Angelo Catalano ancora agli arresti: affronti il processo da uomo libero
Sono quasi cinque mesi che Angelo Catalano, assessore fedelissimo di Giacomo Tranchida prima e vice sindaco di Daniela Toscano poi, si trova rinchiuso tra quattro mura, col “braccialetto elettronico” alla caviglia. L’accusa è quella di corruzione e abuso d’ufficio. L’arresto di Catalano risale alle prime luci dell’alba 30 gennaio 2019 [qui il comunicato dei carabinieri]. Che le quattro mura siano quelle di una comoda villa o quelle di un carcere poco importa.
«Gli arresti domiciliari sono una misura cautelare personale di natura interdittiva equiparata, quanto agli effetti, alla detenzione in carcere. Con la misura cautelare, in pratica, si priva, in modo più o meno incisivo, una persona ancora non colpevole (perché ancora non condannata in via definitiva) della sua libertà personale», spiega bene il portale “La Legge per tutti”.
Tale provvedimento è preso dalla magistratura quando siano presenti chiari indizi contro l’indagato e possibile il pericolo dell’inquinamento delle prove, la fuga o la ripetizione del reato.
«Sussiste la gravità indiziaria quando, in considerazione di tutti gli indizi disponibili, appare altamente probabile la colpevolezza della persona da sottoporre alla custodia cautelare».
Perché fu arrestato il vice sindaco Angelo Catalano?
Sicuramente fatti come quelli che si rilevano dall’ordinanza d’arresto destano dubbi: la Guardia di Finanza ha rilevato «una sproporzione fra gli accreditamenti effettuati sul conto corrente […] e le entrate finanziarie ufficiali e dichiarate dal Catalano e dalla lui coniuge, con numerosi versamenti di contanti per cassa […] per quanto riguarda gli ultimi mesi, 300 euro il 5 gennaio 2018, 300 euro il 5 febbraio 2018, 1.350 euro il 16 marzo 2018 e 3.000 euro il 27 marzo 2018».
Specie se, ancora nell’ordinanza, tra l’altro, si legge delle «continue pressioni» esercitate sul dirigente comunale architetto Pietro Pedone «affinché questi affidasse i lavori di manutenzione della rete di pubblica illuminazione dell’Ente ( […] determina dirigenziale n. 138 del 26 marzo 2018) alla indicata impresa».
Maggiori dettagli sulla vicenda e sugli indizi contro Catalano sono raccolti dal giornale online TP24.it [qui] e anche [qui].
L’arresto di Catalano e la scena muta col giudice
Personalmente non condividiamo che il provvedimento dell’arresto cautelare abbia assunto questa durata; se la magistratura lo ha arrestato doveva avere già raggiunto sufficienti prove: cosa deve inquinare ancora, allora, Catalano?
Due principi della Costituzione Italiana sono chiari per me: «La libertà personale è inviolabile» (articolo 13), «L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva» (articolo 27).
Si dirà che l’ex vice sindaco di Erice ha finora fatto “scena muta”, non ha voluto dare spiegazioni ai magistrati sui fatti contestati, non ha fatto nomi di chi sapeva, di eventuali suoi “mandanti” o “complici”.
Era un suo diritto: «la persona sottoposta alle indagini […] ha facoltà di non rispondere ad alcuna domanda» (articolo 64 Codice di Procedura Penale). L’uso della carcerazione preventiva non può essere imposto come strumento di violenza morale per giungere a dichiarazioni compromettenti nei confronti di terzi.
Anche Catalano ha diritto a un difendersi in Tribunale
Saloni da barba, caffetterie e Facebook sono pieni di novelli Robespierre e Saint-Just che spingono per esemplari condanne alla ghigliottina senza un processo ogni volta che in TV o sui giornali si legga di un qualsiasi reato (furto, rapina, ecc). Personalmente non condivido. «La difesa è diritto inviolabile» (articolo 24 della Costituzione Italiana).
Personalmente, non comprendo perché non si giunga ancora alla chiusura delle indagini e all’eventuale rinvio a giudizio. «Che la persona accusata di un reato sia, nel più breve tempo possibile» messa nelle condizioni di difendersi lo garantisce l’articolo 111 della Costituzione Italiana.
La risposta alle domande che noi tutti ci chiediamo non può che avvenire in un Tribunale, dove, pubblicamente, imputati, vittime e testimoni si confrontano assieme a intercettazioni e documenti per definire vicende e condizioni attenuanti o aggravanti.
Noi auspichiamo che questo processo giunga subito in Tribunale e che Angelo Catalano ci giunga da uomo libero; proprio come, da uomo libero, giustamente, sta affrontando un processo per corruzione anche l’ex sindaco di Trapani Girolamo Fazio.