Processo Dolce-Fazio: Ecco perché il risarcimento è stato negato
E’ di un paio di giorni fa la diffusione della sentenza con cui viene rigettato il ricorso dell’ex presidente della SAU (oggi ATM) Vito Dolce nei confronti dell’ex sindaco Girolamo Fazio.
Ho già esaminato ed illustrato su questo mio blog i profili “politici” scaturenti dal procedimento giudiziario.
In questa sede desidero esaminare ed illustrare i profili più strettamente di merito della sentenza emessa dal giudice Giovanna Orlando perchè appaiono estremamente interessanti e meritevoli di larga conoscenza.
Il Giudice non deve punire, deve fare Giustizia
«Secondo il consolidato insegnamento della Corte di Cassazione, nel vigente ordinamento – scrive la dottoressa Orlando –, il diritto al risarcimento del danno conseguente alla lesione di un diritto soggettivo non è riconosciuto con caratteristiche punitivo, ma in relazione all’effettivo pregiudizio subito dal titolare del diritto leso».
In definitiva, precisa il giudice nelle motivazioni, «il medesimo ordinamento non consente l’arricchimento se non sussista una causa giustificatrice dello spostamento patrimoniale da un soggetto all’altro».
«Sicché, pure nelle ipotesi di danno – aggiunge al ragionamento il magistrato – permane la necessità di una prova concreta di un pregiudizio economico ai fini della determinazione quantitativa e della liquidazione del danno equivalente pecuniario». Tale “Massima” è tratta dalla sentenza n. 15814 del 2008 della Cassazione Civile.
Prosegue la dottoressa Giovanna Orlando « … non è sufficiente la mera lesività potenziale del fatto … quando manchi, come nel caso in esame, la prova che esso abbia comportato una effettiva lesione …».
Il Giudice Orlando non nega che Fazio abbia commesso un reato
Il giudice non mette ovviamente in dubbio «la condotta penalmente rilevante posta in essere dal Fazio di cui alla sentenza penale» (definitiva) ma afferma che «non risulta provato né documentalmente né con prove orali» il danno lamentato da Vito Dolce.
In conclusione la richiesta di risarcimento prospettata dall’avv. Angelo Galati per il proprio assistito, 200.000 euro o comunque una diversa somma stabilita equitativamente dal giudice semprechè non inferiore a 25.000 euro, viene rigettata «in difetto di prova».
Attesa la complessità della vicenda, comunque, il giudice «compensa integralmente fra le parti le spese di lite».
Personalmente, e lungi dal voler esprimere un giudizio giuridico che né ci compete e né rientra nelle nostre competenze e capacità, non posso che apprezzare la coraggiosa sentenza del giudice Orlando.
L’ex sindaco Fazio, per la propria illecita condotta nei confronti di Vito Dolce e Vincenzo Scontrino, è stato già punito dal giudice penale – con sentenza n. 177 del 7 marzo 2006 emessa dai giudice Antonio Cavasino (presidente), Caterina Brignone e Giovanni Francolini, a 6 mesi di reclusione ed un anno di interdizione dai pubblici uffici – pena sospesa, 12.500 euro di “provvisionale” nei confronti delle Parti Civili, 10.881 euro di spese legali.
Una pena che mi sembra piuttosto pesante.
Condivido la coraggiosa sentenza del giudice Orlando
E, anche se la stessa fu sì confermata ma anche piuttosto ridimensionata in sede di riesame Corte d’Appello di Palermo, non posso che condividere la “Massima” giuridica, di civiltà direi, che non permette lo «spostamento patrimoniale da un soggetto all’altro» se non davanti a prove concrete, univoche e consistenti di un danno subito.
In caso contrario saremmo nel Far-West, nell’ingiustizia, favoriremmo furbi e profittatori e “punizioni” che andrebbero oltre i fatti accertati ed eventuali danni subiti.
La sentenza del giudice Orlando, a proposito, fatto salvo il caso specifico ed il lecito diritto di Vito Dolce di avere una nuova possibilità di riesame in Appello, pone un importante segnale di “argine” al Far-West e, dati i giorni bui in cui viviamo, è per questo che la considero “coraggiosa”.