5 STELLE? L’OBIETTIVO E’ LA POLTRONA

Beppe Grillo

TRAPANI – Raffaele Lombardo, presidente della Regione Sicilia, promette di dimettersi a luglio e di mandare la Regione al voto anticipato ad ottobre. I sondaggi (IPSOS per la trasmissione Ballarò) “lanciano” il “Movimento 5 Stelle” – a livello nazionale – ad un potenziale 18-20% di preferenze. Sono i due ingredienti di un’unica pietanza: sedersi sulla poltrona di deputato regionale. Ecco che, su Facebook ma anche in locali improvvisati, i “movimentisti” da tastiera si riuniscono per parlare di politica e, soprattutto, delle imminenti elezioni.

 

Il “Movimento 5 Stelle” – allora si chiamavano “Amici di Beppe Grillo” – dopo le “infruttuose” elezioni regionali del 2008 era totalmente sparito, nessuna attività sul territorio, nessuna riunione. Ognuno dei “trombati” era ritornato alle proprie attività personali. Nessuno dei “movimentisti”, in provincia, aveva provato a presentare una lista “5 Stelle” alle elezioni amministrative 2012. In quel tempo pensare di superare lo sbarramento del 5% era un’utopia. Fatica sprecata, quindi.

 

Movimento 5 Stelle Trapani

Ora, invece, dopo la diffusione di risultati ipotetici esaltanti ecco che spuntano, come funghi, gruppi a “5 stelle” a Trapani, ad Erice, a Paceco, a Custonaci, a Marsala. Le facce? La maggior parte sono le stesse di cinque anni prima … una sorta di “dracula” della politica: escono dalla “bara” la notte prima delle elezioni, ma nelle giornate dei cinque anni precedenti scansano l’impegno politico.

 

La credibilità di questi personaggi, dal linguaggio politico spesso vuoto, in questo caso è scarsa. E l’ordine del giorno della loro prima riunione regionale, che si terrà a Caltanissetta, il prossimo 9 giugno è di facile lettura: «Regionali: partecipare! se sì come scegliere i candidati?»

 

Domanda retorica. E’ tutto deciso. «Chi si propone come candidato per le liste regionali dovrà esibire il curriculum vitae, avere almeno 3 mesi di attivismo nel proprio movimento locale e non dovrà aver partecipato alle ultime 2 tornate elettorali con altri partiti o liste. In alcuni casi e solo per ovvie ragioni, l’assemblea potrà votare una deroga (!) a tali termini». Chi e quando l’ha deciso? «il regolamento è stato discusso, votato e approvato nel corso di riunioni regionali dal 2009 al 2010 da tutta l’assemblea regionale del moVimento 5 stelle siciliano». Quanti erano e chi erano a quell’assemblea regionale? Un mistero. E, soprattutto, chi stabilisce se un Gruppo è attivo da almeno tre mesi (pochini, per la verità)?

 

Sergio Troisi scrive su Facebook, sulla pagina “Movimento 5 Stelle Trapani”, «Dobbiamo stare attenti e proteggere molto bene questo nostro gioiello! Chissà quanti vogliono metterci le mani sopra; alcuni solo per opportunismo e per ottenere visibilità”. «C’è da stare attenti perché così come siamo strutturati è facile che qualcuno si infiltri”, gli fa eco Francesco Lombardo. Insomma la parola d’ordine è una sola: non fare “infiltrare” nessuno. La poltrona da deputato ce la dobbiamo giocare, con un centinaio di preferenze e qualche decina di migliaia, invece, di voti di protesta, “Noi”.

 

“Noi” chi? questi “Noi” chi li ha deputati ad essere i “rappresentanti” del “Movimento”? Nessuno, perché nel movimento “uno vale uno” – dicono – , non ci sono “rappresentanti”, ma “portavoce”, che deve “espressamente autorizzato almeno dalla maggioranza della base di riferimento”, per ogni singolo comunicato. Un cane che si morde la coda, insomma.

 

L'Espresso su Movimento 5 StelleEd allora? La risposta la dà Daniele Vignandel, un’attivista (ex?) del “Movimento 5 Stelle” in un’interessante intervista pubblicata questa settimana sul settimanale “L’Espresso” (VEDI LINK).

 

«Posso garantire – afferma Daniele Vignandel nell’intervista – che la famosa democrazia dal basso che tanto decantano non esiste”, che «Il Movimento funziona come il Vaticano. Hai il Papa, Grillo, e i cardinali, la Casaleggio. Poi ogni prete nella sua Chiesa può dire quello che vuole», che «i responsabili dei meetup a volte, soprattutto nei posti chiave, sono messi lì da Casaleggio. E’ una specie di Kgb dei poveri».

 

Insomma un “giro” chiuso. Dove il cittadino “credulone” di turno, prova ad inserirsi per impegnarsi per una maggiore qualità della vita del proprio territorio, ma è solo un “ingranaggio” nel gioco (personale ed utilitaristico altrui).

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