Affido canino: Se prendi un cane, il Comune ti da 148 euro
TRAPANI – Non è un mistero che i cani randagi non vengano visti di buon occhio. Spesso s verificano casi di avvelenamento volontario dei randagi. Non fa certo eccezione Trapani la quale, in quest’ultimo periodo, ha visto sempre più frequentemente presentarsi il problema randagismo.
In tanti modi si è cercato di liberarsi di ciò, che molti cittadini chiamano “invasione”, una vera piaga per alcuni che sono persino arrivati, sbagliando, all’eliminazione fisica dei randagi dando loro cibo avvelenato.
L’abrogazione della normativa che prevedeva l’abbattimento degli animali catturati non ha trovato le varie amministrazioni comunali ne pronte e, molto probabilmente, nemmeno disposte ad intervenire con la dovuta convinzione per frenare il prevedibile aumento della massa canina. Il ricorso ai canili per togliere dalle strade gli animali è risultato solo un costoso palliativo che non ha risolto il problema.
La strada da percorrere poteva essere quella della sterilizzazione ma non ci si è mai realmente puntato se si considera che i cani sterilizzati sono un numero irrisorio se si considera che a Trapani è stimata la presenza di almeno 400 cani.
Con il meccanismo dei canili se preventiviamo dei costi minimi di € 6,00 per giorno e animale (esclusi i costi veterinari), la città avrebbe un esborso di € 2.400,00 al giorno (oltre € 876.000 all’anno!). Queste spese hanno tendenza ad aumentare poichè ci saranno sempre altri cani che verranno abbandonati.
Cosa fare allora per ridurre la popolazione canina?
SI POTREBBE RIDURRE LA “HOLDING CAPACITY”
Il numero degli animali in una popolazione è direttamente proporzionale all’offerta di: cibo, acqua e rifugio. Quindi, se in un dato luogo è a disposizione una certa quantità di cibo e acqua e la possibilità che gli animali possano difendersi dagli influssi climatici e da nemici (rifugio), in questo posto vivrà un determinato numero di animali (= “HOLDING CAPACITY”). Se una cagna ha dei cuccioli e a questa “holding capacity” non cambia nulla, i piccoli in questo gruppo non riusciranno a sopravvivere. Moriranno per una malattia oppure, una volta svezzati, si allontaneranno per trovare un nuovo habitat.
Se si porta via un animale da questo gruppo si “libera un posto” ed un cucciolo potrà occuparlo. Se si portano via molti cani, sopravviveranno molti cuccioli e quindi il numero totale di animali si equilibrerà sempre sulla “holding capacity”. Questo vuole dire che un ‘operazione anti randagismo potrebbe essere modificare i parametri “rifugio, acqua e cibo” in modo che non si possano insediare degli animali.
Esempi di RIFUGIO possono essere le Case abbandonate, mentre per quel che riguarda l’acqua le tubature difettose rappresentano un ottima opportunità per dissetarsi. Un discorso a parte merita il fattore IMMONDIZIA: essa rappresenta fonte di cibo se pensiamo che in un Kg di normali rifiuti domestici si trovano circa 300 grammi di “cibo” utilizzabile per cani e gatti (e ratti).
Va da se che quindi sarebbero auspicabili interventi di manutenzione dei fabbricati abbandonati, di manutenzione delle tubature e un approccio migliore al problema dei rifiuti come lo scegliere attentamente il tipo di container o la frequenza di svuotamento
Questo però è solo un modo di arginare il problema, altri interventi a sostegno di questi sarebbero necessari.
BISOGNA EVITARE CHE VENGANO ABBANDONATI GLI ANIMALI
Tutti i cani dovrebbero essere tatuati o dotati di microchip, e registrati. L’animale non può più essere abbandonato poichè essendo marcato si può risalire al padrone. Questi deve pagare un’ammenda, qualora non abbia segnalato lo smarrimento del cane. Oggi l’anagrafe canina è una realtà, ma sono ancora in pochi ad aver registrato il proprio amico a quattro zampe.
BISOGNA IMPEDIRE CHE NASCANO TROPPI ANIMALI
La sterilizzazione dei cani (ovarioisterectomia per le femmine, orchiectomia per i maschi) ha diverse funzioni
1. vengono abbandonati meno animali indesiderati
2. se si lasciano i cani sulla strada, che però sono sterilizzati, ciò può condurre a che il numero totale degli animali si riduca, sebbene resti invariata la “holding capacity”:
Se in una popolazione di cani “sterili”, uno di questi muore per malattia, vecchiaia o per un incidente, non ci sono cuccioli che sostituiscano l’animale mancante! La conseguenza logica è che gradualmente il numero totale degli animali si riduce.
BISOGNA EDUCARE LA POPOLAZIONE
Educazione alla protezione animale nelle scuole. Volantinaggio -Manifesti -Televisione e giornali -Manifestazioni -Stand informativi -Linea telefonica di informazione
Ma solo una combinazione di tutte queste strade conduce alla sicura riduzione del numero totale degli animali sulla strada con l’effetto collaterale positivo che aumenta la consapevolezza delle persone verso gli animali e che migliora la qualità di vita degli animali.
Per tamponare la situazione adesso il comune ha deciso di provare una strada sperimentale.
A partire dal I dicembre 2004 e per il periodo di un anno infatti sarà varato una sorta di “piano di affido” a privati.
In particolare, le misure che verranno adottate riguardano la possibilità di chiedere, di fatto, in affido il randagio accalappiato a privati o ad associazioni animalisti che ne facciano richiesta. Ciascun cittadino potrà chiedere di ottenere in affidamento al massimo due cani a condizione che dichiari la sussistenza delle seguenti condizioni: a) disponibilità di una struttura idonea per il ricovero dei cani; b) disponibilità a mantenere il cane avuto in affidamento a tempo indeterminato o per un periodo non inferiore a 12 mesi, attenendosi ad una serie di regole, che garantiscano il benessere dell’animale; c) disponibilità a sottoscrivere un disciplinare che regoli i rapporti con il consegnatario. Per quanto riguarda le associazioni, invece, il numero di cani massimo da poter chieder in affidamento sono quattro.
Per ogni cane dato in affidamento il comune erogherà un compenso di € 148,32 a bimestre a patto però che ci sia un riscontro tra l’identità del cane presentato al controllo e quello ottenuto in affidamento e che, soprattutto, il cane si trovi in buona condizione di salute.
La consegna in affidamento o in adozione del cane comporta, naturalmente, l’obbligo di registrare il cane stesso all’anagrafe canina, a tutela e a garanzia, questo che il cane sia sempre riconducibile ad una persona e non venga abbandonato.