ABORTO E SERVIZI COMUNALI
«Che i bambini affetti da trisomia 21, cioè da sindrome di Down, vengano ormai sistematicamente eliminati prima di nascere, l’abbiamo denunciato più d’una volta su queste pagine» – scrive Eugenia Roccella su “Avvenire” del 29 agosto in riferimento al caso de «L’intervento di aborto selettivo con cui, all’ospedale San Paolo di Milano, è stata uccisa per errore la gemella sana anziché quella malata».
La redattrice, poi, continua ricordando come «Ogni volta che un episodio del genere viene alla luce, si riapre la polemica tra chi è a favore di una legge sull’aborto e chi no, e il dibattito etico si arroventa. Dopo alcuni giorni, però, tutto torna come prima, e una pesante coltre di silenzio e indifferenza copre la terribile marcia che stiamo compiendo verso la selezione genetica, travestita da libera scelta dei genitori». «La 194 ha ormai trent’anni, e li dimostra; forse le servirebbe un tagliando», secondo la Roccella, che individua il problema in «Quella parte della 194 che riguarda la prevenzione non è mai stata messa in pratica, e in tutti questi anni le donne che avevano bisogno di aiuto per diventare madri si sono trovate vicine solo i volontari dei Centri di aiuto alla vita».
Noi siamo d’accordo. Sono tutti d’accordo (vedi nostro articolo su “La Voce Indipendente”). La domanda però è: cos’è, per la Roccella, l’Avvenire, la Chiesa, “prevenzione”? Forse un’informazione ai giovani sulla sessualità e sul come evitare gravidanze indesiderate? Ma a scuola non si fa, anche per l’opposizione della Chiesa che non vuole che si senta la parola “preservativo” piuttosto che quella della “castità”. Aiutare le madri? Le famiglie? Non è “solo” un problema di denari. Ma di assenza di servizi. Asili Nido insufficienti (Trapani), quando non inesistenti (Erice). Trasporti per i minori (verso la scuola ed i, pochi, centri sportivi-ricreativi) inesistenti. Isolamento della madre (con rinuncia al lavoro o alla propria “ricreazione”-attività sociale). Sono solo alcuni dei primi problemi che la coppia deve affrontare ed ai quali, oggi, non si da risposta.
E sono compiti dei Comuni. Ma sono compiti sempre assenti dal dibattito consiliare fatto, troppo spesso, solo di “Piano Regolatore” e sue varianti e Coppe americhe varie.
Ma d’altro canto quali cittadini stimolano a discussioni diverse i nostri sindaci ed i nostri consiglieri?