SEMPRE PIU’ MURO CONTRO MURO

Giuseppe Caradonna

Giuseppe Caradonna

ERICE – “Ritengo che sia del tutto legittimo manifestare il proprio dissenso esprimendo voto contrario sul contenuto di una proposta di delibera di qualsiasi genere – ma considero inaccettabile che certi consiglieri comunali decidano, in modo sistematico, di punto in bianco – com’è avvenuto in data odierna ( verso l’ora di pranzo! ) – di abbandonare l’aula e di determinare lo scioglimento della seduta per il venir meno del numero legale”, è quanto affermato, in una nota inviata alla stampa, dal consigliere comunale della maggioranza (o opposizione, a seconda i punti di vista) avv. Giuseppe Caradonna.

Che ad Erice, in quest’anno di “governo” Tranchida non si sia potuto “amministrare” è evidente pure alle pietre. Tranchida non ha una maggioranza consiliare, è incapace di dialogare col centro-destra ma tenta di imporre le sue proposte, spesso pure demagogiche, deboli ed erronee, anche “usando” – e ci spiace dover “tirare le orecchie” all’amico Peppe Caradonna – i suoi fidi.

Che ci azzecca, nel comunicato dell’avv. Caradonna dopo un bel e condivisibile “preambolo”, “ è stato pure discusso e bocciato un emendamento a firma del consigliere Gian Rosario Simonte che, si badi bene, mirava ad un ulteriore abbattimento della predetta imposta da sanare sino alla misura del 50%”?

Peppe Caradonna ha diritto, a ragione pure, di condannare quei consiglieri che hanno il brutto “vizietto” di firmare il registro delle presenze, prendere il gettone di presenza (60 euro) e poi “scappare” a farsi i … fatti propri. Ma non ha, secondo me, il diritto di criticare la lecita azione politica di fare “ostruzionismo”, anche col metodo legittimo di far “mancare il numero legale” portata avanti da chi, naturalmente, s’assenta senza prendere “prendere il gettone di presenza”.

Ancor di meno ha diritto, Peppe, secondo me, a condannare consiglieri che boccino gli emendamenti del collega del “partitino ad personam” di Tranchida. Che diritto ha caradonna di credere che l’emendamento-Simonte sia corretto? Per chi non sapesse stiamo parlando del tema di “definizione agevolata dell’I.C.I. dovuta a seguito della regolarizzazione tardiva del classamento catastale di immobili siti nel comune di Erice e dell’attribuzione o variazione della relativa rendita”, insomma di una sorta di “condono”. Si tratta di un tema di scarso interesse generale perché non crediamo che molti cittadini si trovino in questa situazione, ed in ogni caso caso “chi sbaglia paga”, no?

Comunque sia è sempre più evidente che, sfiducia o dimissioni collettive che siano, è giunta l’ora, per un’amministrazione incapace d’amministrare (per incapacità intrinseca alla stessa o per carenza democratica di numeri, questo poi è un’opinione) debba andare a casa. Restare, pervicacemente, servirebbe solo a fare del male ai cittadini ed al territorio che ha bisogno di sviluppo non di beghe politiche.

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