Chiusura Bastione dell’Impossibile: Comune citato per danni
103 mila euro. E’ il danno che, secondo l’avv. Fabio Sammartano, che cura gli interessi di Anna Oliveri e della sua azienda Dreames, il Comune di Trapani avrebbe causato all’affidatario del “Bastione dell’Impossibile”. 25 mila euro per “danno emergente” e ulteriori 78 mila euro per “lucro cessante”.
La Dreamers si era aggiudicata, per un periodo triennale, dal 22 luglio 2010 al 22 luglio 2013, la gestione del monumento cittadino, ma, secondo quanto asserito nell’atto di citazione, non avrebbe potuto esercitare la propria attività di ristorazione in cima al “Bastione”, per una lunga serie di intoppi burocratici ascrivibili al Comune.
Non è stato mai chiarito perché, nel 2010, la Giunta dell’allora sindaco Fazio aveva deciso per dare la gestione del “Bastione dell’Impossibile” in affidamento a terzi piuttosto che curarla in proprio. Qui, fra il serio ed il faceto, ne diamo colpa ad un incantesimo: “Bastione dell’Impossibile: Ecco perché è stato abbandonato!”.
L’avvocato Sammartano, comunque, nell’atto depositato presso il Tribunale Civile di Trapani, spiega che, secondo una nota del Demanio, solo in data 25 marzo 2011 – circa nove mesi dopo quella che doveva essere la data di inizio della gestione – l’Amministrazione Fazio avrebbe richiesto al Demanio stesso la “concessione” della struttura che non è di proprietà comunale bensì appartiene al Patrimonio dello Stato.
Dall’atto di citazione, altresì, risulterebbe che il Demanio avrebbe negato l’installazione di alcuni gazebo – indispensabili per aprire l’attività per più mesi all’anno e renderla, quindi, economicamente positiva – poiché una parte della superficie del “Bastione dell’Impossibile” risultava ancora in uso alla Marina Militare.
Risulterebbe, altresì, il diniego, da parte del Comune, all’affissione di alcune insegne pubblicitarie.
Altri problemi erano scaturiti con la gestione dell’ascensore.
Da qui la rinuncia all’affidamento e la richiesta di danni di cui apprendiamo tramite la Delibera della Giunta Damiano n. 62 dello scorso 17 giugno 2015 che ha affidato all’avvocatura comunale l’incarico della difesa.
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Il Comune di Trapani, quindi, resisterà in Giudizio e, anzi, ha replicato con una “riconvenzionale”, ovvero con una richiesta di danni a favore del Comune stesso. A proposito di danni, tuttavia, è certo, però, che al momento il Comune, per il procedimento, ha dovuto sborsare 4.748 euro – vedi Determina dirigenziale n. 134 del 13 aprile 2015 – a favore del commercialista rag. Matteo Evangelista per predisporre una “perizia”.
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La vicenda, comunque, si presta ad alcune considerazioni e domande.
Com’è possibile che, nell’assegnare la gestione del “Bastione” alla Dreamers di Anna Oliveri (2010) il Comune scriva «il Comune di Trapani ha ottenuto in concessione il complesso di proprietà dello Stato denominato “Bastione dell’Impossibile” con l’obbligo di effettuarvi i lavori di ripristino» e, invece, l’avv. Fabio Sammartano, riportando una nota del Demanio, scriva, nell’atto di citazione, che «solo in data 25 marzo 2011» l’Amministrazione comunale avrebbe chiesto la concessione del “Bastione”?
- Qualcuno mente? E’ possibile che abbiano ragione entrambi?
- E, ipotizzato – per assurdo – che fosse vera l’asserzione dell’avv. Sammartano, com’è andato a concludersi “l’iter burocratico” della richiesta?
- Il Comune ha, oggi, la “concessione” del bene dallo Stato?
- Se non fosse così, qualcuno, ci spieghi perché il Comune non ha proseguito l’iter, dal 2011 (Era Fazio) ad oggi (Era Damiano)!
- Qualcuno ai vertici del Comune, lo stesso sindaco Fazio per primo, ha forse riconsiderato l’asserzione scritta sulla Delibera n. 10 del 21 gennaio 2010 della Giunta Fazio che «il complesso in argomento rappresenta uno dei monumenti simbolo della Città»?
- Conclusasi, nel corso del 2012, la gestione (!) della Ditta Dreamers, perché la nuova Amministrazione Damiano non ha proceduto a nuova gara per l’affidamento della Struttura, ovvero a gestirla in economia con proprio personale, limitatamente ai servizi si apertura, pulizia e custodia?
Chissà se “qualcuno” risponderà mai alle nostre legittime domande.