastare il progetto mentre la controparte, oltre a ribadire di essere perfettamente in regola on i dettati normativi, premette che la nostra città ha bisogno di sviluppo in termini economici ed occupazionali».
Per Mennella, tuttavia, «La perplessità nasce quando ci si rende conto come un unico soggetto (il sindaco Fazio, NdR) possa, nelle vicende, rivestire una volta l’uno, una volta l’altro ruolo».
Passando, invece, al mensile “Extra” – n. 49 di ottobre 2007 – troviamo il “pezzo” di Aldo Virzì dal sintomatico titolo “Privi d’autorità”. Virzì – che scrive a poche ore di distanza dalla diffusione della notizia – immagina già cosa succederà dopo la chiusura dell’Autorità «si griderà al tradimento, con tutti i politici di destra e di sinistra per una volta accomunati nell’unico scopo di difendere lo stipendio dell’ing. Baroncini e dei suoi pochi e scelti collaboratori (…) (un) Consiglio d’Amministrazione tutto lottizzato da Forza Italia e soci, a dimostrazione dei veri interessi che si celavano dietro quel nuovo organismo. Ma sappiamo che il centro-sinistra è l’immagine di Tafazzi, quello bravo a picchiarsi …».
Tra i “dipendenti” dell’Autorità – ricorda Virzì – «Quelli che hanno consentito di ottenere il decreto di nomina» e che «è bene ripeterlo, sono sotto accusa da parte della Procura della Repubblica. Perché sarebbero stati gonfiati ad arte (i dati del traffico, NdR). Il processo che vede imputato l’ex-Comandante di Porto e attuale segretario della disciolta Autorità, Ignazio Agate, si sta celebrando in questi giorni».
Affrontando l’argomento (“Rosso fisso”) il direttore di extra, Nicola Rinaudo, invece si fa … due pagine di domande. Le risposte le lascia ai lettori. «E possibile, conoscere, dal senatore D’Alì, i nomi degli autori di questo preciso disegno tendente ad affossare la città di Trapani? E possibile che lo scioglimento dell’Autorità portuale di Trapani determini, immediatamente, scenari catastrofici per questa città, così come li hanno dipinti con “facce da occasione” (tipo da funerale) l’ex-presidente Emilo Baroncini, il sindaco Girolamo Fazio e soci? E’ possibile che in altri porti italiani, dove l’autorità portuale non è mai esistita, l’economia di queste città non sia mai andata propriamente a rotoli? E’ possibile che la gente continui a tollerare, opponendo gelido silenzio, gli atteggiamenti da “piccolo duce” del sindaco di Trapani (…)?».
La stessa Mariza D’Anna, caporedattore de La Sicilia, sul proprio molto moderato quotidiano, dopo aver spiegato che, solo ora, «molti sono venuti a conoscenza dell’Esistenza di un Ente chiamato autorità portuale, che è cosa diversa della Capitaneria di Porto» e sottolineato che «si commetterebbe certamente un errore qualora si identificasse l’Autorità in questione con le regate della Coppa America», arriva a scrivere che «si dovrebbe approfondire il ragionamento e portare la questione più a fondo, per evitare di fare come gli studenti che scendono in piazza a protestare senza sapere perché. Dalla loro hanno la giustificazione che un giorno senza scuola è un giorno guadagnato, la città giustificazione non né avrebbe alcuna». Insomma ammette che qualche problema, qualche “buco” – nella condotta e nelle affermazioni del sindaco – ci deve essere.