Il Partito Umanista dibatte di Democrazia Diretta
Milano – Si svolgerà sabato 9 giugno, nella capitale lombarda, il workshop “Democrazia diretta” organizzato dal gruppo milanese del Partito Umanista. L’iniziativa del movimento arancione prende spunto dalla “crisi” economica internazionale, per individuare l’unico – forse – strumento per rimettere il cittadino, dal quale il politico “delegato” s’è allontanato, al centro del potere decisionale.
Per gli umanisti «Non si tratta di attaccare la “casta”, né di alimentare l’ “anti-politica”, ma piuttosto di rinnovare le forme obsolete della democrazia formale per avanzare nella direzione della democrazia diretta».
«La democrazia diretta è la forma di democrazia nella quale i cittadini, in quanto popolo sovrano, non sono soltanto elettori che delegano il proprio potere politico ai rappresentanti ma sono anche legislatori e amministratori della cosa pubblica», riporta Wikipedia.
Diversamente oggi, colla “Democrazia rappresentativa”, e, contemporaneamente col mantenimento di un’ampia fascia di popolazione nello stato di “bisogno”, è facile controllare il voto dei piu’ deboli, con elargizioni di beni di prima necessità (pasta ecc) o col pagamento di piccole somme a titolo di “beneficenza” (bollette della luce, bollette IACP, visite mediche, giocattoli). In tale maniera, il “consenso” così formato – e la “delega” così ottenuta – non garantisce né il benessere ed il progresso generale, né, tanto meno, l’uscita dal “bisogno” di chi ha subito questo “scambio” perdente.
La proposta del Partito Umanista, e degli altri movimenti, a cominciare da “Quorum Zero”, che si stanno attivando, in tutta Italia, su questo tema non è né utopistica, né particolarmente innovativa. Si tratta, essenzialmente, di un qualcosa già adottato nel passato: La democrazia diretta è stata la prima forma di un governo democratico, essendosi affermata nel V secolo a.C. ad Atene.
Oggi gli strumenti di “democrazia diretta” già esistono: L’Italia prevede tre strumenti di democrazia diretta: il referendum, l’iniziativa popolare legislativa e la petizione. L’influenza di tali strumenti è, tuttavia, per varie ragioni, nel complesso, abbastanza marginale. C’è da “lavorare” affinché questi possano essere, invece, strumenti funzionanti.
Uno strumento di democrazia diretta che sta affermandosi nella nostra cultura è il bilancio partecipativo, dall’esperienza di Porto Alegre in Brasile. La partecipazione si realizza innanzitutto su base territoriale: la città è divisa in circoscrizioni o quartieri. Nel corso di riunioni pubbliche la popolazione di ciascuna circoscrizione è invitata a precisare i suoi bisogni e a stabilire delle priorità in vari campi o settori (ambiente, educazione, salute…). A questo si aggiunge una partecipazione complementare organizzata su base tematica attraverso il coinvolgimento di categorie professionali o lavorative (sindacati, imprenditori, studenti..). Di solito le amministrazioni comunali, riconoscono alle proposte avanzate dai gruppi di cittadini la possibilità di incidere su una certa percentuale del Bilancio comunale.
Qualora si arrivasse all’attivazione degli strumenti di “Democrazia diretta”, per gli Umanisti, si avrebbe il risultato di «dare vita, poco a poco, a un nuovo tipo di società fondata sul progresso di tutti e per tutti».
All’iniziativa milanese, daranno il proprio contributo, oltre che Tony Manigrasso – Segretario del Partito Umanista – e Valerio Colombo – esperto di economia del Partito Umanista -, anche, fra gli altri, Nino Galloni – Saggista economico ex Direttore generale del Ministero del Lavoro, Gennaro Zezza – Economista – Università di Cassino e Levy Economics Institute, Basilio Rizzo – Presidente Consiglio Comunale di Milano, Dario Rinco – Legge di Iniziativa popolare “Quorum Zero”.