ERICE NELLA BLACK LIST
ERICE – Secondo l’autorevole quotidiano Repubblica (articolo del 17 ottobre 2008), il Comune di Erice, assieme ad altri 30 Comuni siciliani, sarebbe sull’orlo del crac finanziario. Esso, infatti, sarebbe finito nella “black list” stilata dalla Corte dei Conti e che comprende i Comuni che non hanno rispettato, nell’anno 2007, il patto di stabilità interno (una specie di termometro col quale il Governo misura la capacità degli Enti locali di partecipare al risultato finale della manovra dello Stato. È il famoso rapporto deficit-Pil, che non deve superare il 3%).
Secondo quando riferisce, sul proprio sito, Rifondazione Mottola, trattando di altre località, l’essere inserito nella “black list” comporterebbe un costo sia per i cittadini e, stavolta, grazie al ministro Tremonti, anche per gli “amministratori”. “Limitatamente agli enti che non hanno rispettato il patto di stabilità interno”, infatti, scatterà, da gennaio 2009, da un lato una decurtazione del 20% delle indennità dei sindaci, dall’altro scatterà un automatismo che, nelle intenzioni del Governo, metterà gli amministratori “allegri” di fronte al severo giudizio dei propri elettori: violato il patto, l’addizionale Irpef salirà dello 0,30% assoluto (in pratica sarebbe un raddoppio: dall’attuale 0,30% allo 0,60%).
Erice, inoltre, non potrà fare assunzioni, sottoscrivere mutui e aumentare la spesa in conto capitale.
Una vera e propria bacchettata sulle mani di tutti gli amministratori. C’è da dire, tuttavia, che “Lo strumento finanziario non è di Tranchida ma neanche di tutto il centrodestra”, come scriveva, il 20 settembre 2007, TrapaniOk, atteso che le due amministrazioni, l’uscente Sanges e la subentrante Tranchida si sono divise, in quell’anno le responsabilità di governo.
Al contrario i Comuni che hanno fornito un contributo positivo alla manovra nazionale verranno premiati. Come? Il meccanismo studiato assicura una premialità (maggiori trasferimenti statali in base agli abitanti, attraverso la compartecipazione all’Irpef) nel 2009 per i comuni che sono rientrati nei parametri per i quali vengono definiti “virtuosi”. Al contrario, i Comuni “cattivi” saranno puniti con un taglio ai trasferimenti: una vera e propria cura dimagrante, ci sarà da piangere lacrime amare.
I Comuni che non hanno, sinora, tenuto d’occhio i loro conti, adesso saranno costretti a farlo, con le buone o con le cattive.
“E se sforeranno il patto anche quest’anno – scrive ancora Repubblica – rischiano il taglio del 5 per cento dei fondi statali. Un taglio, questo, che si aggiungerebbe alla diminuzione del 12 per cento dei fondi regionali, come previsto nel disegno di legge dell’assessore agli Enti locali Francesco Scoma. Insomma gli enti locali rischiano di essere soffocati dalla stretta nazionale e regionale, in un momento che vede le casse comunali già sull’orlo del crac”.