Misiliscemi, l’Assemblea di Marausa: Avanti con la scissione da Trapani

Trapani, 22 febbraio 2015 – Nel salone parrocchiale di Marausa, davanti a poco più di sessanta accalorati spettatori, s’è svolta, oggi pomeriggio, un’assemblea civica promossa dall’associazione “Misiliscemi” e finalizzata a far conoscere il progetto referendario che da qui a qualche mese, un anno al massimo, dovrebbe portare gli abitanti delle frazioni a scegliere il proprio futuro: assieme a Trapani, o da soli.

Si è trattato del secondo incontro (il primo s’era svolto, alcune domeniche fa, a Rilievo) di un ciclo di riunioni che intendono coinvolgere ed informare la più ampia parte possibile dei residenti nelle Frazioni.

L’assemblea è apparsa partecipata – nonostante la pioggia incessante – e accalorata. Il desiderio di portare al termine il percorso è chiaro: la gente presente, fra il pubblico se possibile ancora più che fra gli oratori, è apparsa vogliosa della “indipendenza” dalla Madre Trapani. Tanta ingratitudine, tanto egoismo, certo; ma anche tanto disagio per le sofferenze, ed il disinteresse ottenuto dalla classe politica che, tuttavia, loro stessi hanno, col proprio voto, contribuito ad eleggere (almeno due consiglieri comunali, ad ogni tornata elettorale, sono stati eletti col voto determinante delle Frazioni).

Le Frazioni sono notoriamente feudi elettorali; lo sono stato di Ciccio Canino, lo sono ancora dei vari portaborse dei deputati trapanesi. I contradaioli, così preferiscono chiamarsi, però, dopo aver venduto il proprio voto per un viaggio d’acqua, per uno spurgo del pozzo nero, per una chiamata da LSU, per una immeritata pensione di invalidità, per un occhio chiuso davanti ad una costruzione abusiva, vorrebbero pure che quella classe politica, spesso inetta, a volte solo disinteressata, che hanno eletto risolva gli atavici problemi collettivi fatti di isolamento, di assenza di servizi, di fogne inesistenti, di acqua che arriva una volta alla settimana.

Insomma vorrebbero la botte piena (i servizi) e la moglie ubriaca (i favori).

Sarebbe, di certo, stato più facile eleggere una classe politica capace.

Assemblea pro Misiliscemi a Marausa

Assemblea pro Misiliscemi a Marausa

E, a Misiliscemi, come si chiamerà il Comune, dopo i referendum, se si prenderà il quorum, la classe politica capace c’è. E’ quella formata da quegli uomini e quelle donne, i Soci dirigenti dell’omonima associazione “Misiliscemi” che, oggi, si sono alternati al microfono e che da quasi dieci anni si battono per trasformare il loro “progetto” prima in un progetto condiviso e poi in realtà.

Perché queste persone non sono state mai elette (o non si sono mai fatte avanti), viene da chiedersi.

I vari Salvatore Arena, Nuccio Pizzardi, Peppe Laudicina, Liliana Rondello, Peppe Franconeri, Elio Barbera, Salvatore Tallarita, Stefano Di Bono – intervenuti all’Assemblea – hanno esposto sapientemente le ragioni di “Misiliscemi”. Hanno mostrato arte oratoria, coscienza civica, preparazione che va ben oltre quella media che il Consiglio comunale di Trapani rappresenta. Perché non seggono, già oggi, nelle poltrone di Palazzo Cavarretta?

Stefano Di Bono, nel proprio intervento, questo passaggio lo evidenzia: «Se il Comune nuovo lo diamo in mano ad incapaci, non abbiamo risolto nulla», sostiene a ragione.

Ma “Misiliscemi” va avanti; mai potrà andare peggio di come va ora.

A parte, a questo link, la sintesi dei principali interventi della serata.

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