PER FARE TURISMO OCCORRE PROGRAMMARE

ImageTRAPANI – I treni passano e l’uomo abile ha la capacità e la prontezza di riuscire a prendere al volo un treno carico di prospettive, speranze e potenzialità. Alcuni uomini non sono in grado di identificare tali treni, altri invece non hanno la voglia o la forza di prendere al volo il treno della svolta. A Trapani, in questi ultimi 2 anni, sta passando non un treno, ma una flotta di aerei color giallo-blu carichi dei semi per un industria redittizia e versatile quale quella turistica.


Infatti Trapani ha visto basare la propria economia, nel passato, sull’industria enogastronomica (vitivinicola in primis) e sul marmo. A parte questi due macro settori, il resto è stato un’industria spezzettata (se non addirittura inesistente) e il commercio al dettaglio.

ImageMa cosa contraddistingue l’industria turistica da quelle succitate? Che l’industria turistica è molto più “plastica” e si adatta a qualsiasi tipo di investimento e di attività. Infatti se è vero che è costoso e complesso aprire una cantina o una segheria di marmo, è molto più facile aprire un B&B, un negozio di sandali da mare, un tabacchino, affittare biciclette o noleggiare auto. Tutte queste attività (e molte altre, dalle più costose ed impegnative alle più semplici e meno remunerative) rientrano all’interno del pacchetto si servizi turistici che possono essere offerti agli stranieri che approdano sulle nostre terre.

Per questo è importante che le Amministrazioni tutte aprano REALMENTE gli occhi sulle potenzialità che l’industria turistica può portare alla cittadinanza in termini di economia e nuovi posti di lavoro ed adoperino delle iniziative adatte ad incentivare, incrementare ed agevolare tale flusso turistico.

ImageGià Salvatore Ombra, presidente dell’Airgest, ha ventilato il rischio che tutto il lavoro svolto per portare turisti a Trapani potrebbe dissolversi se non verranno attuati alcuni accorgimenti per rendere appetibile il “prodotto Trapani” ai passeggeri. Infatti, se è vero che alcuni passeggeri (si prevede un paio di milioni nel 2010) vengono appositamente per restare in vacanza, è anche vero che altri passeggeri rimangono solo un paio di giorni sul territorio per poi spostarsi in altre aree della Sicilia. E questi passeggeri, consapevolmente o no, “assaggiano” il nostro territorio, lo valutano e lo pesano come eventuale meta per le prossime future vacanze.

Ecco che il “salotto” che presentiamo al turista deve essere sempre buono, sempre pulito, sempre attraente ed invitante. E’ vero che molte cose sono state fatte. E’ vero che gli operatori delle strutture ricettive quest’anno hanno reagito con soddisfazione al flusso turistico. E’ vero che c’è ancora margine di sviluppo e il mercato non sembra stagnante.

Quello che manca, però è un progetto di sviluppo a breve, medio e lungo termine. Manca una programmazione che coinvolga tutta la Provincia con idee infrastrutturali e promozionali che tengano conto dell’intero processo di acquisizione e soddisfazione del cliente:

1) Ricerca turisti e promozione del territorio;

2) Agevolazione nel raggiungere la provincia;

3) Agevolazione nel far transitare i turisti dai luoghi di arrivo ai punti turistici individuati;

4) Pulizia e decoro di tali luoghi;

5) Offrire intrattenimento pubblico ed agevolando l’intrattenimento di origine privata;

6) Agevolazione nel far uscire i turisti dal territorio;

7) Attività promozionale di fidelizzazione;

8) Utilizzare il turista in partenza quale fonte pubblicitaria autonoma (viral marketing).

Tale base di partenza, tale progetto, tale programma, andrebbe sviluppato ed ampliato dagli Enti preposti (Provincia e Comuni) attraverso questionari, richieste, informazioni, suggerimenti che coinvolgessero associazione industriali, associazione piccole e medie imprese, associazione albergatori, sindacati, aeroporto, Ferrovie dello Stato, associazione architetti etc.

Una volta creato il “piano regolatore” dello sviluppo turistico, non importa quale sindaco, quale assessore, quale schieramento sia al governo del Comune o della Provincia. L’importanza e la consistenza del lavoro svolto consentirebbe di avere una sorta di traccia coordinativa per poter intraprendere un percorso che potrebbe durare 10, 20, 50 anni ma che punti in una direzione predefinita e quindi di indubbia efficacità.

ImageLo scopo di portare turisti? E’ facile. Se con 2 milioni di turisti possono lavorare di indotto 30.000 persone (cifra ipotetica) con 4 milioni di turisti possono lavorare 50.000 persone creando decine di migliaia di posti di lavoro in più. Perché l’industria turistica è a tutti gli effetti un’industria che può coinvolgere un intero territorio.

Ma a differenza dell’industria tradizionale, per come viene intesa non ha una un’organizzazione verticistica (la titolarità che offre lavoro in maniera piramidale) ma è più basata sul concetto del network laddove ogni operatore mette il proprio tassello indipendente.

E il numero ed il peso di questi tasselli (ovvero i posti di lavoro che si auto-generano) è direttamente proporzionale al flusso turistico che, a sua volta è direttamente proporzionale alla qualità dello sviluppo degli 8 punti sopra esposti.

Io credo che la sfida di coloro che si presenteranno alle prossime elezioni (provinciali e comunali) sia quella di avere un quadro di insieme completo ed una visione dello sviluppo di questa industria turistica che, se non presa in tempo potrebbe passare come una moda ripiombando Trapani nella stagnazione in cui viveva fino a pochi anni fa.

Il compito dei cittadini è quello quindi di votare non l’amico, ma le persone che sono in grado di interpretare questa visione in maniera convincente e concreta al fine di portare beneficio, lavoro ed infine soldi, nelle tasche di un elettorato finalmente consapevoli dei propri bisogni e delle proprie necessità.

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