CONDANNATO RESTA IL CAPO DEL COMUNE

C’è qualcosa di “strano”, che va oltre un normale rapporto fiduciario, nel rapporto tra il Sindaco di Trapani, Girolamo Fazio, ed il suo segretario, Antonio Galfano. Cosa può aver portato il nostro Sindaco ad essere così “duro” con buona parte del personale del Comune (come lui stesso si rende conto quando afferma su “La Sicilia” del 28 ottobre «Le elezioni sindacali qui avvengono sulla base di chi è a favore o contro Fazio») e poi restare senza “batter ciglia” davanti ad una pesante condanna penale a diciotto mesi per il suo Segretario generale Antonio Galfano?

E la nostra domanda se l’è posta pure la Commissione nazionale Antimafia nella recente “visita” a Trapani. Scrive, in merito, Rino Giacalone (27 ottobre, quotidiano “La Sicilia”) che le Forze dell’ordine ed i Magistrati hanno fatto rilevare alla Commissione Antimafia come sia lungo l’elenco dei «politici ed i funzionari condannati o indagati per corruzione, turbativa d’asta, falso e abuso, coinvolti nelle inchieste sugli inquinamenti mafiosi, rimasti al loro posto».

«L’Antimafia ha accertato che anche in presenza di atti dovuti quantomeno solo per opportunità, c’è chi resta al suo posto». Lo stesso Presidente della Commissione, il senatore di Forza Italia, Roberto Centaro ha precisato che «Devono essere introdotte previsioni di legge che obblighino le amministrazioni a trasferire e sospendere i propri funzionari». Altrimenti può nascere, nella mente del cittadino, ha evidenziato il deputato della Margherita Giannicola Sinisi «L’immagine di un mondo alla rovescia dove i funzionari condannati fanno carriera e quelli onesti vengono rimossi». La Commissione, tra gli altri, si riferiva proprio ad Antonio Galfano.

Il Sindaco Fazio ricorda le sue precedenti parole? Perché dichiarare (La Sicilia, 29 aprile) «il Sindaco non ha alcun potere per revocare, né sospendere il segretario generale del Comune, in quanto i reati per i quali è stato condannato in primo grado non rientrano nella fattispecie di quelli per i quali è previsto l’esercizio di tale potere» per poi invece giustificarsi davanti l’Antimafia (La Sicilia, 28 ottobre) «non c’è stata la rimozione perché c’erano dei percorsi amministrativi da portare a compimento»: O l’una o l’altra, o no?

E poi questi “percorsi amministrativi” da compiere erano più importanti di una trasparente gestione del rapporto lavorativo tra Sindaco e Segretario? E un nuovo Segretario non sarebbe stato in grado di svolgerli? Anche un ritardo di un paio di mesi in questi atti non avrebbe, tuttavia, restituito maggiore serenità ai lavoratori del Comune ed a tutta la Città? E perché il Sindaco Laudicina ha pagato con l’oblio le eventuali sue colpe, mentre il suo Segretario Galfano, colui che l’accusa afferma essere stato il “grande manovratore” del caso “asili nido”, invece, continua a restare al comando della burocrazia cittadina?

Solo dopo che Rino Giacalone (ancora “La Sicilia” del 29 aprile) faceva rilevare al Sindaco che il suo atteggiamento «suona anche come solidarietà nei confronti del segretario generale Antonio Galfano (condannato insieme all’ex-Sindaco Laudicina …» si giungeva alla farsa delle “dimissioni” di Galfano (La Sicilia, 30 aprile), quando questi s’accorgeva che la condanna «indebolisce indubbiamente il prestigio e l’autorevolezza» del suo ruolo. Una farsa che, dal 30 aprile, aspetta l’esito. Perché il Dott. Galfano, oggi, scriviamo questo commento a fine novembre 2004, è ancora il capo del Comune di Trapani.

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QUALI SONO LE ACCUSE AL SEGRETARIO GALFANO

I seguenti brani sono tratti dalla sentenza di primo grado, con la quale il segretario comunale di Trapani, Antonio Galfano, è stato condannato a 18 mesi di reclusione con i benefici della condizionale, poiché incensurato.

«Nei confronti di Antonio Galfano è stata rivolta l’imputazione per il reato di abuso di ufficio … nello svolgimento delle sue funzioni, in violazione delle norme di legge … ha intenzionalmente procurato alla cooperativa Giustizia Sociale un ingiusto vantaggio patrimoniale, consistito nell’essere designata quale affidataria di un servizio comunale in assenza di qualsivoglia selezione.

Galfano si era fatto carico di predisporre una serie procedimentale che consentisse, in concreto, il raggiungimento del medesimo fine illecito, assicurando agli atti una parvenza di legittimità formale … Galfano aveva cercato di individuare il modo per consentire il raggiungimento dello scopo illecito – noto a tutti – con la minore responsabilizzazione possibile – anche in difformità dalla previsioni di legge e dalle prassi amministrative usuali – della giunta comunale e dello stesso segretario.

Antonio Galfano è imputato … del reato di falso ideologico per avere attestato falsamente, con la delibera di giunta n. 367/2000, fatti di cui tale atto era destinato a provare, in parte fino a querela di falso, la verità … Antonio Galfano è imputato di questo reato di falso ideologico, aggravato ex art. 61 n.2 c.p. dal fine di occultare il delitto di corruzione contestato ai coimputati, nonché di assicurare a sé e ai componenti della Giunta municipale di Trapani l’impunità rispetto al medesimo delitto, in relazione alla relazione denominata Indagine amministrativa a seguito di disposizione di servizio del 20.10.2000».

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