Bastione dell’Impossibile: Ecco perché è stato abbandonato!
La curiosità del cittadino è comprensibile e legittima: Perché l’accesso al “Bastione dell’Impossibile” è serrato? Perché la terrazza-giardino sopra la struttura non è curata e le sterpaglie la fanno da padrone? Perché il chiosco-bar che ricordiamo aperto e funzionante, anni fa, è chiuso ed abbandonato?
Gli acts 7 e 8 della “Louis Vuitton Cup” (“A Coppa America”, per il cittadino trapanese-medio) voluti dal senatore Antonio D’Alì, nel 2005, fecero riscoprire, ai trapanesi, questo tesoro del “Bastione dell’Impossibile”.
Poi, però, finita la festa, smontato il costoso ed inutile, ma suggestivo, cavalcavia pedonale sulla via ammiraglio Staiti, spente le luci, il “Bastione” tornò nell’ombra.
Il “Bastione” era stato troppo vanitoso e superbo nel vantarsi «per la sua posizione che consente la veduta panoramica del porto».
Un incantesimo, gettato da qualche infida strega, aveva punito la superbia e fatto addormentare il “Bastione” per un nuovo lungo sonno, ricoprendolo anche di intricati rovi.
Passarono cinque anni, e, alla fine, l’allora principessa Girolamo Fazio pensò a qualcosa di diverso che il semplice baciare il ranocchio “Bastione dell’Impossibile” per svegliarlo dal lungo letargo.
Erano le 13,15 del 21 gennaio del 2010 quando la principessa partorì la Delibera di Giunta n. 10. Ecco quale doveva essere la giusta pozione anti-incantesimo: «l’affidamento della gestione tecnica della struttura denominata “Bastione dell’Impossibile” mediante avviso pubblico»!
Dalla lettura della pozione, composta dalla Giunta Fazio, si scopre, in particolare, che «il Comune di Trapani ha ottenuto in concessione il complesso di proprietà dello Stato denominato “Bastione dell’Impossibile” con l’obbligo di effettuarvi i lavori di ripristino», che «il complesso in argomento rappresenta uno dei monumenti simbolo della Città» e che, per «consentire la fruibilità della struttura alla collettività amministrata e mantenere al contempo in uno stato di continua efficienza la struttura stessa» occorre procedere «all’affidamento della gestione tecnica della stessa».
La principessa Fazio ha escluso la gestione interna, a cura dei giardinieri del Comune, magari assistita da qualche sempre disponibile “volontario” di protezione civile a garanzia della sicurezza. Non ha mai spiegato il perché di questa decisione. Forse perché era troppo semplice. Sta di fatto che la scelta dell’affidamento si dimostrerà inefficace.
Il dirigente del settore, l’architetto Mariella Iovino, venuta prematuramente a mancare pochi mesi fa, si mette in moto, e, in ossequio all’indirizzo dettato dalla Giunta Fazio, predispone bando e contratto.
Alla gara per l’affidamento (alias “gestione tecnica”) – si legge dalla Determina n. 115 del 14 giugno 2010 – partecipano sette Ditte: Franco Sardo, A.M.C., Marco Fazio (esperienza al Bocadillo Pub), Gaetano Carpitella, Destinazione Benessere (un centro estetico) e, poi, Dreamers di Anna Oliveri e Iridium (una gelateria di Pizzolungo). Le prime cinque Ditte, però, risultano escluse: Sardo non allega una dichiarazione, le altre quattro dimenticano tutte di allegare la fotocopia del documento di riconoscimento del titolare. Al ballottaggio, quindi, fra Iridium e la Dreamers di Anna Oliveri ha la meglio la seconda soprattutto perché garantisce un più ampio calendario di apertura della struttura, nove mesi all’anno.
Già questo fatto avrebbe dovuto ingenerare qualche sospetto sulle prospettive negative dell’operazione, ma la Giunta insiste sulla bontà della propria pozione.
Come si conclude la storia d’amore fra il “Bastione dell’Impossibile” e la principessa Fazio? Male. La vita reale non è una favola a lieto fine.
La principessa è partita per altri lidi, il Parlamento Siciliano, il “Bastione”, e siamo giunti nel 2015, è sempre lì, ranocchio ed in mezzo ai rovi, e la signora Anna Oliveri, incapace di portare a compimento il proprio “Piano di Gestione”, per tutta una serie di intoppi burocratici – questa è un’altra storia che raccontiamo a parte – ha riconsegnato le chiavi e citato in Giudizio il Comune pure per danni, oltre centomila euro, presso il Tribunale Civile di Trapani.