ANCHE I RICCHI PIANGONO!
ERICE – “Paese che vai, legge che trovi”. O interpretazioni che trovi, se i paesi di cui parliamo sono Trapani ed Erice, due comuni che dovrebbero, sulla carta, rispettare le stessi leggi. Ma invece non è così. Ci eravamo lasciati, nell’articolo “Aumentati i costi della politica”, col la promessa che avremmo monitorato, anche a Trapani, la vicenda degli “arretrati dei gettoni di presenza di sindaci, assessori e consiglieri comunali” erogati ad Erice sulla base di una lettura della sentenza della Corte costituzionale n. 157/2007. Ecco gli “sviluppi”.
Sviluppi che comporteranno, di certo, almeno una terza “puntata” di questa “telenovelas” dei soldini ai nostri “dipendenti”.
Ci siamo recati, quindi, come promesso al Comune di Trapani ad “indagare”. Qui un consigliere, alla notizia che Erice aveva re-distribuito le somme prima trattenute in esecuzione della legge finanziaria 2006 (art. 1, comma 54, legge 266/2005), è rimasto sorpreso. Favorevolmente sorpreso, ovviamente. In un batter baleno la “voce” s’è diffusa tra i consiglieri, come si sono diffuse le copie del nostro articolo.
Perché? Semplicemente perché, a Trapani, contrariamente da Erice, il Comune ha intenzione di trattenere (anche se in colpevole ritardo rispetto ad una norma emanata nel dicembre 2005!) le somme indebite ai consiglieri. Somme consistenti: si parla, ad esempio, per il solo consigliere ing. Stefano Nola (UDC), di circa 7.000 euro. Il nostro amico consigliere, infatti, ci mostra una nota del 21 luglio 2008, a firma del responsabile dell’Ufficio di supporto del Consiglio comunale, Aldo Virzì, che scrive “A seguito delle circolari 3 e 4/2008 dell’assessorato regionale autonomie locali … sicuramente ben noti alla S.V., l’Ufficio ha provveduto alla rideterminazione delle indennità ad Ella spettanti per le funzioni rivestite adeguandoli alla norme. … Da tale prospetto … la S.V. risulta debitrice di euro … Con la presente si invita la S.V. a provvedere al rimborso …”.
E la “famosa” sentenza 157/2007 della Corte Costituzionale? Quella citata dal Comune di Erice per re-distribuire, lo scorso 19 febbraio 2008, le somme prima trattenute ai sindaci, assessori e consiglieri della vetta? “Cancellata” dalla circolare n. 4 dell’Assessorato Regionale agli Enti Locali – Servizio Vigilanza e Controllo. Una circolare datata 29 febbraio 2008, ovvero emessa dieci giorni dopo la frettolosa “determina” dell’amministrazione Tranchida (che aveva fruito, grazie alla stessa, di 3.351 euro d’arretrati).
Che dice la circolare regionale, in particolare? Dopo aver ricordato che “con la legge finanziaria 23.12.2005, n. 266, articolo 1, comma 54, per esigenze di coordinamento della finanza locale, è stata imposta la riduzione del 10% delle indennità e dei gettoni di presenza spettanti … ” e che “… numerosissime amministrazioni locali hanno posto la problematica sull’applicabilità o meno di dette disposizioni nell’ambito della Regione Siciliana” il settore Vigilanza e Controllo dell’assessorato regionale alle autonomie locali sostiene d’aver “chiesto l’autorevole avviso del Consiglio di Giustizia Amministrativa”.
Il C.G.A. “nell’adunanza del 6 marzo 2007, con il parere n. 885/06, nel senso di considerare la disposizione in oggetto direttamente applicabile anche all’ambito regionale autonomo siciliano e locale”. Successivamente alla pronuncia della Corte Costituzionale (la sentenza n. 157 dell’8 maggio 2007), ancora il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Sicilia, nell’adunanza della sezione consultiva del 5 settembre 2007, ha affermato l’avviso che “non possono applicarsi tout court i principi espressi dalla Corte … né può dirsi che i principi della Corte divengono applicabili alla fattispecie … solo perché nella regione siciliana … le indennità spettanti agli amministratori degli enti locali sono disciplinate con legge regionale”.
“Ne consegue – prosegue il massimo Organo amministrativo della Regione – l’immediato adeguamento delle indennità e dei gettoni, provvedendo alla relativa compensazione …”. Un adeguamento (riduzione e rimborso) cui subito si era adeguato il Comune di Erice, sotto la direzione dell’Amministrazione Sanges, salvo il recente “ripensamento” dell’Amministrazione Tranchida (e il ri-aumento delle indennità). Un adeguamento che, a distanza di oltre 30 mesi, il Comune di Trapani, invece, ha, ancora, “in itinere”.
Questo lo “stato dell’arte” della vicenda. Trapani, sia pure in ritardo, sta per trattenere (nonostante le “resistenze” dei consiglieri che pensano ad improbabili azioni giudiziarie) le somme ai consiglieri (il sindaco e la giunta Fazio, per onor di verità, hanno provveduto autonomamente, già da tempo a ridurre del 10% le proprie indennità, vedi il relativo comunicato stampa del 9 febbraio 2006). Erice, invece, ha “restituito” a nuovi e vecchi consiglieri, assessori e sindaci le somme, prima tolte.
Insomma due pesi e due misure. Come dicevamo all’inizio: “Paese che vai, legge, o interpretazione, che trovi”. Certo che la “determina” del 19 febbraio 2008 del Comune di Erice, “uscita” dopo due pronunce della C.G.A. E poi “superata” dalla circolare della Regione, fa “pensare”.
Che faremo ora? Scriveremo al sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, al Segretario generale ed alla Procura regionale della Corte dei Conti di Palermo, per segnalare la “discrasia”. Al solito, per i lettori di altratrapani, basterà pazientare e leggerci per sapere … come andrà a finire la “telenovelas” dei nostri ricchi consiglieri che, almeno a Trapani, oggi “piangono”.