Rassegna Stampa: La differenza tra “La Verità” e “Le Matin”
26 ottobre 2017 – La differenza fra un Paese senza speranza e uno in crescita sta tutto nelle due foto di prima pagina di due quotidiani.
Il quotidiano italiano “La Verità” apre con un gossip scandalistico con tanto di inequivocabile foto. Il giornale di Maurizio Bel Pietro ci rileva che un professore universitario di Roma, nel passato, ha fatto l’attore nei film porno gay.
Il quotidiano marocchino “Le Matin“, invece, apre con la foto di una donna, che sia la principessa Lalla Hasnaa poco importa, che presiede un vertice africano sull’ambiente.
Il giornale riporta il messaggio di Re del Marocco che invita i partecipanti a proporre delle soluzioni sostenibili e delle misure d’efficienza per accettare la sfida ecologica.
Un giornale si rivolge alla “pancia” del lettore (?) d’infimo livello.
L’altro, quello di un Paese presunto incivile nel senso comune (l’africano Marocco), invece pone l’attenzione sulla donna (nella foto di gruppo della conferenza di donne ve ne sono diverse) e al futuro del pianeta.
In poche parole “Le Matin” è altamente educativo, “La Verità” altamente inutile.
Non si deve cadere nell’errore di credere che il quotidiano “La Verità” (che è marginale in Italia vendendo appena 23.000 copie al giorno, meno d’un tredicesimo del “Corriere della Sera”) sia l’eccezione nazionale.
“Il Giornale” (sulle sue 62.000 copie), nello stesso giorno, pubblica in prima pagina la notizia del presunto stupro di una tredicenne a opera di due immigrati. Notizia marginale e chiaramente rivolta all’elettorato leghista.
Lo stesso “Il Fatto Quotidiano” (45.000 copie vendute) è oramai ridotto a semplice organo di propaganda del populismo.
Non trova, infatti, altro modo che aprire il giornale con la “notiziona”: “La Boschi fa viaggi privati all’estero. E li paghiamo noi”.
Il “Messaggero” (116.000 copie), invece, riprende la notizia del presunto gesto antisemita attuato da parte della propria tifoseria e annuncia “La Lazio con le maglie antirazziste”.
Qualcuno, forse, penserà che oggi non ci sia altro di meglio da dire sui giornali?
Assolutamente falso.
Rassegna Stampa delle notizie che ci nascondono
Se vogliamo restare in Italia, “Italia Oggi” (giornale da circa 29.000 copie) avanza un allarme in merito alle informazioni improvvidamente cedute su internet: “Con i big data si può sapere tutto di tutti”. Un tema meritevole d’approfondimento sociale e politico.
“Il Gazzettino del Mezzogiorno” (giornale da 22.000 copie), invece, lancia l’allarme sulle “polveri dell’ILVA” che mettono in allarme sanitario Taranto. Il sindaco è stato costretto a chiudere le scuole cittadine. Il giornale, in definitiva, riapre la questione ambiente.
Quindi le notizie ci sono. Ma i giornali più diffusi le nascondono.
Per sapere dove va l’Umanità serve una Rassegna Stampa estera?
Volendo fare uno “sforzo”, temi più grandi sono pubblicati solo all’estero.
La riconferma per ulteriori cinque anni del segretario generale del Partito Comunista cinese Xi Jinping (né da atto soprattutto il francese “Le Monde”), ad esempio, è di grande importanza per l’economia mondiale.
L’anticipazione d’una possibile azione “di forza” d’Israele contro l’Iraq pubblicata dal libanese “L’Orient” richiederebbe un approfondimento e magari un intervento diplomatico a tutela della pace globale.
L’epidemia di peste in corso in Madagascar, che ha già mietuto 124 vittime e che non si riesce a circoscrivere, dovrebbe mettere in allarme coloro che hanno a cuore l’aiuto dei propri simili (la notizia è pubblicata da “MadOnline”).
Non meno d’interesse generale appare la notizia sulla nuova capitale amministrativa egiziana in corso di costruzione a 50 chilometri da Il Cairo che veniamo a “scoprire” tramite “Al-Ahram”.
Importante pure lo spazio che il giornale marocchino “Aujourd’Hui” offre con un articolo sui diritti delle donne e sul lavoro minorile.
Purtroppo sempre d’attualità sono i trattamenti degradanti e inumani che sarebbero inflitti dalle autorità ai migranti sub-sahariani stavolta in Algeria e di cui si legge su “L’Opinion“.
Ma nonostante tutto ciò, in Italia, la popolazione deve sapere solo di quel tale professore d’ingegneria di Roma…