Altolà del TAR al Muos. Ma arriva tardi, il Muos è completo
Trapani, 14 febbraio 2015 – «Con la sentenza n. 461 del 2015 il TAR di Palermo ha accolto i ricorsi proposti contro l’installazione del MUOS a Niscemi. Il Tribunale Amministrativo ha, infatti, ha dichiarato che le “revoche” delle autorizzazioni operate dalla Regione Siciliana nel marzo 2013, erano da qualificare come annullamenti in autotutela con effetto definitivo. Inefficace, quindi, la successiva revoca delle revoche del 24 luglio», la notizia fa il giro del web ed è, in effetti, dirompente.
«Poiché l’annullamento opera con effetto “ex tunc” come se le autorizzazioni non siano mai venute in essere, i lavori compiuti dalla Marina Statunitense sono da considerare integralmente abusivi in quanto iniziati e proseguiti in assenza di autorizzazioni», spiegano dalle parti del “Movimento No Muos”.
«Il TAR – si legge ancora nel comunicato delle associazioni No Muos –, ha poi rigettato i ricorsi proposti dal Ministero della Difesa contro i suddetti annullamenti, ritenendo che la regione avesse ben operato nell’annullare le autorizzazioni stante che tutte le perizie esperite in corso di causa dimostrano come l’impianto sia rischioso per la salute e per il traffico aereo degli aeroporti di Comiso, Sigonella e Catania».
Una vicenda che ha del grottesco, per un’altra sconfitta politica, ed amministrativa, del presidente della regione siciliana Rosario Crocetta, una vera “trottola” sul tema Muos. Crocetta, noto, in proposito, per aver dichiarato che il Muos non si poteva fermare perché “così vuole Obama e dobbiamo darglielo”.
Peccato che, comunque, la sentenza del TAR giunga tardi.
«La terza parabola del Muos è stata montata, per cui l’ennesimo strumento di guerra e di occupazione americano in territorio italiano è completato», spiegavano già a febbraio 2014, infatti, sul sito web StatoPotenza.Eu.
«Il Muos – scrive ancora Angelo Fontanella su StatoPotenza – assicurerà il trasferimento d’informazioni e dati ad una velocità mai raggiunta nella storia delle telecomunicazioni e consentirà alle forze armate statunitensi di rafforzare ulteriormente la propria superiorità militare in ottica della guerra perenne contro le nazioni non allineate all’imperialismo Usa ed ai mercati occidentali».
Ne parlavamo anche noi, leggi qui, riportando dal sito “Informare per Resistere”, il 1 febbraio 2014.
L’articolo di Fontanella, amaramente, ricorda tutti gli attivisti che si sono battuti, nel tempo, contro questi’impianto che, solo oggi, il TAR Sicilia denuncia come illegale e pericoloso: «Proprio in questi giorni gli attivisti sono stati raggiunti da decine di notifiche dalle procure di Caltanissetta e Gela per i reati che avrebbero commesso nel corso delle varie manifestazioni dell’ultimo anno contro la base Usa niscemese».
Ora è da vedere come se e come si procederà, dopo la Sentenza: «C’è il Muos da spegnere, le antenne NRTF da smontare», insistono gli attivisti.
Sarà facile? Intanto lo scorso 20 gennaio doveva andare il orbita il terzo dei «complessivamente quattro satelliti geostazionari» che col Muos realizzano il sistema di controllo planetario USA: «Le maxi-parabole trasmetteranno con frequenze che raggiungeranno valori compresi tra i 30 e i 31 GHz con una potenza di 1.600 W ciascuna; i due trasmettitori elicoidali, modello TACO H124, opereranno invece con una potenza di 105-200 W ciascuno. Sarà generato un micidiale cocktail elettromagnetico», spiega il giornalista Antonio Mazzeo sul proprio Blog.
E Obama permetterà a Renzi e Crocetta di fermare un progetto da «un costo complessivo prossimo ai 13 miliardi di dollari, diventando quindi uno dei più lucrosi affari per i colossi dell’industria militare americana» (Lockheed Martin, Boeing, General Dynamics, Harris Corporation) come ricorda ancora il giornalista Fontanella?