E’ TEMPO DI BIBLIOTECHE SOCIALI
PACECO (TRAPANI) – «Abbiamo piu’ che mai bisogno di luoghi dove le persone possono stare insieme e fare delle cose insieme e, soprattutto, crescere insieme», così apre l’intervista Antonella Agnoli, autrice di “Caro sindaco, parliamo di biblioteche”, presentato mercoledì scorso presso la biblioteca comunale di Paceco, ma anche di “Le piazze del sapere”.
La Biblioteca come “presidio democratico”, lei dice.
«La mancanza delle sezioni, la mancanza delle piazze, la mancanza di tutti quelli che erano una volta i luoghi dove si cresceva insieme, democraticamente, confrontandosi; questo avere ormai come unico occhio sul mondo la televisione penso sia devastante. Quindi abbiamo bisogno di posti dove crescere insieme» – prosegue la scrittrice nell’intervista esclusiva rilasciata ad AltraTrapani ed ascoltabile, integralmente sulla nostra WebTv -. «Io, sono anni ormai anni, partendo dal libro “Le piazze del sapere”, quindi piazza come agorà, il luogo di partecipazione, candido la biblioteca ad essere questo tipo di luogo. Biblioteca, ovviamente, molto diversa dalla biblioteca alla quale siamo abituati. Una biblioteca – ad esempio – aperta anche le domeniche pomeriggio, da proporre come alternativa ai centri commerciali. Un luogo gratuito, dove non è necessario consumare, dove possono andarci tutti, bambini ed anziani, ricchi e poveri, italiani e stranieri, e tutti trovare quel che in quel momento hanno bisogno, che può essere leggere un libro, incontrare qualcuno – perché sei solo -, trovare una connessione gratuita ad internet, dove trovare qualcuno che ti aiuta ad utilizzarla in maniera giusta, questa rete, a farti una casella di posta elettronica …».
Queste “biblioteche” – secondo la Agnoli – dovrebbero capaci, anche fruendo del contributo di volontari, di fornire molti, moltissimi servizi (dalla classica presentazione di un libro, alla lettura di fiabe ai bambini, dalle gare di scacchi a quelle di FIFA 2012 sulla playstation, dal vedere insieme una gara in TV a vedere un film sul DVD, dall’internet point allo sportello giuridico, dai corsi di yoga, aerobica, lingue al bar per l’aperitivo, il caffè, sino all’assicurare sale per dibattiti o per feste e, perché no, per funerali laici) cosicché si trasformerebbero nei luoghi di riferimento per i cittadini e quindi dei presìdi democratici (piazze del sapere, per usare il titolo del precedente libro di Agnoli).
Perché investire in una biblioteca e non in altre cose?
«L’Italia continua ad essere un Paese molto bizzarro – ci risponde – , un Paese di grandi sprechi. Un Paese dove non si legge, ma nel quale abbiamo oltre 1.400 premi letterari, ma anche vari festival di qualsiasi tipo, sagre ecc. Che probabilmente attraggono l’amministratore perché non non è piu’ abituato ad avere una visione lunga. Occorre, invece, una visione piu’ lunga, che investa su dei luoghi, che sono dei presidi, permanenti, nel territorio, per far sì che la gente viva bene i 365 giorni dell’anno e non i tre giorni della sagra, o il mese in cui fai delle attività culturali. Questo è un investimento che fai sui bambini, sui giovani, in luoghi di creatività, un investimento per ricostruire questo Paese».
Qui la video intervista integrale: