Riforma Costituzione: La Sicilia non potrà eleggere senatori!
«Il nuovo Senato è una miniera di affascinanti scoperte: l’ultima è che i consiglieri senatori delle regioni a statuto speciale non arriveranno nemmeno a sedersi sull’agognata poltrona», a dichiararlo Massimo Villone, costituzionalista, professore emerito di Diritto costituzionale nell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, senatore dal 1994 al 2008.
«Il vigente art. 122 della Costituzione – precisa il docente – dispone l’incompatibilità tra la carica di consigliere regionale e quella di parlamentare. La legge Renzi-Boschi cancella l’incompatibilità per quanto riguarda i senatori, eletti dai consigli regionali nel proprio ambito. Sono dunque senatori in quanto consiglieri, e se cessano dalla carica regionale perdono anche il seggio in Senato».
«Il problema nasce – speiga il prof. Massimo Villone – perché la incompatibilità tra consigliere e parlamentare è separatamente stabilita anche dagli Statuti speciali, adottati con legge costituzionale in Sicilia, Sardegna, Trentino-AA, Valle d’Aosta, Friuli-VG».
«Si ha dunque un paradosso – continua Villone -: il senatore deve necessariamente essere un consigliere, ma il consigliere delle regioni a statuto speciale non può essere senatore. Il consiglio di regione speciale che eleggesse un proprio componente al senato, dovrebbe poi dichiararlo decaduto dalla carica di consigliere. Ma così verrebbe meno anche la legittimazione a sedere in Senato, con conseguente decadenza anche da quella carica. Esiste dunque tra la legge Renzi-Boschi e gli Statuti speciali un contrasto insanabile, che si può superare solo cancellando l’incompatibilità disposta dai secondi».
«Quindi la Renzi-Boschi può cancellare la incompatibilità nell’ordinamento statale, ma non in quello regionale, dal quale potrà essere rimossa solo con altra legge costituzionale approvata secondo quanto previsto dagli Statuti delle diverse Regioni a Statuto speciale».
«L’arroganza e la prevaricazione che hanno segnato l’approvazione della Renzi-Boschi hanno prodotto pressapochismo e sciatteria. In fondo, per evitare pastrocchi bastava che a Palazzo Chigi leggessero le carte. Ma questo è appunto il problema: bisognava saper leggere», conclude il prof. Massimo Villone.
E come dargli torto?