Ad un passo dalla Dittatura

Luglio 1923: mentre sulla poltrona di presidente del consiglio siede Benito Mussolini, a capo di un governo di coalizione composto da nazionalisti, liberali e popolari, viene approvata una nuova legge elettorale maggioritaria che assegna i due terzi dei seggi parlamentari alla coalizione che ottiene almeno il 25% dei voti.

Tale legge, ovviamente, favorisce l’ottenimento di una schiacciante maggioranza parlamentare da parte del listone fascista alle elezioni del 1924.

Nello stesso anno viene ucciso Giacomo Matteotti che aveva denunciato le irregolarità di quelle elezioni. L’anno successivo Mussolini proclama la dittatura e sopprime ogni residua libertà politica e di espressione.

Gennaio 2014: mentre sulla poltrona del presidente del consiglio siede Enrico Letta, a capo di un governo di coalizione, cosiddetto di “larghe intese”, composto da democratici, nuovo centro destra, forza italia, radicali, unione di centro, scelta civica e popolari, viene proposta una nuova legge elettorale che assegna più del 50% dei seggi alla coalizione che prende più voti al primo turno oppure, nel caso in cui nessuna coalizione arrivasse al 35% dei voti, al secondo turno.

Se a questo si aggiungono soglie di sbarramento che vanno dal 5 al 12%, al parlamento siederebbero probabilmente, se si votasse ora, i rappresentanti di solo tre partiti, con l’esclusione di milioni di voti di altrettanti cittadini che hanno votato per forze politiche o coalizioni diverse, riducendo ulteriormente il grado di rappresentatività e quindi, in ultima analisi, la libertà politica e di espressione.

Alla luce della situazione attuale, parlamenti e governi che si compongono in questo modo sono sempre più funzionali all’esclusione dalle decisioni politiche di fasce sempre più ampie di popolazione, la cui espressione potrebbe mettere in discussione il potere di chi sta accumulando ricchezze sempre maggiori.

Per fortuna nell’arco di questi 90 anni che separano la proclamazione della dittatura fascista in Italia dai giorni nostri c’è stata la resistenza partigiana al nazi-fascismo, la proclamazione della repubblica e soprattutto la promulgazione di una delle carte costituzionali migliori del mondo, e tutto questo soprattutto per il volere del popolo.

Questo paese ha quindi tutta l’esperienza sufficiente per opporsi a questo tentativo, in salsa Renzi-Berlusconiana, di riciclo della dittatura. Dopo più di vent’anni sembra più che dimostrato che il sistema maggioritario, premi di maggioranza e soglie di sbarramento non hanno migliorato la cosiddetta governabilità del paese.

Ritenere, come fa Renzi in compagnia di Berlusconi, i partiti più piccoli solo un fastidio da eliminare, invece che i rappresentanti di una parte dei cittadini con cui confrontarsi, è a nostro avviso un atteggiamento fascista.

Il sistema proporzionale senza alcun sbarramento o premio di maggioranza è l’unico sistema in grado di garantire una rappresentatività degna della Costituzione della Repubblica.

Se a questo aggiungiamo metodi che facciano avanzare il livello di democrazia da formale a reale, stiamo avanzando verso una reale liberazione di questo paese che, evidentemente, non si è mai fermata, ma deve continuare.

Ora e sempre Liberazione!

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