TRANSAZIONE PER D’ALI’

Municipio di Trapani

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TRAPANI – Con una “transazione” il Comune di Trapani chiude il proprio rapporto con Gabriele D’Alì, in riferimento alla “riconsegna dell’immobile di via Vespri” già sede degli uffici del Giudice di Pace. Con la delibera di Giunta Municipale n. 197 del 12 agosto 2008 si è destinata, per tale “transazione” la somma di euro 18.000.

L’immobile di D’Alì fu locato con delibera della Giunta Fazio n. 139 del 25 luglio 2002 per il canone annuo di 52.000 euro e la scadenza della locazione, dopo un precedente proroga, era destinata al 31 agosto 2008.

Per come si legge nella delibera “l’immobile prima di essere riconsegnato deve essere oggetto di manutenzione per ripristinare lo stato originario, essendo stati riscontrati, a seguito di sopralluogo, dalla Ditta proprietaria, modifiche agli impianti”.

L’Ufficio – prosegue la delibera –, dopo aver quantificato la spesa per l’intervento manutentivo considerato che comunque le opere di riattamento sono dovute (19.000 euro), e considerati i tempi necessari per eseguire i lavori durante i quali dovrebbe corrispondere alla Ditta proprietaria anche i canoni di occupazione (17.522 euro) contattato il proprietario questi si è dichiarato disponibile ad un accordo transattivo consistente nella liquidazione a suo favore della somma complessiva di euro 18.000 a completa tacitazione di ogni pretesa”.

Tutto ciò premesso una considerazione personale. E’ evidente che in casa non propria sono vietate le modifiche. Ma è pure vero che esse sono possibili se debitamente autorizzate.

In sostanza delle due l’una: o chi ha sottoscritto il contratto di locazione avrebbe dovuto prevedere l’obbligo per il locatario (D’Alì) – a spese proprie o del Comune – di riattare all’uso previsto (ufficio del Giudice di Pace) i locali e quindi ha sbagliato non prevedendo l’inserimento di tale clausola nel contratto; o ha sbagliato chi, arbitrariamente, ha autorizzato le modifiche di riattazione, in assenza di debito permesso del locatario.

In ogni caso tale errore dell’Amministrazione ha causato un costo, per il bilancio del Comune, e quindi per i cittadini, di 18.000 euro. Ma, al solito, a Trapani paga sempre … cappellaccio!

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