L’Anac si preoccupa della corruzione nelle Partecipate
E sono arrivate, quindi, anche le “Linee Guida per la prevenzione della corruzione nelle Società controllate e partecipate dalle Pubbliche Ammnistrazioni”!
Attualmente l’ANAC, l’Autorità Nazionale Anti Corruzione, ha avviato la procedura di “consultazione” fra gli Operatori che si concluderà entro il prossimo 15 aprile ed alla quale seguirà l’emanazione delle “Linee” definitive.
Lo scheda di Delibera, corposo ben 26 pagine, prevede, nel merito, la predisposizione, a cura della Partecipata, di un “Piano triennale di prevenzione della corruzione” (PCC) che dovrà essere predisposto dal “Responsabile della prevenzione della corruzione” e, quindi, formalmente adottato dall’Organo di indirizzo della Società generalmente individuato nel Consiglio d’Amministrazione.
Il Piano dovrà valutare le eventuali attività “sensibili a rischio di corruzione”, predisporre dei “sistemi di controllo”, elaborare un “Codice di comportamento” dei dipendenti e degli amministratori della Società, nonché un “Piano per la trasparenza”, e, soprattutto, definire le “modalità di assunzione, formazione e rotazione” dei dipendenti.
A tale proposito, le “Linee guida” ricordano – all’allegato 1, punto 4 – che, in riferimento alle assunzioni di personale, «pur non essendo applicabili le norme che regolano i concorsi pubblici, vi è comunque l’obbligo, nel reclutare il personale, del rispetto dei principi, anche di derivazione europea, di trasparenza, pubblicità e imparzialità».
E’ questo perchè risultano chiari i profili corruttivi di un’attività di selezione lasciata all’arbitrio dell’Organo di indirizzo politico della Partecipata.
Le “Linee” guida dell’ANAC ricordano che il “Responsabile della prevenzione della corruzione” debba essere nominato dall’Organo di indirizzo fra i Dirigenti della Società o, in assenza di Dirigenti, fra chi, in possesso di «un profilo non dirigenziale, garantisca le competenze previste per ricoprire l’incarico».