L’AMERICANISMO DEL PD
La Lega è il dato saliente delle elezioni del 13 Aprile. Ed il "fenomeno" è che gli operai della CGIL al Nord votano Lega, Qual’è il punto? Gli operai restano iscritti alla CGIL ed alla FIOM evidentemente perché ne hanno fiducia e se ne sentono rappresentati. La contraddizione parte da qui. Nella scheda elettorale non trovano il simbolo della CGIL né quello della FIOM. E quindi non possono darle fiducia elettorale. Trovano quello del Partito Democratico e lo saltano. Non vi hanno fiducia, non se ne sentono rappresentati. E votano Lega. La questione, la contraddizione, mi pare, riguarda il Partito Democratico. Quando la Lega tentò di fare il sindacato fallì.
Avevo previsto, anche se non nei termini catastrofici verificatisi, la débacle di Anna Finocchiaro.
Avevo altresì previsto – e detto – che avrebbe preso meno voti di Rita Borsellino. Ne ha avuti undici punti in meno. Perché? Rita Borsellino aveva un suo elettorato di riferimento, in un certo senso strutturato, con una sua identità: "Libera", la "antimafia", un po’ di "girotondo", la c.d. "società civile", Anna Finocchiaro era tutta interna all’ex DS ed al PD. Di suo non aggiungeva e non ha aggiunto nulla. La stessa richiesta di presentare le c.d. "liste del Presidente" fu più un atto di presunzione mediatica che altro: utile soltanto a togliere voti al PD. Tanto è vero che nelle provincie dove stanno i più "cazzuti" fra i PD – Enna: Crisafulli – Caltanissetta, Speziale) la lista non gliel’hanno fatta presentare, non volevano perdere voti.
Finocchiaro ha commentato il voto dicendo che il PD ha bisogno di maggiore discontinuità con il passato. Si tratta di quel passato che a Catania conquistava tre senatori su quattro – il solo PCI – e le ha procurato le preferenze ed i posti preassegnati per andare in Parlamento.
Chi la farà la discontinuità? Non Anna, che lascia la Sicilia e "continua" a stare a Roma.
Si dice che queste elezioni sono una svolta storica e che ci si avvia alla terza repubblica. Quando si cambia repubblica un bilancio occorrerebbe farlo. Guardando non ai mesi, ma ai decenni passati.
Il Partito Democratico ha avuto 11 milioni e mezzo di voti. Nel 1976 il Partito Comunista Italiano ebbe 12 milioni e seicentomila voti. C’era quell’uomo da "prima repubblica" che fu Enrico Berlinguer. Poi c’era la sinistra democristiana, i cui eredi oggi sono nel PD, che un tre/quattromilioni di voti li aveva, ed il partito radicale che ne aveva circa un milione. Facevano circa diciotto milioni di voti. Oltre sette si sono persi per strada. Anche allora erano voti di elettori e di elettrici italiani. Come ora.
C’era bisogno di tutto questo fracasso, del c.d. maggioritario e dell’americanismo per perdere milioni e milioni di voti e consegnare l’Italia a Forza Italia ed alla Lega?
Ma Veltroni ha telefonato, alla maniera occidentale, a Berlusconi riconoscendogli la vittoria. Questo è stato molto bello. Appunto molto occidentale. Si poteva fare. Si è fatto. Almeno questo.
S’aspetta invece, da otto anni, che Al Gore telefoni a Bush per riconoscergli la vittoria. Il povero Gore, prima di fare l’ "americano", è ancora in attesa del riconteggio delle 500 (cinquecento) schede fantasma della Florida, che permisero la vittoria a Dobliù. Che Gore sia uno da "prima repubblica"?