ATM-Trapani Servizi, fusione fra due calzini spaiati!

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Entro 6-9 mesi l’ATM, l’Azienda comunale che gestisce il servizio di trasporto pubblico dovrebbe cessare d’esistere e i suoi mezzi, il suo personale, la sua attività verranno incorporati in quelli della Trapani Servizi, azienda che gestisce, invece, il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Trasporto Pubblico e Raccolta Spazzatura assieme: a me sembra un paio di calzini “spaiati”!

Tuttavia, tanto è stato previsto da un Decreto del sindaco di Trapani dott. Vito Damiano, il n. 41 del 5 novembre 2015.

Qui scarichi il Decreto: [attachments template=small include=”7542″]

Nell’atto, denominato “Piano operativo di razionalizzazione delle Società Partecipate”, il sindaco motiva il percorso di fusione delle due Aziende comunali con presunti «risparmi di gestione derivanti da economie di scala» e da ulteriori risparmi «certi ed immediati derivanti dalla previsione di un solo Organo Amministrativo e dalla previsione di un solo Collegio Sindacale».

C’è da dire, a proposito di tale iniziativa, che la modesta relazione allegata a quello che viene pomposamente chiamato “Piano” in nessuna parte prova ad individuare dove, in quale attività e funzione, ed in che misura, sarebbero ottenute queste «economie di scala».

Insomma, siamo davanti un documento scritto in maniera superficiale!

Qui scarichi il cosiddetto “Piano”: [attachments template=small include=”7543″]

Il “Piano”, in sostanza, si limita a valutare il risparmio derivante dalla fusione in 37.250,88 euro (niente se si considera che le due società assieme costano circa 15 milioni di euro) ovvero nella somma della remunerazione dell’attuale presidente dell’ATM dott. Giuseppe Randazzo (19.925,88 euro lordi annui) e del Collegio dei revisori dell’ATM composto dal dott. Giovanni Naso, dott. Davide Cappapianca e rag. Leonardo Impellizzeri (17.325 euro lordi annui fra tutti e tre).

Quel che preoccupa, oltre che la mancanza di un reale approfondimento di ogni conseguenza della fusione, è come l’Amministrazione si limiti a guardare al lato “economico” dell’operazione ed ometta di valutare i più importanti aspetti della qualità del “servizio” da rendere al cittadino.

Atteso, poi, che la TARI, la Tariffa dei Rifiuti, deve coprire il 100% del costo del servizio reso, si renderebbe più difficoltoso e meno “immediato” e trasparente individuare quale costo della Nuova Società sarà imputabile al Servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, e quindi alle “tasche” del cittadino, e quale a quello del Trasporto Pubblico. Pensiamo ai costi dei servizi amministrativi, a quelli di officina, a quelli del carburante, alle consulenze, allo stipendio del nuovo Super-Manager che gestirà la Nuova Società ecc.

Anche sul lato prettamente “economico”, la individuazione di una nuova Pianta organica del personale con relativa classificazione degli stessi, l’individuazione del corretto contratto di lavoro da assegnare ad ogni lavoratore, potrebbero prevedere nuovi e maggiori costi anche in termini di ricorsi legali avviati dai lavoratori.

Il Decreto sindacale, comunque, non ha un carattere definitivo in quanto il procedimento prevede un “passaggio” presso il Consiglio comunale di Trapani «per dare corso al suddetto Piano», e dove, non avendo il sindaco una maggioranza consiliare che lo sostenga, è facile immaginare l’atto resti dapprima impantanato per mesi nelle Commissioni (fino a marzo oseremmo immaginare, termine ultimo previsto dalle norme) e poi venga bocciato.

D’altro canto proprio nella relazione allegata al Decreto sindacale si legge come «il Procedimento non è sorretto da sanzione in caso di mancata approvazione del Piano» (quasi un suggerimento a bocciarlo!).

E’ auspicabile, tuttavia, che, a breve, si apra un vero ed ampio dibattito pubblico sul tema della «razionalizzazione delle partecipazioni societarie possedute» dal Comune, sulla loro importanza strategica, sul loro costo, sui servizi forniti, sulle modalità di assegnazione di incarichi ed assunzione di personale.

E si cominci dal “Luglio Musicale Trapanese”, il “buco nero” che ha assorbito, nel 2014, almeno 430.000 euro delle risorse comunali (ancora non si conosce il bilancio consuntivo 2014 dell’Ente amministrato da Giovanni De Santis e quindi non si sa come sono state spese queste somme).

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