Attaccata redazione “Charlie Hebdo”: è strage a Parigi
A Parigi, stamane, assalto terroristico al settimanale satirico Charlie Hebdo che, spesso, mette alla berlina i capi delle varie milizie musulmane jihadiste in lotta con l’Occidente: 12 morti e decine di feriti, tra cui pure poliziotti di guardia.
Al momento l’assalto non è stato rivendicato ma la matrice sembra proprio da ricercare tra i bersagli “stuzzicati” dal giornale.
È da sempre che, SENZA CHE SI POSSANO CONFIGURARE “SIMPATIE” CHE NON ESISTONO, il sottoscritto e pure altri “coraggiosi politicamente scorretti” in Italia ed Europa andiamo avvisando la pubblica opinione del pericolo che quotidianamente corre ogni nazione il cui governo partecipi alle continue “crociate” intraprese contro popoli o fazioni del complesso mondo islamico.
Che, per primi, MAI hanno attaccato obbiettivi occidentali sul continente.
Certo, a furia di intervenire in tutto l’Oriente ed in Africa aggredendo stati sovrani, rovesciando ed assassinando capi di stato e governi legittimi, appoggiando governi fantoccio ed armando tagliagola di ogni specie, normale che gli Usa ed i suoi servi europei rischino qualcosa.
Di relativamente poco pericoloso militarmente, mica i terroristi hanno (finora) ordigni nucleari e missili Cruise.
L’attacco terroristico è di enorme impatto mediatico sulla opinione pubblica che, così, appoggerà ulteriori crociate in tutto il mondo … in una spirale di odio, vendette ed …. affari per armi e petrolio.
Anzi, colgo l’occasione per ripetermi, trovo ancora strano (e molto fortunato) per noi comuni mortali occidentali che gli stessi capi jihadisti non abbiano portato la “guerra santa” nel cuore delle nostre città e per colpire i governi crociati in casa propria.
Rifletta chi legge: sono stati gli Usa e la Nato ad andare in Irak, Afghanistan, Somalia,
Vincenzo Mannello
“Charlie Hebdo”, il giornale satirico, fatto attacco oggi, era un giornale libero. Liberamente, con la sua satira velenosa e irriguardosa di ogni cosa e di chiunque, faceva “politica”. A suo modo, informava e denunciava fatti. Esprimeva opinioni. Sul mondo islamico, certamente, ma anche sulla Chiesa Cattolica, sul mondo ebraico, sui politici francesi, a cominciare dal presidente Hollande, ed europei. Roba che qua, in Italia, non si fa, neanche si pensa.
Anche nel nostro blog, nel novembre 2012, riportavano una netta presa di posizione di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, cui aderiva anche l’associazione Famiglie Numerose di Trapani, contro una vignetta blasfema di “Charlie Hebdo” [leggi:“Una vignetta blasfema agita i cattolici” , 21 novembre 2012]
Andare a sostenere, quindi, oggi, che ci sia, dietro la strage, certamente una “matrice” islamico-terroristica è azzardato. Può essere, certamente.
Certamente, la valutazione di Vincenzo Mannello è valida. In ogni caso. Il Male attira il male, la guerra (per “esportare la democrazia”), attira la guerra.
Ma non condividiamo l’ipotesi che i mandanti siano stati “stimolati”, necessariamente, dalle vignette del giornale. Erano solo un “bersaglio” vistoso, un po come le “Torre Gemelle” di New York.
Non è possibile che l’azione sia stata ideata dai “servizi” di paesi “amici” della Francia, o ambienti “vicini” a movimenti politici francesi?
Ci sentiamo, infatti, anche di riflettere su “Cui prodest?”. A chi è giovato tutto questo? “È anche un regalo per l’estrema destra e gli ambienti antislamici“, rileva il giornalista Gian Paolo Accardo, corrispondente di “Internazionale” dalla Francia, oggi, in un suo commento “a caldo” [LEGGI QUI]. Quindi l’affermazione di Seneca «cui prodest scelus, is fecit» può, nel caso di Parigi, essere avventata?
Vogliamo quindi lasciare anche voi questo pensiero, questo dubbio, mentre rivolgiamo il nostro anche alle vittime: al direttore della rivista, Stéphane Charbonnier detto Charb, e ai disegnatori Wolinski, Tignous e Cabu, quattro tra i più celebri e apprezzati vignettisti francesi, allo scrittore ed economista francese anti-globalizzazione Bernard Maris ed a tutte le altre.
E li ricordiamo vivi, per sempre, come alcune delle copertine di “Charlie Hebdo”, che seguono.
Natale Salvo