TRANCHIDA: ZERO IDEE, MA CI SORVEGLIA
ERICE – Il Comune di Erice vuole mettersi “al pari” con quello di Trapani, non a caso Fazio, il sindaco di Trapani, e Tranchida, quello di Erice, sono persone della stessa risma securitaria, e ha chiesto, al Ministero dell’Interno (L. 133/08, art.61, comma 18) il co-finanziamento di un sistema di videosorveglianza. Ben 287.036 euro saranno spesi, di tasca propria, dal Comune di Erice quale quota a proprio carico di un progetto da complessivi 2.870.360 euro.
Ecco la prova provata di un sindaco che punta la sua attività alla cura all’immagine. “Il progetto persegue le seguenti finalità … riduzione della percezione di insicurezza degli abitanti di Castelbuono …” (si c’è scritto vero così, nel Progetto di Tranchida. “Qualcuno” ha copiato il progetto dal Comune palermitano e non si è neanche ricordato di cambiare il nome!!!).
Certo è, secondo noi, che l’Amministrazione in luogo di produrre una delibera – n. 150 del 29 giugno 2009 – “copia ed incolla” per realizzare il “Sistema automatizzato di sicurezza per la città di Erice” avrebbe potuto meglio spendere i propri, e nostri, soldi.
Non comprendiamo come tale “videosorveglianza” possa raggiungere anche le altre finalità del “progetto”, ovvero “contribuire al miglioramento della qualità della vita nel territorio” o la “dissuasione di comportamenti di tipo malavitoso”.
Primo perché la qualità della vita, in un Comune come Erice, dovrebbe elevarsi, con – ad esempio – la riqualificazione di un cinema – il Golden di via Madonna di Fatima – che, in luogo di film “porno” potrebbe offrire alla comunità un contenitore culturale che parta dalle proiezioni più qualificate e, perché no, giunga ad essere spazio per presentazioni di libri o dibattiti pubblici.
Ancora, il Comune di Erice, potrebbe qualificarsi offrendo spazi “verdi” (apertura al “pubblico” nelle ore pomeridiane e nelle giornate festive dell’area all’aperto dell’asilo di via Poma), impianti sportivi di quartiere (campo di calcetto, nelle more del “fantasmagorico” Falcone e Borsellino!), un centro sociale presentabile e godibile (rifacimento prospetto, attrezzatura con TV LCD, impianto video-proiezione, mini-biblioteca/emeroteca, mini-bar).
Ma tutto questo non lo pensa Tranchida, tutto concentrato di stare al fianco di polizie, guardia carcere e prefetto piuttosto che dei detenuti (molti i cittadini del quartiere in questa “condizione”), dei bambini e delle loro famiglie (cui non offre nulla).
Anche pensare i battere la malavita con quattro telecamere sa di incompetenza. Già semplicemente per il fatto che il Comune non dispone di personale – vigili urbani – già sufficienti per coprire il servizio in “strada” (fantomatico “vigile di quartiere” da Tranchida deliberato nel 2007 e di fatto mai attuato!), figuriamoci per “presidiare le consolle di controllo” delle telecamere. E poi perché, al più, si ottiene di spostare i luoghi di raduno dei “malavitosi”. La malavita si batte, soprattutto, coi servizi sociali!
Così, con le telecamere, si ottiene semplicemente l’effetto di criminalizzare tutti gli abitanti del Quartiere.
Vien da ridere, se non da piangere, infine, nel rilevare la volontà della Giunta Tranchida, tramite la “videosorveglianza” (!), di voler ridurre “le tensioni tra gruppi culturali di diversa etnia” (!). Ma di quali diverse “etnie” va blaterando, ad Erice, Tranchida? E, soprattutto, di quali “scontri”?
In conclusione quello del “progetto videosorveglianza” non è altro – per noi – che un altro degli costosi ed inconcludenti (salvo per l’immagine del proponente) del sindaco Tranchida.