Alla scoperta di Mannheim e dintorni!
Quello che colpisce subito uscendo dall’aeroporto di Hahn – quello secondario di Francoforte dove atterra la compagnia Ryanair –, e percorrendo l’autostrada 61 che mi condurrà a Mannheim, è l’incessante susseguirsi di tir che si incontrano in entrambe le direzioni: un chiaro segnale della vitalità industriale e commerciale del Paese.
Il mio soggiorno a Mannheim sarà breve, toccata e fuga, ma è sufficiente per “scoprire” l’organizzazione urbanistica e della mobilità urbana ed extra urbana. D’altro canto il sito Tripadvisor mi aveva avvisato: guai a cercare qualche interessante testimonianza storico-culturale, non c’è nulla!
Forse la guerra, forse perchè non c’era proprio nulla neanche prima, resta il fatto che a Mannheim l’unico monumento, o almeno l’unica struttura che loro considerano monumento è la WasserTurm, la torre dell’acqua, un grande storico serbatoio idrico che campeggia nel centro cittadino.
La WasserTurm, e quello che c’è intorno – il Rosengarten -, ovvero una grande fontana con annessa cascata d’acqua, un piccolo spazio verde “all’inglese”, un apprezzabile arredo, rappresentano una valida fermata, per i turisti e non solo, dato che è una vera e propria piazza ove potersi incontrare e stare assieme. Un pò come, poco più in là, la Parade Platz, che, però, è quasi priva di “verde” e la Markt Platz.
Non c’è, insomma, una “parte antica” della città, a Mannheim. C’è, però, un Centro, dalla particolare forma quadrangolare (il “Quadrat” appunto) caratterizzato da una strana denominazione delle strade (del tipo “battaglia navale”: N0, B2, S7 e così via).
Il “Quadrat”, tuttavia, oltre che ad essere il Centro commerciale naturale della Città è un enorme zona “pedonale”: sono solo i frequentissimi e silenziosi tram a violare questo spazio in cui il rumore è quasi bandito. I parcheggi? Vicini e sotterranei. Ma, ripeto, qui i mezzi pubblici funzionano (e costano 2,50 euro).
Oltre a trovare ogni genere di negozio a me attraggono i numerosi ristoranti e market biologici e vegetariani. Tutto, per tutti, a poco prezzo.
Ma l’attrazione più interessante di Mannheim, per me, e per tutti i turisti, a vedere i commenti su Tripadvisor, è il LuisenPark.
Si tratta di un vastissimo parco, ai bordi del “Quadrat”, dove – novità per me – si paga un biglietto per l’ingresso (5 euro per l’adulto). Ma devo dire che vale la pena.
Tre ore è il tempo minimo “sindacale” per visitare il LuisenPark. Ma, onestamente, il parco merita più tempo! E’ il luogo dove tu puoi “caricare” le tue “batterie biologiche”. Verde e silenzio. Un silenzio interrotto solo dalle starnazzare delle paperelle!
C’è di tutto al LuisenPark. Il verde prima di tutto. Tanto. A perdita d’occhio. Sia in aree “boscate”, sia con prati sterminati all’inglese dove non è insolito imbattersi in qualche cicogna che ti passeggia a due passi. Ci sono delle grandi e ben attrezzate aree giochi. Un mini-golf. Cinque scacchiere giganti (Sì, ho giocato e perso!). Un’area per rilassarsi colla compagnia della musica. Un laghetto. C’è una piccola fattoria, con mucche, pecore, capre, conigli e maiali. Unico neo della fattoria: non è possibile “interagire” cogli animali.
Sinceramente sembra il paradiso sulla terra!
Mannheim può essere anche il centro per delle escursioni nei dintorni grazie ai frequentissimi, comodi e, tutto sommato, economici treni tedeschi.
Io ho scelto Heidelberg (sempre nella regione del Baden Wurttemberg), notissimo centro universitario – la terza università dopo Vienna e Praga per “anzianità” – a sud, e Worms, piccola cittadina a nord (qui siamo già nella regione della Renania).
Nella prima cittadina, Heidelberg, con una “Città antica” prettamente turistica, mi ha colpito scoprire un piccolo “carcere” dove fino a prima della guerra venivano reclusi, per pochi giorni ovvio, gli studenti che avevano violato le regole di condotta dell’Università.
La foto sul “Ponte Antico” – distrutto dai tedeschi per rallentare l’avanzata degli americani e poi ricostruito fedelmente nel dopoguerra – con sullo sfondo il Castello è un classico.
Nella seconda cittadina, Worms, caratterizzata da un tranquillo e pulito Centro, mi ha deluso la pur “nominata” Cattedrale romanica, mentre sicuramente apprezzabile è la verde e curatissima piazza con al centro la statua di Martin Lutero.
Vale assolutamente la visita il quasi millenario cimitero ebraico. Qui impari che, a ricordo della visita ai defunti, non si lasciano dei fiori bensì dei piccoli sassi, a volte assieme a dei messaggi su carta.
Ma il clou di Worms è il Tiergarten, il giardino degli animali.
E’ pò fuori città: si tratta di un grande bosco che tuttavia non può paragonarsi al LuisenPark.
Tuttavia, qui, la caratteristica è data dalla più ampia, e soprattutto “interattiva” fattoria alla quale s’aggiunge un piccolo zoo (ricco di animali, specie tre stupendi esemplari di giganteschi lupi germanici, ma in buona parte purtroppo reclusi in spazi classici, ovvero in gabbie).
Nella parte “interattiva” rappresenta una stupenda sensazione poter “abbracciare” una capretta, carezzare un cavallo, osservare una gigantesca scrofa che allatta i propri piccoli, porgere dei croccantini alla pecora e subire le leccate dell’animale, inseguire una gallina – come il buon Rocky Balboa – senza speranza di riuscire a prenderla.
E’ ora di tornare, mestamente, ad Hahn e poi a casa, senza omettere, naturalmente, di fruire abbondantemente delle gustose torte alla frutta che è facile trovare in ogni panificio tedesco.