INDAGINI SUL VOTO DI SCAMBIO
Sono state chiuse le indagini, riguardanti delle promesse di “servizi” in cambio di voto, per le quali sono stati accusati Diego Di Discordia (Forza Italia, consulente del sindaco Fazio) e Giuseppe Marino (capogruppo Lista Fazio). I fatti risalgono alla scorsa primavera, durante la campagna elettorale per l’elezione del sindaco ed il rinnovo del consiglio comunale. Sarebbero state intercettate delle conversazioni telefoniche dove due persone, avrebbero messo in causa Di Discordia e Marino dichiarando la propria disponibilità a fornire dei «buoni» in cambio di voti.
La notifica della conclusione delle indagini dovrebbe rappresentare il primo passo verso una richiesta di rinvio a giudizio, a carico di Di Discordia e Marino, che dicendosi estranei ai fatti contestati, hanno deciso di affidare la loro difesa all’avvocato Marco Siragusa.
La vicenda – siamo sicuri – si rivolverà in una “bolla di sapone” perché, come noto, a Trapani, come in Sicilia, il voto è libero, assolutamente non collegato a “promesse” di posti (anche precari), a “favori”, “buoni benzina”, nomine di “scrutatori” o “rappresentanti di lista”. Specie la voce che vuole che alcuni candidati usino nominare “rappresentanti di lista” in numero a volte pure superiore al numero dei seggi, in cambio del biglietto da 50 o 100 euro (e che, in cambio, i rappresentanti si sentano liberamente in obbligo di votare il detto candidato), è assolutamente destituita d’ogni fondamento.
E’, invece, vero, che – coincidenza – la gente, in blocchi da 400, 500, 600 e, alle volte, oltre 700, scelga di votare consiglieri uscenti dei quali non ha mai seguito l’attività istituzionale e dei quali non è a conoscenza, pertanto, della assoluta mancanza di loquacità (famosi “consiglieri muti”, ovvero che non hanno mai aperto bocca in consiglio…). (11 Marzo 2008).