Trapani, Università: gli studenti scappano
L’Associazione “Per le Città che vogliamo” ha recentemente condotto un’interessante indagine conoscitiva sul grado di soddisfacimento degli studenti rispetto al funzionamento del Consorzio universitario di Trapani somministrando un questionario agli studenti. Benché abbiano partecipato all’indagine solo 205 studenti si può ritenere veritiero il risultato ottenuto.
Ma se gli studenti scappano … i Comuni nulla fanno per contribuire, con adeguati finanziamenti utili a rendere più completi e soddisfacenti i servizi del Consorzio. Ci riferiamo, in particolare, a Comuni come Alcamo, Castelvetrano, Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Castellammare del Golfo, Petrosino, Partanna i cui cittadini danno ancora la preferenza alla sede universitaria di Trapani, ma i cui Municipi non versano alcuna quota (o versano quote irrisorie, vedi Mazara) al Consorzio.
Affermano i Sindaci che il loro disimpegno è dovuto alla scarsa democrazia del Consorzio universitario di Trapani, il cui Statuto, in effetti, sembra proprio ritagliato ad uso e misura dei soci fondatori e, in specie, della Provincia. L’Organo di Governo del Consorzio, vale a dire il Consiglio di Amministrazione è, infatti, composto dal Presidente della Provincia Regionale di Trapani, (che lo presiede), dal Sindaco di Trapani, dal Sindaco di Erice, dal Presidente della C.C.I.A.A. di Trapani e da altri tre membri eletti dall’Assemblea (dove la Provincia ha la maggioranza delle quote!).
Anche se un nuovo Comune, comunque, volesse entrare tra i Soci (e quindi tra i finanziatori) del Consorzio, o un Ente già Socio volesse incrementare le proprie quote, dovrebbero, comunque, passare tra le “forche caudine” del Consiglio di Amministrazione, organo deputato all’ammissione, e governato dal Presidente della Provincia, che, attribuisce le quote, secondo Statuto, a proprio giudizio insindacabile. La Provincia, tuttavia, non mostrerebbe interesse a far cambiare i “rapporti di forza” all’interno dell’Assemblea.
Uno Statuto, quindi, da cambiare, per dare nuovo e più spazio ad altri e nuovi Soci e per far entrare nel CdA (anche con voto consultivo) i rappresentanti degli studenti (in atto già soci di minoranza). Ma chi può “convincere” il Presidente Adamo a modificare lo Statuto?