Scoppia il caso dello strano menage del Sindaco
TRAPANI, 2 MAR – Lui, Lei, Lui. A Trapani scoppia il caso dello strano menage Damiano-Cannizzo col terzo “incomodo”: ed è subito “scandalo”. La stampa s’è buttata a capofitto sul “gossip” grazie anche ai costanti aggiornamenti che, tramite comunicati stampa, giornalmente si susseguono fra le parti in causa.
Il primo Lui è il sindaco di Trapani, generale Vito Damiano: ha bisogno di qualcuno, o qualcuna, che gli dia «suggerimenti e consigli circa i rapporti con gli organi di informazione», dopo il “licenziamento” di Cinzia Bizzi, la “portavoce” del sindaco fatta fuori per motivi economici lo scorso 16 dicembre [leggi: IL SINDACO LICENZA LA PORTAVOCE].
La Lei è la bella giornalista Ninni Cannizzo, dipendente fino a circa un anno fa dell’emittente televisiva Telesud e che qualche mese fa ha avviato una collaborazione professionale cogli ambienti della Destra trapanese (il cosiddetto “Comitato delle Donne”), a partire della signora Antonia Pastorivo D’Alì.
Sostiene il sindaco Damiano, ammettendo esplicitamente la presenza e l’opera al Comune della giornalista senza contratto, che, «In talune di tali occasioni, allorquando il sindaco ha avuto necessità di chiarire specifiche tematiche, la dottoressa Cannizzo, in autonomia e con spirito di collaborazione, ha ritenuto opportuno contattare i propri colleghi dell’informazione».
L’altro Lui, il terzo incomodo è il consigliere comunale Francesco Salone.
Il giovane del PDL non ci sta a fare il ruolo del silenzioso sostenitore del sindaco che pur lui ha contribuito ad eleggere. Lui, precisa, che, per il rispetto che porta verso i cittadini che l’hanno eletto, anche se «mi considero ancora oggi un consigliere di maggioranza» quando il sindaco Damiano «commette errori così gravi, non posso che attaccare ciò che reputo illegale o irregolare».
Salone ha denunciato, venerdì scorso, con un pubblico comunicato stampa, ricco di dettagli, quello che lui sostiene essere una sorta di lavoro “in nero”, cioè non contrattualizzato, dentro il Comune.
Spiega, infatti, Salone che «la dottoressa Cannizzo, da oltre venti giorni, di fatto allocata dentro gli uffici di gabinetto, dirama comunicati stampa su carta intestata del nostro Comune, usando i mezzi telematici e telefonici dell’Amministrazione ed avendo accesso ad atti ed uffici come se fosse un dipendente comunale contrattualizzato e pertanto in organico», ma senza che lo è.
Salone accusa dichiaratamente e pesantemente al sindaco di confondere «una sana amministrazione ma con una distorta visione privatistica».
Insomma Damiano a casa propria può fare quel che vuole, ma al Comune deve rispettare le regole, le procedure.
Il sindaco generale Vito Damiano, replicando, su TrapaniOk ha sostenuto che non ci sarebbe alcun “caso”, ma che, semplicemente «Quelle volte in cui la stessa Cannizzo è stata presente nella casa comunale si è sempre intrattenuta con il sindaco al quale, in ragione della sua professionalità e della conoscenza personale con il primo cittadino, ha fornito suggerimenti e consigli circa i rapporti con gli organi di informazione».
Oggi, Ninni Cannizzo rompendo il proprio riserbo ha annunciato d’essere disponibile «a fornire la mia collaborazione a titolo gratuito, come ritengo debba fare ogni cittadino».
Il “matrimonio” riparatore è bello ed annunciato: presto è presumibile che Damiano emani l’opportuno decreto che assegni l’incarico, gratuito, alla bella giornalista Cannizzo. Se poi un incarico gratuito rispetti la deontologia di una professionista questo non è dato a sapersi. Intanto, però, a “rompere le uova nel paniere” ancora il consigliere Salone ha annunciato la richiesta dell’istituzione di una “Commissione d’indagine” nonché che chiederà «la tutela della propria onorabilità nelle sedi deputate».